Ci sono foto che puoi mettere solo sul blog. A cos'altro può servire un controluce del genere?
Eppure mi piace un sacco: Ci sono tutti e tre i marmocchi (come si dirà tutti e tre? Entrembi?) al calduccio della sala che guardano il nonno che mette i mutandoni all'ulivo, perchè non soffra del freddo dell'inverno.
Ed è un po' l'emblema della nostra fine anno.
È la seconda sgresenda sotto la pelle: la casa provvisoria che ci da riparo per l'inverno (Il nonno è così bravo e generoso che, in qualche modo, ha messo i mutandoni anche a noi)
venerdì 30 dicembre 2011
mercoledì 28 dicembre 2011
Sgresende
Si, avevo detto che non scrivevo più niente sul dialetto.
Ed infatti non lo farò.
Qualche parola scappa, però. E, cercando un titolo per il bilancio di fine anno, non mi veniva nulla di più originale che il corrispettivo veneto di schegge, frammenti (di legno, di solito)
Non è solo quello, però (come sempre l'italiano è limitato). La sgresenda diventa tale quando ti si conficca sotto la pelle, fastidiosa, e lì ci rimane, cambiando, in qualche modo, il tuo stato.
È un po' come ciò che viviamo, ci resta dentro, e anche se proviamo a rimuoverlo, rimane sempre una cicatrice, per quanto piccola.
Non so quante sgresende sarò in grado di proporre, del mio 2011.
È stato un anno che definire movimentato è dir poco.
Oggi inizio da questa foto: Mari-chan che guarda il mare in una giornata un po' fredda. Il mare è mosso, si, ma non ci sono nubi. Il passo è incerto sulla sabbia, ma c'è la mamma che la sostiene. Con l'augurio che il 2012 sia così per tutti voi che mi onorate della vostra lettura: mosso, ma sereno. E con una mano che sappia sorreggervi quando serve.
Ed infatti non lo farò.
Qualche parola scappa, però. E, cercando un titolo per il bilancio di fine anno, non mi veniva nulla di più originale che il corrispettivo veneto di schegge, frammenti (di legno, di solito)
Non è solo quello, però (come sempre l'italiano è limitato). La sgresenda diventa tale quando ti si conficca sotto la pelle, fastidiosa, e lì ci rimane, cambiando, in qualche modo, il tuo stato.
È un po' come ciò che viviamo, ci resta dentro, e anche se proviamo a rimuoverlo, rimane sempre una cicatrice, per quanto piccola.
Non so quante sgresende sarò in grado di proporre, del mio 2011.
È stato un anno che definire movimentato è dir poco.
Oggi inizio da questa foto: Mari-chan che guarda il mare in una giornata un po' fredda. Il mare è mosso, si, ma non ci sono nubi. Il passo è incerto sulla sabbia, ma c'è la mamma che la sostiene. Con l'augurio che il 2012 sia così per tutti voi che mi onorate della vostra lettura: mosso, ma sereno. E con una mano che sappia sorreggervi quando serve.
giovedì 22 dicembre 2011
L'Asilopanettone
-->
Non ho nessuna intenzione di fare la
trilogia di Natale. Non volevo nemmeno fare la bilogia (si potrà
dire bi-logia?)
Però non posso esimermi da lasciare
due righe per i posteri (o per i postumi o per i posteriori) a
riguardo dell'evento, che sta proprio a mezza via tra lo spettacolo e
lo scempio, che, in modo quasi universale, coinvolge gran parte della
popolazione occidentale.
Come dite? Lo shopping di massa? No! Il
Telethon? No! Il Cinepanettone? No (anche se come scempio...)
La Recita di Natale dell'asilo.
È una pena, diciamocelo. Basta con
questo conformismo perbenista, catto-catechista,
domocristian-buonista. Quando Dio ha cacciato Adamo ed Eva dal
giardino dell'Eden non doveva limitarsi a dire: “partorirai con
dolore”. Troppo facile! Doveva specificare le postille: “Per
tutta la durata del Nido e della scuola materna dovrai sorbirti le
recite di Natale”.
Il setting ha il suo peso, ad onor del vero: lo
spettacolo va in scena in un palazzetto dove giocano a Hokey a
rotelle. Quindi tra te e i piccoli che recitano c'è anche la rete di
protezione. Vedi tuo figlio a scacchi.
Il palazzetto è grande. Se i bimbi
parlano non si sente, se cantano si sente poco. Se serve la base, la
base supera le voci.
Servirebbe un teatro, ma il teatro non
c'è.
Ma le maestre sono i gamba e non si
perdono d'animo, sempre pronte, come sono, a valorizzare le qualità
nascoste di ciascuno; prendono le due colleghe con il culo più bello
e le incaricano di fare da guida ai bimbi dentro il campo da gioco.
Queste stanno tutto il tempo accovacciate schiena al pubblico, per
riuscire a parlare con i bimbi, ad imbeccarli nelle canzoni, a
suggerire i passi.
Se le voci non si sentono pazienza,
mettono la musica originale sotto, a tutto volume. I bimbi
praticamente cantano in playback.
Penoso? Beh... si, un po' si!
Quest'anno però hanno cambiato il
canovaccio. La solita storia del mistero di Maria incinta eccetera
eccetera era un po' muffita, dopo 10 anni di utilizzo. (Perfino i
papà iniziavano ad avere qualche dejavu dopo tre o quattro anni di
visione)
Sono passati ad una composizione tipo
art attak: ogni classe entrava, cantava e mimava una canzone, metteva
un pezzo della composizione (alla fine era un presepio+albero di
natale) e si fermava sullo sfondo, in attesa della canzone finale.
Mari-chan*, che con i bimbi più
grandicelli del nido doveva portare a Gesù qualcosa per farlo
dormire sereno, dopo la canzone, ha lasciato la sua amata “copetina”
(copertina) sotto al bambinello.
Non propriamente commovente, ma carino,
dai. Anche perchè è durato mezz'ora. Se superava i 45 minuti avevo
già pronti i fogli di raccolta firme per l'abolizione dello
spettacolo.
* (per me è stata la migliore, non sto nemmeno qui a specificarlo)
** non posterò più nulla almeno fino al 27, se non ci si dovesse vedere di persona o in blog di altri, tanti auguri a tutti
* (per me è stata la migliore, non sto nemmeno qui a specificarlo)
** non posterò più nulla almeno fino al 27, se non ci si dovesse vedere di persona o in blog di altri, tanti auguri a tutti
martedì 20 dicembre 2011
Ecco la stalla di Greccio col lupo mannaro, i puffi e le drag che accorrono già (un presepe un po' così)
Ed eccoci all'attesissimo appuntamento con il presepe a misura di bambino home made.
Anche prima della prolificazione a casa
nostra è sempre funzionato così: l'albero lo fa Silver e lo
gestisce con classe ed eleganza. Ha palle e nastri rigorosamente solo
arancioni e gialli (che richiamano un po' i colori della casa) le
lucine piccole ed è bellissimo, unico. Il presepe è affar mio e ci
metto di tutto: il puffo chitarrista, Gargamella trovato nelle
merendine, la statuina di terracotta de “El Mariachi” regalata a
Silver nel '99 di ritorno da Barcelona, la bamboletta andalusa
(regalo dei nonni), le divinità tribali propiziatrici della
fertilità che c'ha regalato un missionario quando siamo stati in
Sierra Leone (diobon se funzionano!), un soldato romano che sembra
una drag-queen, la bandiera della pace e quella del “No Dal Molin”
che dice: mio figlio non crescerà in una base militare. E anche
questo è bellissimo, unico.
Servono:
- un rotolo di carta crespa
- le statuine (almeno le tre principali): come quali? Gesù bambino, la pecorella e il cane lupo
- Raccattate casa-casa (come dicono i siciliani) qualsiasi elemento vagamente antropomorfo che sia composto da materiale infrangibile. (Ah, Silver, che nostalgia per quelle meravigliose statuine di ceramica decorate a mano che comprammo in saldo il primo S.Stefano che passammo da sposati)
- Un ripiano ad altezza di 46,38 cm esatti (non è vero, basta un ripiano qualsiasi, è che nelle istruzioni del bricolage mettono sempre queste misura idiote e mi sono fatto prendere la mano)
Ok. Avete tutto.
Date lo sfratto esecutivo ai precedenti
abitanti del ripiano.
Stendete la carte crespa in modo molto
naturale affinchè dia l'idea delle montagne. Fissatela con il
biadesivo (cazzo non ce l'ho, arrangiatevi con la carta-schotch).
Mettete la Sacra Famiglia in un posto strategico: visibile da
lontano, facilmente raggiungibile, ampio parcheggio, convenienza.
Disponete a piacere le statuine.
Salutatelo, tanto sarà l'ultima volta
che vedete il presepe in condizione decente. Lasciatelo in balia dei
pupi.
Poi decidete il nome della vostra composizione.
Qualche suggerimento: “Gesù nasce a
Mururoa”, “Gesù tra i davidiani di Waco” o “Anche Gesù è
un haitiano”.
Un po' cinico? Forse si. Ma è un modo
per dire che Gesù arriva per tutti ma, e lo dico da cattolico, fa
anche lui quello che può di fronte all'immensità della stupidità
umana. E poi lui lo sa che mi piace fare il cazzone. È l'unico modo
che mi riesce bene.
Buon Natale a tutti
I superstiti tentano la ricostruzione dopo il passaggio dell'uragano Prole
p.s. Procuratevi, se riuscite, più
oggetti simili, soprattutto quelli che vanno per la maggiore (il
cane, gesù bambino, le pecore). Perchè sennò i piccoli se li
litigano tra loro fino allo sfinimento.
venerdì 16 dicembre 2011
Because the pranaunsescion iz verry importantt
(così diceva la prof d'inglese al liceo)
Ed eccoci al secondo, attesissimo
sequel di Post in Traslation. Come tutti i secondi capitoli avrà
molta fortuna al botteghino e sarà stroncato dalla critica. Per
questo sarà l'ultimo della serie. Se la produzione vorrà andare
avanti dovrà farlo senza di me.
Se vi state chiedendo se sto uscendo di
testa la risposta è no. Sono già uscito da un po'. E ho lasciato
dentro le chiavi.
Ma veniamo a noi.
La cosa più divertente che ti può
capitare approcciando un veneto è farlo parlare in italiano. Come
dicevo parliamo praticamente tutti in dialetto e siamo convinti che
tutte le parole che usiamo appartengano solo al nostro vocabolario.
Per cui, quando abbiamo a che fare coi “foresti” traduciamo tutto.
Anche parole che, inconsapevolmente, diciamo già in italiano.
Alcuni esempi:
La segretaria di mio cognato che lavora
nei trasporti:”Si si, non si preoccupi, i nostri camion montano
anche i cazzoni da 12 metri” (trad. da cassoni)
“Abito sui monti Rotoloni” (loc.
geografica. Rugoloni)
“Con questo caldo ci vorrebbe un
bigolo di aria” (trad. on filo de aria)
Oppure non ci viene la parola e ci si
lancia sul neologismo
Mia mamma: “Guarda Moe, il camion
delle scopazze” (le Scoasse sono la spazzatura)
Mio suocero:”Mi sono dismenticato di
chiederti una cosa” (dismentegà significa dimenticato)
Oppure non le pronunciamo bene.
Ad esempio la “z” finisce sempre
per assomigliare alla “s” (quella di Josè, per capirci). Per cui
“Lo Zelo” diventa “Lo selo”. Solo che “l'oselo” è
l'uccello, e l'uccello sapete tutti cos'è. È celebre l'episodio
della messa di Natale dove la prima lettura si chiude con “tutto
questo farà lo selo del Signore”.
Ma ancora meglio sono i plurali delle
parole di origine straniera.
Provate ad indovinare il singolare di
queste parole espresse al plurale:
naili, camii, yoghi, moniti, computi
martedì 13 dicembre 2011
Post in translation (1)
tanto par essare ciari: dire de
essare veneti e de parlare veneto e de essare contenti de farlo non
vol dire essare leghisti.
tred.
(disclaimer: essere veneti, parlare
veneto ed esserne fieri non ha nulla a che vedere con l'essere
leghisti)
Che sono veneto penso si fosse capito.
In realtà la mia venetezza o venetitudine è parecchio mitigata
dalla parola scritta che risparmia all'interlocutore per lo meno
l'accento (che credo si senta in modo deciso) e le scivolate sulle
bucce di banana dialettali che, quando parlo, escono ogni tre parole:
sole, cuore e amore tanta bona gente .*
Di solito per trovare la frase
corrispondente in italiano è sufficiente che mi fermi un attimo,
faccia un bel respiro, giro su me stesso, ancora, mi tocco i piedi
con le mani, gambe belle dritte e voilà.
Non sempre però esiste una
corrispondenza. Alcuni concetti sono davvero intraducibili ed un
peccato non poterli trasmettere.
Il veneto è una lingua viva (ci sono
differenze di pronuncia e anche di termini anche solo a pochi km di
distanza), solo orale (alcuni suoni sono impossibili da riportare e
comunque non sono codificati) ma soprattutto, ed è qui che la
vicenda diventa drammatica per i foresti (quelli da fuori),
parlata praticamente da tutti (da molti anche esclusivamente). Qui riusciamo a fare un incontro con il direttore delle Ulss, i sindaci e i medici di base, tutta in dialetto.
Ma ora veniamo a noi: in futuro potrei
non riuscire sempre a concentrarmi e tradurre per bene i concetti.
Per cui riporto alcune espressioni che potrebbero ricorrere nei
futuri post. Intanto qualcuna, poi in futuro, magari se mi ricordo,
integro. O forse faccio una pagina a se.
Iniziamo dai classici:
Mona: letteralmente
significa vagina. Viene usato anche come sinonimo di tonto o cretino.
Famosa la canzone dei Pitura Freska: “So
mato par la mona pi mato dei cavai”
Casso: lett.
pene. È però un tipico intercalare delle persone anziane che ormai
ha perso la connotazione volgare. I miei nonni lo dicevano
spessissimo ed ho scoperto solo da grande la correlazione con il
“cugino” italiano.
Smonamento o esare smonà: tipo esempio di parola transgender: basta
cambiare il sesso... Scazzo, essere scazzati
Boresso (essere imboressà):
euforia incontrollata tipica dei bambini ma non esclusivamente.
Cueo: è
facile = culo. Però è per far capire la pronuncia: la “e” è un
po' l ed un po' assente. Chiaro no?
Puteo: bambino
piccolo
Tosi: ragazzini,
ragazzi. Tosetti è sinonimo di putei
Vecio: vecchio,
usato anche per chiamare un amico con cui si è in confidenza “Ciò,
vecio”
Pare: Padre
Mare: Madre.
Legati a questi ultimi due ci sono delle “frasi fatte”
carinissime che riporto: “la roja de to mare, el beco de to pare”
Roja: (la
J si legge come la i). Femmina del maiale (che si dice mas-cio)
Becco: Stambecco,
caprone, animale con le corna (come to “pare”)
Per
il momento è tutto gente.
* (è un gioco di parole veneto
che parte dal fatto che “a more” significa muore. “a” serve a
sottolineare la fatalità)
venerdì 9 dicembre 2011
Passaggi di tempo
"Sono state giornate furibonde, senza atti
d'amore, senza calma di vento. Solo passaggi e passaggi, passaggi di
tempo".
Questa frase mi viene in mente ogni
volta che il momento è malinconico, sospeso tra i sentimenti, in attesa. Chissà perchè?
È cominciato nel 2003, sull'altopiano della Meseta, in Castilla Y Leon,
nel bel mezzo del Camino de Santiago. Ero in bici, a dir la verità,
ed ero in un momento un po' così. Ero lì, ad una certa distanza dai
compagni di viaggio, in mezzo a tutto quel grano giallo con nulla
all'orizzonte, sia visivo che personale. Solo cielo, campi e un po' di terra tra i raggi a complicare le cose.
E ad un certo punto, dagli
spifferi del mio filtro razionale, si insinua Anime Salve, in quella
frase lì, dove la voce di De Andrè si scambia con quella di
Fossati... Il resto del pezzo non me lo ricordo. Ripeto all'infinito
quella frase, a mente, e poi le cornamuse che suonano all'impazzata.
Che poi le trovi in Galizia, qualche chilometro più in su, le
cornamuse degli artisti di strada che ti accolgono nelle piazze.
Ed è tornata ancora oggi. Saranno i
nuvoloni, che sono lì a minacciare il cantiere della casa che
finalmente è ripartito. Sarà il week end di fuoco che ci attende, sarà il Natale alle porte che mai come quest'anno ha avuto bisogno
di valori veri.
Sarà la paura per il futuro. Quello dei bimbi
soprattutto: che stiano bene, che non si perdano, che possano essere
fieri di ciò che saranno, felici delle scelte dei genitori,
magnanimi, magari, per quelle meno fortunate. Io, al momento, di
sperare nel futuro non ho proprio l'esigenza. Sto proprio a posto
così.
"mi sono guardato piangere in uno specchio di neve, mi sono visto che ridevo, mi sono visto di spalle che partivo....."
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martedì 6 dicembre 2011
Pissina
Sono stato via per un po'. Con la testa
per la precisione. Mi sono dedicato ad altro... vediamo se
indovinate. No, dai, lo dico io. Ho fatto il papà. Ma che notizia
inaspettata. Ho anche lavorato. Sono andato per due giorni di fila in
spedizione in provincia di Treviso. Sono di quei giorni belli, in cui
il viaggio in pulmino diventa l'occasione per parlare col collega, in
cui puoi sentire gente che parla in convegni interessanti, trovare le angolature per
appisolarti senza farti notare dal relatore, razziare buffet che manco i
Lanzichenecchi, a sparare cazzate a raffica, e tornare a casa stanchi
ma felici (come si scriveva nei temi delle elementari).
Comunque no
internet per quasi 4 giorni di fila.
Dicevo il papà, però. Abbiamo preso
una di quelle decisioni di cui, credo, ci pentiremo, ma l'abbiamo
presa lo stesso. Abbiamo iscritto Mari-chan al corso nuoto. Ci
pentiremo perchè presuppone una certa elasticità organizzativa e Silver, che odia l'acqua e senza occhiali non ci vede, deve starsene
a casa con i piccolini ed è sicuramente meno affascinante come
prospettiva.
Fatto sta che Mari-chan è felicissima. Un mesetto fa
eravamo passati a salutare il nonno (che gestisce la piscina assieme
a mia sorella) e ne era rimasta incantata. Coredemamma e coredepapà!
Che si fa a sti figlioli? Li s'accontenta! (oddio, l'altra sera non
facevano un cazzo in tv e mi sono sorbito, nel dormiveglia, il finale
di un film di Pieraccioni, vedi il subliminale).
Comunque iniziamo con Ruggi, il
maestro. Bravissimo, non c'è che dire. Gli ho insegnato io a nuotare
a Ruggi 5 10 quasi 20 anni fa. Ecco: c'ho un età che uno dei miei
primi allievi insegna a mia figlia a nuotare. Fa strano*.
Tutti in acqua con il/la pargolo/a. La
piscina è in centro città, la gente è tutta “alta sullo
cavallo”** e un po' se la tira. Praticamente solo papà. Ad un certo
punto arriva uno con il mutino da sub. Ma te prego!
Io non li tollero quelli che si mettono
il mutino in piscina. Passi l'istruttore che deve farsi ore in acqua
(che però indirettamente fai capire alle mamme che l'acqua è fredda
e non è carino).
Ma un papà? Maddai! Massù!
O forse la mia è solo invidia. Con il
mutino penso che potrei sembrare un cotecchino e, visto che Natale è
prossimo, non è proprio il caso.
* Fa sentire vecchio
**(in dialetto Veneto una persona che
si dà arie da signore è definita “alta de cava'eo” che
letteralmente si tradurrebbe “alta di cavallo” dove il cavallo è
quello dei pantaloni... l'etimologia è sconosciuta. Il prossimo post lo dedico ai castroni nelle traduzioni dialetto-italiano)
martedì 29 novembre 2011
Odio quel giorno lì
Odio essere già in ritardo la mattina
presto
Odio i bambini che scambiano la mia
agitazione per allegria e ne combinano di tutti i colori
Odio il passaggio a livello chiuso, il
trattore con il carro di letame che non solo ti rallenta, non solo ti
fa assaporare i sani odori di una volta, non solo ti insozza la
macchina con la merda ma rompe proprio il cazzo.
Odio i semafori, le rotatroie, gli
incroci a wc, le vecchie con la panda, le fighe col suv, quelli che
guidano con il cappello.
Odio le maestre dell'asilo che ti
dicono sempre quando arrivi chiamaci che ti aiutiamo e poi, quando
arrivi assieme a loro, fanno finta di non vederti, zoccole.
Odio la ditta che mi costruisce la casa
perchè non risponde alle e.mail e non va avanti con i lavori, stronzi
Odio i problemi futili, inutili, le
bassezze della gente, i miseri confronti fra le persone, il mettere
in competizione i figli
Odio il perbenismo, il bigottismo, il
timordidio
Odio i lunedì.
Ah, oggi è martedì?
Beh, potevate fare finta di niente, vi
odio
mercoledì 23 novembre 2011
Trombeur des femmes
È un po' di tempo che rifletto su una
questione veramente fondamentale per il destino dell'umanità: io
sono una persona che tromba decisamente al di sotto delle aspettative
della gente.
Spiego: non io in particolare, ma io in quanto
appartenente (o ex appartenente) ad alcune categorie sociali e
professionali che, nell'immaginario collettivo, dovrebbero essere
portatori sani di gioie sessuali.
Delle due l'una: o questi sono semplici
luoghi comuni o io non ci so proprio fare.
Ma analizziamo situazione per
situazione:
- Il Bagnino (che poi si direbbe assistente bagnanti): il bagnino è, per antonomasia, il re delle MILF, come l'istruttore di palestra. Questo accade se, invece di stare attento a ciò che succede in acqua, resta amorevolmente appoggiato alla staccionata a tacchinare la mammina sul prato nel tentativo, spesso vano, ma non sempre, di portarsela in sala pompe. Ho lavorato anni con personaggi così e non è piacevole. C'è da dire che, fortunatamente, ce ne sono anche tanti altri che sono più seri. L'unica volta che sono finito sul giornale con tanto di foto, ero, grazie a dio, in turno con uno bravo che ha contribuito non poco alla salvezza del ragazzino che avevamo estratto dall'acqua blu (e non era una festa a tema sui puffi).
- Il Chitarrista. Parliamoci chiaro, le donne preferiscono i cantanti. Anche se sono delle checche isteriche.Il Chitarrista è sempre un po' nerd. Qualche chance in più ce l'ha il chitarraio da spiaggia però deve avere almeno tre caratteristiche: sapere i pezzi a memoria (sennò perde troppo tempo a cercare gli accordi che tanto col buio non si vedono), avere la faccia come il culo (che se una ti chiede l'ultima di Vasco gliela suoni e te ne fotti della questione morale), Occhio spermatozoico (questo vale anche per il bagnino, a pensarci bene).Ultimamente vedo una preoccupante crescita delle quotazioni dei bassisti fra il genere femminile, notoriamente degli sfigati di primordine che suonano il basso solo perchè erano i meno bravi con la chitarra. E poi si è mai sentito uno suonare il basso in spiaggia? Ma andiamo, dai.
- Il Papà al giardinetto. Non funziona, ok? Al massimo al giardinetto trovi altri papà. Solo in tv, nelle serie tipo Brothers & Sisters o nelle sitcom italiane nascono amori fedifraghi ai giardinetti. Ma come si fa? Con i pupi che la prima cosa che direbbero al rientro sarebbe:”Nonna, papà stava tacchinando una”. Su su, non prendiamoci in giro.
Naturalmente rimane sempre la
possibilità che io sia un tordo da competizione, uno di quelli, come
dice un caro amico, che devono mettergliela sotto il naso con in
allegato il libretto di istruzioni.
Disclaimer: tutto questo non per
pulsione ormonale ma per amore di scienze sociologiche
lunedì 21 novembre 2011
Il 7 links project
Esco dal mio snobbismo bloggico per aderire a questa iniziativa in cui mi hanno coinvolto. Fa un po' catena di s. antonio, però è utile anche come esame di coscienza (si va verso fine anno, tempo di bilanci)
Ed ora linko alcuni amici. Evito di mettere quelli che sono già seguiti dal mondo intero e privilegio quelli con pochi adepti... spero faccia piacere.
Miii che faticaccia, tutti sti link...
1) Il post il cui successo mi ha stupito
Tutorial Unplugged (l'Automobile): mi sembrava una troiatina, invece in tanti l'hanno visitato, soprattutto d'estate... chissà che cercavano, poveri
2) Il mio post più popolare
Aristocaz: probabilmente per un'immaginetta del cartoon che forse è meglio che tolgo se voglio evitare la denuncia
3) Il mio post più controverso
Komehinomeopatia: temevo di perdere gli afecionados più omeopatici
4) il mio post più utile
Al servizio del cittadino: ebbè!
5) Il post che secondo me non ha avuto l’attenzione che meritava
Sultans of swiffer: postato quando ancora pochi leggevano
6) Il mio post più bello
Sicuramente: Papi-blues
7) Il post di cui vado più fiero
De Rerum Paesi (cronache vulgari): perchè è di denuncia. E dopo che l'ho scritto mi sentivo leggero leggero.Ed ora linko alcuni amici. Evito di mettere quelli che sono già seguiti dal mondo intero e privilegio quelli con pochi adepti... spero faccia piacere.
Miii che faticaccia, tutti sti link...
venerdì 18 novembre 2011
De rerum paesi (cronache vulgari)
Anno domini MMXI
In codesti giorni, in cui breve è il
meriggio ed il clima si confà al riscaldar i propri corpi in pennuta
trapunta, due historie colpiscon mente e cuore di chi narra forse perchè il calore suo corporeo s'è trovato in settimana a superar la quota del trentotto.
Colpiscon invero per la crudezza del modo circostante che, pur in
avverse circostanze, non rinuncia a dar mostra del lato suo pejore.
Non trattasi del Monti scalar le vette
di governo e nemmanco della guerra finanziaria e di nomenclatura sua
astrusa..
Penso invece che a final di settimana
accadrà nel mio villaggio un evento nominato Music Festival
sottotitolato senza alcun pudore: la tua occasione per diventar
famoso. Faraonica organizzazione, tutto gratis per cantanti ballerini
e spettatori. Cos'è che di questa iniziativa il mio cuor fatica a
tollerare? Forse le tardo adolescenti, ormai culone, che il povero
palcoscenico con i loro salti mettono in apprensione? Forse i
bimbetti che scimmiottano quegli altri che, scotti come il riso in
televisione, scimmiottan a loro volta i big della canzone?
No, senz'altro. Due cose mi fanno
schiumar la bocca e l'ano: la prima è che si tramandi alle nuove
generazioni l'idea che per brillare non serva farsi il culo ma un
colpo di fortuna. La seconda che in periodo di così misere finanze,
si decida di buttare palanche per far cantar ragazzi che, a ben
guardare, si saprebbero certamente accontentare anche di più umile
settaggio, se il risparmio fosse dedicato a coetanei o nonni in situazione di maggior
svantaggio.
Secondo raccontino non meno
interessante:
Penso ad una amica che, in procinto di
lasciar il proprio marito e padre dei tre figli, si senta accusar da
vegli e giovini di esser donna di poca sopportazione. Che considerar
l'ipotesi del portar pazienza fosse, da madre di tre bimbi, un suo
dovere. E che sia un capriccio tutto moderno il considerar un grave
oltraggio che lui attualmente con diversa topa si sollazzi.
Che la crisi del matrimonio possa non
esser imputata al sol corniglio, in coscienza, ai vegli lo concedo.
Ma qual madre sarebbe fiera con i suoi figli di aver lasciato al
padre, poveretto, lo spazio per pucciar ovunque il suo biscotto?
In questi pensieri si perde la mia
mente in un freddo venerdì ancor convalescente.
E non sarà un linguaggio colto o un
poema destinato ad esser longevo: voleva essere un augurio che finisca presto il
medioevo.
lunedì 14 novembre 2011
L'obeso sulla coscienza
Mi sono messo a dieta.
Lo so che questo incipit sarebbe degno
di un mommyblog, ma è la pura verità. A casa nostra i ruoli sono
spesso rovesciati e anche la necessità di dimagrire dopo la
gravidanza è un'incombenza che è rimasta a me. Silver invece è
magra. Straordinariamente magra.
Il problema è il modo di elaborare lo
stress: a lei le si chiude lo stomaco. A me si apre la voragine. In
sostanza a me i figli fanno ingrassare: So pezzi 'e core. Ma mi
stanno portando via il fegato.
Poi c'è il metabolismo. Io ingrasso
con l'aria. Si, lo so che è quello che dicono tutti quelli grassi,
però è vero. Silver, ad esempio, se salta un pasto, prende un
chilo. Io se salto un pasto, alla prima occasione mi rifaccio con gli
interessi prendendo due chili.
E poi non riesco a fare attività
fisica: lavoro troppe ore e mi rimane poschissimo tempo. Il poco che
c'è cerco di stare con i figli. Potrei passeggiare con i pargoli ma,
diciamolo, io sono uno che deve fare i km per vedere dei risultati.
Il problema non è estetico... cioè
si, anche, ma è il problema minore. Sono pur sempre un gran figo,
anche con qualche chiletto in più (devo solo trovare qualche donna
che lo confermi, ma per il resto...)
I veri problemi sono di due tipi:
- Economico: se non entro più nei pantaloni devo comperarli nuovi. E a comperarli ci vogliono soldi.
- Sanitario: c'ho le analisi che sembrano il planetario di Roma.
Ad oggi nessuno di questi due argomenti ha portato a risultati significativi e duraturi.
Sicchè l'ultima leva che stanno
utilizzando i miei familiari è la questione di coscienza: hai tre
figli, non vorrai mica lasciarli orfani, vero?
Lo sai che ti viene la cirrosi, con un
fegato messo così male? Lo sai che ho conosciuto dei ragazzi della
tua età con gli stessi problemi che hanno già un piede nella fossa?
Silver poi, come sempre, riesce a
sfoderare dei picchi di ironia che sono il motivo per cui mi sono
innamorato: “Io non ti dico più niente su questa cosa delle
analisi, ma se muori giovane a causa della tua obesità e mi lasci
sola con queste tre pesti, giuro che non vengo nemmeno al tuo
funerale e lascio tutto da pagare”.
Per cui lo dico qui, apertamente, mi
impegno davanti al mondo: da Sabato (scorso) sono a dieta.
Darò lettura settimanale della
bilancia con il numerino che inserisco lì a dx.
A voi non interessa. Ma io so che se lo
dichiaro poi lo faccio. Almeno spero.
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martedì 8 novembre 2011
The Babbourne Identity
Vi siete mai chiesti chi siete
veramente?
Ma soprattutto, se doveste svegliarvi
con la memoria completamente resettata, cosa fareste?
Vi do tre possibilità:
- Nulla: se mi sveglio vuol dire che sono riuscito a dormire, è già un buon risultato
- Cerco di capire chi sono, ad ogni costo
- Alzo le spalle e ricomincio da capo, da ciò che vorrei essere.
Al momento mi attesto sulla numero 1.
Da queste parti, ultimamente, non si
dorme un cazzo. La cosa è piuttosto nuova. Capitava occasionalmente.
Ora i Terrible Twins si sono coalizzati, hanno sincronizzato i loro
nasi, le loro influenze e si danno il cambio perfetto. Ci sono fior
di aziende certificatificate ISO 9001 che se li sognano
dei cambi turno così efficienti: uno fa il turno 24-3, l'altro
3-6.
La 2 è esistenziale.
Io non sono mai
andato in crisi esistenziale; a parte quella volta in quarta liceo
quando mi hanno bocciato. Ai miei dicevano che avevo un atteggiamento
strafottente (superbo, irriverente). In realtà ero timido e
spaventato e i miei silenzi erano la mia
protezione. Ricordo bene di aver pensato che, se non erano in grado
di capirlo, forse si meritavano davvero la mia irriverenza.
L'episodio più eclatante capitò in quinta superiore: mandai alla
“Pagina dello studente” de “Il Giornale di Vicenza” l'elenco
delle frasi celebri e degli errori madornali dei professori. Lo
pubblicarono. Ebbi la sciagurata idea di fare una fotocopia e ad
appenderla alla porta della classe. Era firmato Les Paul. Un giorno
dopo il vicepreside mi convoca: “Sei stato tu, vero?” “Si” “
Ti è parsa la buona idea?” “Beh, era anonima” “Si! Ma se
parli di prof di chimica o matematica e poi lo appendi alla porta,
tutti sanno di chi stai parlando”. “Non ci avevo pensato”.
“Vabbè, non farlo più”. E sotto i baffi sorrideva. E poi aveva
associato, forse, il nome di Les Paul a me.
La 3 non l'ho mai provata.
Credo però
che se ripartissi da zero, prima o poi, magari per vie diverse,
tornerei a passare di qui.
“After changes upon changes we are
more o less the same”
The Boxer - Simon & Garfunkel
venerdì 4 novembre 2011
Le dodici fatiche di Babbofix (vol. 2)
Ah, oggi siamo in ferie sia io che Silver.
Che bellezza (mi veniva da dire figata, ma non è fine). Abbiamo portato i bimbi al nido tutti e due, sembravamo la famiglia del mulino bianco.
Poi di corsa in banca, per capire se è ancora possibile avere un mutuo...
Sembrerebbe di si; c'è il problema che il terreno c'è stato donato. E con le donazioni le banche tendono a non darti il mutuo. Temono che altri eredi possano risentirsi nei prossimi trent'anni e dire che l'operazione non era equa. "Era meglio se facevate una compravendita fittizia". Cioè, fatemi capire, se io facevo un'atto di compravendita e mi acquistavo un lotto di terreno edificabile a 10 euro la banca aveva maggiori garanzie? Si. L'atto di compravendita non è impugnabile. Ma tu pensa, questo si, che sarebbe stato equo nei confronti dei cognati.
In ogni caso la nostra banca è intelligente e vuole trovare una soluzione. Speriamo, va. Sempre che non finiamo come la Grecia. Nel dubbio ho spolverato il Bouzouki e mi sto ripassando il sirtaky, per non farmi trovare impreparato.
Ma le dodici fatiche non sono finite qui.
Avete mai provato ad attivare un contatore di energia elettrica per un cantiere? Come che cazzo è? Chiamate il numero verde. Poi quell'altro numero che vi danno loro, chiedete. Vi dicono che l'attivazione deve farlo il costruttore, chiamate il costruttore, dice che non è vero, richiamate il numero verde, digitate due (questa operazione finchè non trovate un addetto che la pensa come il vostro impresario di costruzione; a me è andata bene, son bastate tre volte). Pagate 500 euri, spedite tutto via fax, vi chiamano che manca una firma, rispedite tutto, vi chiamano che manca una crocetta, fa niente, vi dico dove metterla, no! Le carte sono a Potenza, noi siamo un call center di Milano (abbene!), Rispedite tutto e aspettate.
Siamo in attesa di luce, in sostanza. Un po' su tutto, mi pare.
Che bellezza (mi veniva da dire figata, ma non è fine). Abbiamo portato i bimbi al nido tutti e due, sembravamo la famiglia del mulino bianco.
Poi di corsa in banca, per capire se è ancora possibile avere un mutuo...
Sembrerebbe di si; c'è il problema che il terreno c'è stato donato. E con le donazioni le banche tendono a non darti il mutuo. Temono che altri eredi possano risentirsi nei prossimi trent'anni e dire che l'operazione non era equa. "Era meglio se facevate una compravendita fittizia". Cioè, fatemi capire, se io facevo un'atto di compravendita e mi acquistavo un lotto di terreno edificabile a 10 euro la banca aveva maggiori garanzie? Si. L'atto di compravendita non è impugnabile. Ma tu pensa, questo si, che sarebbe stato equo nei confronti dei cognati.
In ogni caso la nostra banca è intelligente e vuole trovare una soluzione. Speriamo, va. Sempre che non finiamo come la Grecia. Nel dubbio ho spolverato il Bouzouki e mi sto ripassando il sirtaky, per non farmi trovare impreparato.
Ma le dodici fatiche non sono finite qui.
Avete mai provato ad attivare un contatore di energia elettrica per un cantiere? Come che cazzo è? Chiamate il numero verde. Poi quell'altro numero che vi danno loro, chiedete. Vi dicono che l'attivazione deve farlo il costruttore, chiamate il costruttore, dice che non è vero, richiamate il numero verde, digitate due (questa operazione finchè non trovate un addetto che la pensa come il vostro impresario di costruzione; a me è andata bene, son bastate tre volte). Pagate 500 euri, spedite tutto via fax, vi chiamano che manca una firma, rispedite tutto, vi chiamano che manca una crocetta, fa niente, vi dico dove metterla, no! Le carte sono a Potenza, noi siamo un call center di Milano (abbene!), Rispedite tutto e aspettate.
Siamo in attesa di luce, in sostanza. Un po' su tutto, mi pare.
venerdì 28 ottobre 2011
Le 12 Fatiche di Babbofix (part 1)
Disclaimer: questo post parla molto
poco di paternità
Sono sommerso dalle pratiche. Ma mica
al lavoro, nooo, nella vita!
Prendiamo un esempio a caso: il
trasloco (ho parlato qualche volta del fatto che abbiamo
traslocato?). Di per se il trasloco è un'esperienza divertente... (?!?)
Il problema sono le pratiche
burocratiche. Sembra quell'episodio delle 12 fatiche di Asterix dove
i nostri eroi vengono spediti di ufficio in ufficio a cercare una
risposta che nessuno è in grado di dare.
Pratica n° 1: il cambio di residenza.
Il cambio di residenza è un casino se per qualche mese ti fai
ospitare dai nonni. In ben due comuni c'hanno sconsigliato di
formalizzare il cambio per così poco tempo e di aspettare il
trasferimento nella nuova casa. Si ma le tasse? E se si va a votare?
Come lo esercito il mio dovere di cittadino? Mi hanno guardato come
se fossi un alieno. Mah!
Senonchè siamo senza fissa dimora. Per
entrare meglio nella parte sto leggendo un libro sulla cultura Rom e
Sinti.
Di per se la cosa non crea particolare
problemi. Però c'è il censimento... vaccabò!
Non ho ancora deciso cosa fare, si
accettano consigli.
Pratica n° 2: la chiusura delle
utenze. La chiusura delle utenze è un dedalo intricatissimo di
call-center, uffici, carte da compilare e rispedire, bollettini
postali e fotocopie di carte di identità (scaduta, oltretutto... in che comune la rinnovo?). Nella maggioranza dei casi vale la pena fare il subentro.
Il
subentro è una pratica che manco a Guantanamo. Per farti subentrare
devi fornire tutti i dati possibili: numero di fornitura, indirizzo,
nome cognome, orientamento sessuale, cibo preferito, religione,
gruppo sanguineo, se fai uso di droga (se si quale?).
Fortunatamente me la segue il truzzo dell'agenzia immobiliare (in realtà segue l'acquirente). Ieri mi
chiama e mi dice:”Serve una tua firma per il subentro del GAS, se
vuoi faccio uno scarabocchio io”. Nooo!!!
Ma l'utenza migliore da chiudere è ad oggi quella
telefonica: quella che è tutta intorno a te ma che in particolare ti
sta proprio dietro e, se fossi in te, non abbasserei troppo i
pantaloni. Per qualsiasi pratica chiama i call center o consulta il
sito. Buona la seconda. Che ti dice di chiamare il call center. Che
non sanno nulla. Ma nulla.
Mi son fatto l'idea che l'assistente
telefonica sia una sbarbina neolaureata (povera) che cerca su
internet le informazioni che tu già non hai trovato su internet.
Infatti se la chiami con il pc collegato al sito, puoi vedere passo
passo quello che ti sta leggendo. Così ho ripiegato su un tecnico
dei punti vendita che qualche dritta me l'ha data: o paghi la penale o paghi qualche
mese per niente. Ecco, le ho abbassate troppo....
(continua...)
p.s. Massimo rispetto per i poveri
operatori del call center... non volevo essere offensivo. Sapete,
sono quello che non riaggancia mai quando mi chiamate, anche se lo
fate alle 9 di sera che sto addormentando Pee... sono con voi,
ragazzi
martedì 25 ottobre 2011
Amici, romani, concittadini
Qualcuno mi ha segnalato problemi di visualizzazione del mio blog. Ancora?
E ora? ... e adesso?
A me non succede, nemmeno da altri computer
dicetemi
E ora? ... e adesso?
A me non succede, nemmeno da altri computer
dicetemi
venerdì 21 ottobre 2011
2011 Odissea tra le spezie
Di per se tre figli piccoli sono già
un bel passatempo, non servirebbe nemmeno il lavoro a tempo pieno per
arrivare stanchi a sera. Il trasloco è stato il carico da 11 anche
se, tutto sommato e ad essere onesti, la nuova sistemazione è molto
più che dignitosa e decisamente comoda dal punto di vista gestionale
(Un esempio a caso: mi scappa da cagare, mamma, me li guardi un
secondo?)
La cosa che rimpiango di più
dell'appartamentino non è gli Aristogatti, che Mari-chan ama
ricordare come una cosa che si faceva nella casa vecchia e ora non si
può più (l'ha deciso lei).
È il minimarket davanti all'ingresso
del condominio. Era della misura giusta, ne piccolo ne grande. Non
spostava mai le cose. Riuscivo a fare la lista della spesa in armonia
con l'ordine degli scaffali.
Ora ci sono due supermarket belli
forniti più o meno equidistanti, uno a nord e l'altro ad ovest.
Il
riferimento va dato rigorosamente con i punti cardinali perchè una
bussola è l'unica chance che avete di uscirne. Sabato vado in quello
più nuovo. È gestito da tal Grosta (simpatica locuzione dialettale
che significa Crosta) e, a dispetto del soprannome del capo, è bello
e ben fornito. Solo che io non ci sono abituato e mi sono perso.
Stessa cosa martedì in quell'altro, nonostante ci andassi anche anni
fa, prima di sposarmi.
Più o meno accade così: entro, ho la lista
in mano. C'è la frutta e la verdura. Ok, uguale. Leggo sul foglio
biscotti... no, non li vedo, forse provo con la carne, uff è laggiù!
Il laaaattteee no, zioccaro era prima torno indietro, il grana
eccolo. Il pane, ziolan la fila, prendo quello confezionato dov'è.
Ah, no, magari dopo, uh le merendine, le prendo anche se non sono
scritte, dicevo il prosciutto... l'avevo visto, ah, si, torno
indietro di due corsie. Uff uff. Yogurt yogurt yogurt... dove cazzo
è, in teoria vicino al latte, no. Dall'altra parte. Fagioli. Uh! Si
, puff puff. Carta igienica, shampoo, pannolini, plasmon, bibite,
spruss per i vetri, formaggio.... 45 minuti netti. 3 km e 800 metri a
piedi. Comprato un sacco di schifezzuole pochissimo salutari e dimenticato il latte. Me lo presti Mammaaaaa! (dicevo appunto che è
comoda, la nuova sistemazione)
lunedì 17 ottobre 2011
Little men walking
Breaking news! I gemelli camminano.
Entrambi!
La notizia è corsa veloce tra le mura
di casa e per i 9,6 km che dividono l'attuale residenza invernale dei
principini e la casa dei nonni “lontani”. Il dato sembra ora
consolidato dopo che, a 11 mesi, il Moe aveva mosso i primi passi
abbastanza sicuri per poi regredire inspiegabilmente, farsi superare
dal Pee (che trotterella già da un paio di settimane), esibirsi in
un fuoco fatuo una sera della settimana scorsa e “partire”
definitivamente questo week end.
Ora i commenti sono vari e
meriterebbero un'analisi accurata.
Ma tutto sommato, chi ce lo fa
fare?
Meglio un po' di sano qualunquismo alla comevieneviene.
Gli ansiosi dicono: adesso si che viene
il bello, hai finito di stare tranquillo, devi seguirli passo passo.
I pigri: è una benedizione, in braccio
iniziano a pesare.
I fatalisti: anche se hai cento occhi
quello che deve capitare capita.
Le guide alpine: li porto in giro dove
voglio io così imparano il comportamento corretto, eccetera
eccetera.
Credo che la verità stia nel mezzo
(ogni buon qualunquista deve saper usare le frasi fatte a cazzo).
Personalmente sono contento, perchè Moe
pesa quasi 12 kg che per la sua età è tantissimo. E poi mica sta
fermo: si dimena, mena (ha un affettività modello piccolo
australopiteco: a clavate), stringe (non immaginate il dolore quando
strizza i capezzoli). Meglio vederli tutti e tre trotterellando.
Ieri, mentre Mari-chan dormiva e Silver
stirava ci siamo concessi la prima domenica tra maschi di casa a
giocare a pallone.
Hanno riso come dei pazzi per mezz'ora nel cercare di calciare il pallone.
Alla fine erano talmente stufi che non stavano in
piedi, sembrava il tuffo sotto la curva del glorioso Vicenza di
Guidolin.
Anche io ho avuto il fiatone fino a sera, ulteriore prova dell'urgenza di una ripresa in mano della mia situazione fisica.
Comunque è vero che i pericoli sono sempre
in agguato. Sabato Pee è saltato fuori dalla culla, dio solo sa
come! Illeso.
Fortunatamente abbiamo un nuovo
alleato: la Peggy Sue.
La Peggy Sue è un Bovaro del Bernese
femmina che è nata lo stesso giorno dei gemelli. È il cane dei miei. In tre settimane è
già capitato almeno tre volte che abbia bloccato le fughe del Pee
(sempre il più discolo).Lo segue, lo fa sedere e gli si accovaccia davanti.
Se qualcuno cerca il cane adatto a
stare con i bambini non pensateci due volte.
Silver, che ha sempre odiato i cani, la usa anche
come aspirapolvere: quando i pargoli hanno finito di mangiare il
pavimento sembra reduce dal passaggio dell'Uragano Irene. Fai entrare
Peggy ed in un biz pulisce tutto. (Poi dateci di lisoformio che la Peggy c'ha un alito che piega le rotaie del treno)
mercoledì 12 ottobre 2011
Inserimento
Sono nel bel mezzo dell'inserimento al
nido di Pee e Moe (si l'ho fatto io). So che questo particolare fa
aumentare le mie quotazioni presso il genere femminile e lo cito
apposta.
Comunque non voglio creare false
speranze tra le mie ammiratrici e preferisco fare delle
considerazioni psico-pedagogiche sull'utilità del percorso di
inserimento in qualsiasi scuola di ordine e grado. Citando alcuni
importanti autori di cui non ricordo il nome, ma tanto non li
conoscereste, direi che l'inserimento è una pratica che ha preso
piede negli ultimi anni ma che, in buona sostanza, non serve ad una
beneamata minchia.
Intendiamoci: non voglio fare il
campione* che dice che “ai miei tempi ci lasciavano là e tanti
saluti”. Al massimo potrei dire che ai miei tempi c'erano le suore,
scorbutiche e con i baffi, e ora invece le bellefigheire delle
maestre. Ma questo non centrerebbe nulla.
Il nostro nido prevede un inserimento
di 3 settimane. Diconsi tre.
Tre settimane dove il tuo posto di
lavoro è seriamente a rischio perchè, naturalmente, gli orari sono
sempre gradevolmente scelti ad hoc per fottervi l'intera mattina. Si
inizia con un'ora. Poi due, poi due e mezza, poi tre, poi aggiungiamo
il pranzo, poi aggiungiamo il sonnellino, poi facciamo tutto al
contrario, a testa in giù, giocolando con i tre figli in aria come
clavette.
Tutti i passaggi per tre giorni
ciascuno.
Per fare l'inserimento al nido o sei
una desperate housewife o, come me, chiedi dispensa per servizio
militare, o per editto papale, o ti iscrivi alla CIGL che non si sa
mai.
Fortunatamente lavorare praticamente
con sole donne aiuta a ricevere una certa comprensione.
Detto questo torno a dire: non serve a
niente, sto inserimento.
Pee, dopo un quarto d'ora del primo
giorno si era già scordato di me e ci provava con una compagna
(questo ragazzo mi preoccupa, a che età è opportuno affrontare il
punto sulla contraccenzione?). Moe dope tre giorni era ancora
incollato ai miei pantaloni. All'alba del quarto giorno la maestra mi
fa: a sto punto è meglio se te ne vai. Cosa che, visti i risultati,
avrei potuto fare già il secondo giorno (volevo dire il primo, ma
concediamogli il beneficio del dubbio). E poi non è più cambiato
nulla: Moe piange ogni mattina ma si calma appena me ne vado.
Nonostante questo il programma va rispettato...
Quindi il percorso è ancora lungo ma
da domani proseguono le nonne (che dio o suo delegato le conservi
sempre in salute)
Chiudendo una nota di folklore:
nell'elenco dei siti di riferimento che portano al mio blog ho
trovato un sito porno. Chissà come c'è finito. In ogni caso non lo
conoscevo... c'è sempre un aspetto positivo.
I miei parenti ed amici hanno scoperto
il blog (finora clandestino). Chissà se la risposta alla domanda
precedente risiede in questa seconda considerazione.
* nella cultura contemporanea dei paesi pedemontani della provincia alto vicentina il campione è quello che Benni definirebbe come "tennico": colui che sa tutto di qualsiasi argomento ed ha una parola buona per tutti.
mercoledì 5 ottobre 2011
Vuoi un cartone? (tutorial)
Prendo spunto dalla bellissima Blog war
di questa settimana proposta dai miei amici virtuali Ford e CannibalKid per raccontare la mia avventura nel mondo dei Cartoons.
In parte un po' lo aveva già fatto in
passato ma ora mi sento pronto per l'evoluzione del percorso.
Infatti, se ai tempi di Aristocaz, il governo della programmazione
era pienamente in mano a Mari-chan, complice anche un nostro
sostanziale disinteresse per la programmazione televisiva e la
scarsità di tempo per guardare dignitosamente un film, oltre che,
ammettiamolo, il fatto che se la cucciola maggiore sta lì buona
mezz'oretta si riesce a preparare qualcosa di commestibile per tutti,
ora... il governo della programmazione è ancora in mano a
Mari-.chan.
Eppero il papi è furbo, oltre che
psicologo e un po' cantante e sempre meno chitarrista.
Ed il papà ha
sviluppato una tecnica che permette a tutta la famiglia di cambiare
l'antifona dopo che, alla ennesima visione, i titoli d'ingresso fanno
da sottofondo al rumore delle palle che si infrangono sul pavimento.
Breve premessa. Prima c'erano gli
Aristogatti. Visti e rivisti, anche in tedesco (che non parlo), una volta, per
rompere la monotonia. Poi un mesetto di DVD dell'asilo con Povia e
Cristina D'Avena sadicamente messi nella colonna sonora (ma vi
rendete conto?). Poi Anastasia ed Il Principe d'Egitto, intervallati
raramente da Ponyo (solo dai nonni materni se piove), Biancaneve e Il
Re Leone (con la canzone “Ha una patata”).
Mari-chan raramente vede un film intero: quasi
sempre si accontenta di un pezzetto, spesso è una canzone.
Ed è proprio la canzone la chiave di
volta che ci permette di intervenire.
In sostanza inizio in modo subliminale
a proporre il pezzo cantandolo nelle ninne nanne o nei momenti di
relax; è necessario impararlo bene perchè ti sgamano. Quando Silver
aveva iniziato a proporre “Quando viene dicembre” io non la
sapevo ancora. Dopo un po' Mari-chan si è rotta dei miei “na na na
na na na na dicembre” e mi ha detto: “Papà i cavalli, papà!”
Così è diventata “na na na cavalli na na dicembre” ma anche lì
è durata poco.
Comunque, una volta che inizia ad
affezionarsi fatte un giro su e-mule i-tunes e scaricate comprate la
traccia che vi interessa. Ascoltatela nei tragitti in macchina.
Poi, quatti quatti, dite: “Vuoi che
la ASCOLTIAMO anche in tv dopo?”
Ed il gioco e fatto.
Imparerete un sacco di belle canzoni.
Io sto cercando già di capitalizzare
l'investimento: sto corrompendo mio fratello e mio cognato per creare
un super gruppo musicale di sole cover di cartoons. Secondo me ai
festini dell'asilo si spopola. Saremo i re delle Milf.
lunedì 26 settembre 2011
Probabilmente uscì, chiudendo dietro a sé la porta verde....
Abbiamo salutato la nostra vecchia casa. Era un piccolissimo appartamento dove ultimamente non si
riusciva a camminare tanto eravamo stretti.
Ma era casa nostra.
Lì si è parlato, litigato, amato...
si è vissuto
Lì sono passate tantissime persone:
prima perchè “dai venite da noi che stiamo tranquilli, tanto la
signora di sopra è sorda”, poi perchè “ragazzi, non riusciamo
più a preparare grandi cene, ma se vi va una pizza, venite pure così
mettiamo i piccoli a letto presto”.
E sono proprio le persone che lo
avevano reso speciale e, senza falsa modestia, credo che noi lo
abbiamo reso speciale. Credo che mi mancherà, soprattutto nei primi
mesi, ora che siamo un po' in prestito.
Mi mancheranno i vicini pugliesi dal
cognome impronunciabile (il che purtroppo autorizza il circondario
leghistoide a chiamarli terroni) che facevano casino a tutte le ore,
ed il loro figlio che ci teneva ore
a parlare sulla rete di cinta usando solo la t (Tao, Taetato, tutto
tene? Tato tale, to problemi ton le tarole). Mi mancheranno i saluti
rumorosi di Daniela dal secondo piano, che li sentivano in piazza. Mi
mancheranno le figheire dell'altra palazzina con il quale facevo il
daddy-cool quando Mari-chan era piccola.
Mi mancherà Emilio, che trovavo in
garage a fumarsi la sigaretta di nascosto dalla moglie. Emilio che
sta male e forse non ce la farà. E sua moglie che passa ogni giorno
giù da Silver, a chiedere un consiglio ma soprattutto a piangere
senza che lui la veda.
Mi mancherà il garage lunghissimo che sembra quello dei film horror, la neve spalata da solo per tutto il palazzo, la luna e le stelle sopra la chiesa che si vede dal cortile, il profumo del gelsomino in primavera, il rosmarino condominiale, la spesa a piedi.
Sabato, facendo l'ultimo giro, per
assicurarsi che fosse stato raccolto tutto (ma proprio tutto), il
groppo è stato inevitabile. Come è stato inevitabile pensare a
quanti momenti (soprattutto belli, fortunatamente) si sono vissuti lì
dentro...
Ma non siamo gente che vive di ricordi,
semplicemente ci piace ricordarli.
perciò avanti tutta....
mercoledì 21 settembre 2011
Al servizio del cittadino
Segnalo questa circolare INPS che da evidenza di fondi stanziati in favore dell'occupazione dei giovani genitori. Se non ho capito male (io fortunatamente non rientro nella casistica) è la possibilità per le aziende di ricevere un incentivo in caso di passaggio a tempo indeterminato di una giovane mamma o giovane papà che è già in organico come precario.
Megli saperlo che non saperlo. Sapetelo!
Circolare INPS
Baideuei, ho scoperto che non mi considerano più un giovane genitore. Posso sempre rifugiarmi dietro all'idea che in realtà sono escluso perchè già lavoro a tempo indeterminato
Megli saperlo che non saperlo. Sapetelo!
Circolare INPS
Baideuei, ho scoperto che non mi considerano più un giovane genitore. Posso sempre rifugiarmi dietro all'idea che in realtà sono escluso perchè già lavoro a tempo indeterminato
lunedì 19 settembre 2011
Assenz(i)a
Sono assente e lo sarò, penso, per un po'. Non me ne vogliate se non passo nei vostri blog e se non scrivo per un po' (questa magari è più facile da sopportare ;-)
Stiamo traslocando. Nella parola tras-loco io calco sempre il "loco" con accezione spagnola del termine. C'è da uscire pazzi.
E pazzi stiamo uscendo. Non c'è nessuna proporzione tra lo spazio e ciò che c'è dentro... viviamo in 60 mq? C'è roba per il doppio del posto...
Poi la logistica è un casino: serve qualcuno che bada ai pupi, uno che guida il furgone, una che decide dove va cosa, uno che inscatola, due-tre energumeni che portano gli scatoloni...
Io mi sono trovato a coprire almeno tre ruoli...
Risultato: "passaggio" alla nuova soluzione temporanea (ex garage dei miei, rimesso a nuovo) sabato prossimo.
Intanto restiamo dove siamo con un setting che sembra una piece di teatro minimalista: no mobili, no soprammobili, no libri, no riviste, no cd, no dvd, no elettrodomestici inutili, qualche scatolone, letti.
Moe ha pure l'ernia inguinale da operare. E Marichan la febbre
Che si diceva la settimana scorsa sulle bestemmie?
Stiamo traslocando. Nella parola tras-loco io calco sempre il "loco" con accezione spagnola del termine. C'è da uscire pazzi.
E pazzi stiamo uscendo. Non c'è nessuna proporzione tra lo spazio e ciò che c'è dentro... viviamo in 60 mq? C'è roba per il doppio del posto...
Poi la logistica è un casino: serve qualcuno che bada ai pupi, uno che guida il furgone, una che decide dove va cosa, uno che inscatola, due-tre energumeni che portano gli scatoloni...
Io mi sono trovato a coprire almeno tre ruoli...
Risultato: "passaggio" alla nuova soluzione temporanea (ex garage dei miei, rimesso a nuovo) sabato prossimo.
Intanto restiamo dove siamo con un setting che sembra una piece di teatro minimalista: no mobili, no soprammobili, no libri, no riviste, no cd, no dvd, no elettrodomestici inutili, qualche scatolone, letti.
Moe ha pure l'ernia inguinale da operare. E Marichan la febbre
Che si diceva la settimana scorsa sulle bestemmie?
mercoledì 14 settembre 2011
Blasphemy teraphy
Ci sono cose inconfessabili...
Che nemmeno su un blog bisognerebbe
dire. Una di questa è il fatto che capita di avere istinti
aggressivi verso i figli. È normale, credo.
È meno scontato riuscire a
controllarsi... ognuno ha le sue tecniche. Io mi sfogo
sguinzagliando il peggior turpiloquio di tutto il campionario.
E dire che arrivo da una famiglia dove
praticamente non si diceva nessuna parolaccia (a parte l'intercalare
“casso” che in veneto non significa proprio “cazzo”,
significa.... no, significa “cazzo”! Però detto in veneto non
sembra, ha una accezione più morbida (è un cazzo inoffensivo, in
sostanza).
Torniamo al dunque: mi sfogo con le
parolacce. Ma vado giù di brutto. Soprattutto durante l'imboccamento
e l'addormentamento/risvegli notturni.
E sapete qual'è il bello.
I piccoli si divertono. L'altra sera,
dopo l'ennesimo tentativo fallito di appoggiare Jack sul letto (non
ne voleva sapere di dormire e l'ho cullato per circa un'ora), l'ho
seduto sul seggiolone e gliene ho dette di tutti i colori. E lui giù
a ridere. Avrei voluto registrarlo.
E sapete qual'è l'ancora più bello?
Ridendo lui ha fatto ridere me, mi sono
calmato e sono riuscito a farlo dormire (se sei agitato non si
addormentano mai).
Per cui sotto di Porcoterapia.
Di seguito alcuni estratti dal dialogo
di ieri sera:
El_Gae: “Somaro”
Jack: “Ah ah ah”
E:”Suino”
J:”Ah ah ah (più acuto)”
E:”Stronzetto”
J:”Iiiiiiih”
E:”Sei arrivato per sbaglio! Lo sai,
vero?”
J:”ah ah ah, iiii, ghhh (estasi)”
E:”Ti propongo per la pubblicità dei
preservativi, sai?”
J:”ah ah ah, pa pa ppppa!”
E:”Maledetto quel divano infingardo e
la programmazione deludente della rai”
J:”eh eh eh eh eh eh (quasi con le
convulsioni dal ridere)”
E:”Sei una figarella, con te non ci
parlo (ma già fatico a reggere)”
J:”gggghhhhhh, pa pa pa pa pa pa (e
manate sul tavolo, che Jack è un po' cavernicolo, esterna la
felicità a clavate).
Approvato dall'associazione genitori di
casa mia, aut min ric, può dare dipendenza leggere attentamente il
foglietto illustrativo
lunedì 12 settembre 2011
Dieci anni dopo
Non ho scritto nulla ieri e scriverò poco oggi. Non sono bravo a ricordare le cose, tendo sempre a colorirle con foto, impressioni e dialoghi avvenuti dopo. Oppure li faccio aderire, non proprio consapevolmente, all'ideale.
Ma alcune cose che ho letto recentemente sui vari blog hanno risvegliato le sensazioni di quei giorni e di quelli successivi.
Come molti ero al lavoro e, quando l'ho saputo, ho acceso subito la tv. Le immagini mi hanno colpito subito e, contrariamente a quanto mi sarebbe piaciuto, mi sono sentito elettrizzato, quasi eccitato. Io sono fatto così: il panico non mi prende mai subito. Mi succede sempre: quando qualcuno mi comunica una gravidanza o, peggio, una grave malattia. In quel momento devo sempre fare il possibile per non sembrare inadeguato. A volte mi ha anche tolto dai pasticci, questa mia caratteristica (se penso al sangue freddo di certi interventi come bagnino).
Ma torniamo al 9/11.
Non riuscivo a capire perchè tutti si spaventassero così tanto... io la consideravo un'azione-reazione normalissima: gli americani hanno sempre fatto il cazzo che volevano, prima o poi qualcuno si incazza.
Però poi, alla sera, mi ha preso una tristezza sovrumana, passata l'elettricità dei primi attimi. Quei primi piani sfocati sulle persone che cercavano disperatamente di mettersi in salvo al di sopra delle fiamme. E che cadevano giù (o si lanciavano). E non centravano nulla.
Quella sera Silver mi è uscita con una perla che ricordo ancora: "Tutte le grandi civiltà del passato sono cadute in modo traumatico, forse sta capitando anche con gli USA".
E poi la politica che spara cazzate e i cretini che festeggiano in piazza...
Una ferita che si è riaperta ieri e che volevo condividere. Assieme al dolore, ancora più grande, per la guerra che purtroppo non ha ancora avuto fine.
Ma alcune cose che ho letto recentemente sui vari blog hanno risvegliato le sensazioni di quei giorni e di quelli successivi.
Come molti ero al lavoro e, quando l'ho saputo, ho acceso subito la tv. Le immagini mi hanno colpito subito e, contrariamente a quanto mi sarebbe piaciuto, mi sono sentito elettrizzato, quasi eccitato. Io sono fatto così: il panico non mi prende mai subito. Mi succede sempre: quando qualcuno mi comunica una gravidanza o, peggio, una grave malattia. In quel momento devo sempre fare il possibile per non sembrare inadeguato. A volte mi ha anche tolto dai pasticci, questa mia caratteristica (se penso al sangue freddo di certi interventi come bagnino).
Ma torniamo al 9/11.
Non riuscivo a capire perchè tutti si spaventassero così tanto... io la consideravo un'azione-reazione normalissima: gli americani hanno sempre fatto il cazzo che volevano, prima o poi qualcuno si incazza.
Però poi, alla sera, mi ha preso una tristezza sovrumana, passata l'elettricità dei primi attimi. Quei primi piani sfocati sulle persone che cercavano disperatamente di mettersi in salvo al di sopra delle fiamme. E che cadevano giù (o si lanciavano). E non centravano nulla.
Quella sera Silver mi è uscita con una perla che ricordo ancora: "Tutte le grandi civiltà del passato sono cadute in modo traumatico, forse sta capitando anche con gli USA".
E poi la politica che spara cazzate e i cretini che festeggiano in piazza...
Una ferita che si è riaperta ieri e che volevo condividere. Assieme al dolore, ancora più grande, per la guerra che purtroppo non ha ancora avuto fine.
mercoledì 7 settembre 2011
Te lamenti ma che te lamenti?
Siamo nati per lamentarci,
vero o no?
Ha fatto un caldo atroce per mesi e al
primo giorno di pioggia c'era già chi imprecava per il maltempo. Lo
confesso: ero io! È che hanno aperto il cantiere della casa nuova e
adesso ogni giorno di pioggia è un giorno perso di lavoro... Ma
potrei anche non lamentarmi perchè, a ben guardare, non ho lo
sfratto e non abito sotto un ponte.
Lo stesso vale per il lavoro: chi non
ce l'ha giustamente si lamenta. Io che ce l'ho mi lamento lo stesso,
anche se farei meglio di no, nel rispetto di chi non ce l'ha.
Lavoro tanto. Ma tanto tanto. "Troppo!" direbbero quasi tutti, credo. A parte i folli che lavorano con me;
che lavorano anche di più perchè non hanno la fortuna di avere tre
figli sotto i tre anni da accudire alla sera. Pensate che ieri
abbiamo scioperato. Però, siccome si protestava contro i tagli al
sociale, non abbiamo voluto chiudere i servizi (Comunità e Centri
Diurni) per non “accanirci” anche noi contro le persone che già
subiranno i tagli. Per cui qualcuno è andato in piazza, gli altri,
in meno, hanno fatto tutto il resto. Aggratis! Cioè: sia i
piazzaioli che quelli che hanno garantito il servizio hanno deciso di
rinunciare allo stipendio per solidarietà. E non c'è un capo che ha
deciso, lo abbiamo deciso tutti assieme (quasi) all'unanimità (chi
non ha aderito allo sciopero avrà la sua paga).
Va be, non volevo dire questo, volevo
dire che sono leggermente stanco. Siccome sono stanco divago
copiosamente. Capita.
Nessuno di quelli che lavora con me
legge il blog (quasi nessuno di quelli che conosco, a dire il vero)
per cui posso scrivere serenamente che vorrei lavorare a part time.
Io sono tarato sul part time. I giorni
che faccio 6 ore combino di più di quelli in cui lavoro 12, Silver è felice perchè trova la cena, Mari-chan non ricerca la mia attenzione facendo il macaco, dopo tre giorni di fila i gemelli mi riconoscono.
Una moglie in carriera ed un padre
part-time che segua i figli... si può fare?
Una volta ho fatto un conto: se
lavorassi come psicologo potrei guadagnare gli stessi soldi lavorando
metà.
Perchè non ho fatto lo psicologo? Perchè inizialmente mi
sembrava più bello restare qui, a cambiare il mondo. Poi non è
facile trovare qualcuno che ti paghi per fare lo psicologo. Forse
spero ancora che si possa cambiarlo questo mondo. Forse è
sufficiente che i gemelli dormano la prossima notte.
intanto vi segnalo questo link, se vi va di dare un'occhiata.
lunedì 5 settembre 2011
La storia di Biancaneve (tutorial per raccontare le fiabe)
Le fiabe possono farti uscire di testa. Lo dico
a mo' di premessa.
Sapete qual'è la teoria delle favole,
no? Un tempo c'erano molte più fiabe di adesso. Però i bimbi
volevano farsi raccontare sempre le stesse (immagino a seconda delle
latitudini e longitudini) e, tramandandole di generazione in
generazione per via orale, un po' alla volta sono rimaste solo le più
conosciute. Poi sono arrivati i Grimm, Perrault, Andersen,
antesignani degli scrittori “copia-incolla da internet” ed hanno
organizzato il tutto.
Penso che, a poterla recuperare, la
versione originale, l'embrione di partenza della fiaba, risulterebbe
molto diversa da quella che c'è arrivata.
Per cui io non mi faccio particolari
problemi a cambiarle.
Lo consiglio a tutti i genitori. I
figli si divertono un sacco e voi guadagnerete in salute e
prevenzione della demenza senile (che ripetere sempre le stesse cose
non fa mica bene)
Ultimamente a casa nostra tira la Biancaneve e i sette nani
Nella mia versione la
matrigna è una Milf ricchissima ma in evidente stato carenza
di manico.
Biancaneve è Bianky una sciacquetta
che fa gli occhi dolci al cacciatore, il quale cacciatore è proprio
un tonto che non ci prova con nessuno: pazienza la minorenne, ma
nemmeno con la Milfona della matrigna.
Comunque la Bianky rimane nella casetta
nel bosco solo perchè è curiosa di scoprire se è valida la regola
della L.
La Matrigna è assolutamente ignara
delle regole del Marketing e comunicazione perchè per regalare la
sua mela, invece di vestirsi da giovane rampante con il taileur, si
cammuffa da vecchiaccia incartapecorita. Oltretutto, una volta
riuscitaci, cosa fa? La uccide? No, la addormenta. Ma dico, già che
c'eri cosa ti costava? Cercavi le attenuanti generiche?
E poi il Principe... No dico, il
Principe. Un cretino vestito come Carla Fracci che si innamora di un
cadavere. Parliamone: ma vermaente intere generazioni di ragazze sono
sbroccate al pensiero che possa arrivare un individuo così a
prenderle?
Concludendo: i maschi ci fanno una figuraccia, a partire dal padre che, sfortunato a restare vedovo, per carità, si sposa con questa stronza... è proprio vera quella del carro di buoi che tira meno... ecco.
In ogni caso la regola della L non vale, credo. Sennò perchè Bianky sarebbe andata col principe?
giovedì 1 settembre 2011
L'alba dell'anno dopo
Questo non è un vero post.
Solo che esattamente un anno fa, alle 10,29 nascevano Moe e Pee (nell'ordine). Allo stesso minuto. E, ad un anno di distanza, rimane l'unico punto in comune tra i due.
A seguire una breve lista dei commenti più "carini" delle persone che abbiamo incontrato in questo primo viaggio tutti assieme:
"Ma sono di sacchi diversi? Allora non sono gemelli!" (no, sono anche di padri diversi)
"Sono eterozigoti? Allora è come se non fossero gemelli" (venga lei signora a svegliarsi due volte a notte, allora)
"Sono proprio identici" (a parte gli occhi e i capelli di colore diverso ed il kilo e mezzo di differenza)
"Ma quando piange uno piange anche l'altro?"
"Ma secondo voi si sentono anche se non si parlano?" (e non sa i commenti che stanno facendo ora su di lei)
ma il masterpiece è in assoluto la frase che Silver ed io ci ripetiamo spesso, per buttare a ridere i momenti più duri (mi si perdoni il dialetto veneto ma in italiano perde la musicalità)
"Ah, cari! Tribolo de pi mi co uno" (trad. Cari amici, fatico molto di più io che ne ho solo uno) (ma vaffanculo, va!)
auguri ai miei ragazzi
(forse mi è venuto un po' acido ma non era intenzione... in realtà mi sto divertendo abbastanza a fare il padre)
Solo che esattamente un anno fa, alle 10,29 nascevano Moe e Pee (nell'ordine). Allo stesso minuto. E, ad un anno di distanza, rimane l'unico punto in comune tra i due.
A seguire una breve lista dei commenti più "carini" delle persone che abbiamo incontrato in questo primo viaggio tutti assieme:
"Ma sono di sacchi diversi? Allora non sono gemelli!" (no, sono anche di padri diversi)
"Sono eterozigoti? Allora è come se non fossero gemelli" (venga lei signora a svegliarsi due volte a notte, allora)
"Sono proprio identici" (a parte gli occhi e i capelli di colore diverso ed il kilo e mezzo di differenza)
"Ma quando piange uno piange anche l'altro?"
"Ma secondo voi si sentono anche se non si parlano?" (e non sa i commenti che stanno facendo ora su di lei)
ma il masterpiece è in assoluto la frase che Silver ed io ci ripetiamo spesso, per buttare a ridere i momenti più duri (mi si perdoni il dialetto veneto ma in italiano perde la musicalità)
"Ah, cari! Tribolo de pi mi co uno" (trad. Cari amici, fatico molto di più io che ne ho solo uno) (ma vaffanculo, va!)
auguri ai miei ragazzi
(forse mi è venuto un po' acido ma non era intenzione... in realtà mi sto divertendo abbastanza a fare il padre)
venerdì 26 agosto 2011
Papi-blues
Non trovate che il blues sia una cosa grandiosa? No? Nemmeno io, a dire la verità. Lo ascolto sempre volentieri ma fatico a dedicargli troppo tempo, ad un certo punto viene a noia.
Suonarlo è diverso, di solito ci si diverte a suonare il blues e, teoricamente, permette di fare molti live e poche prove se sei uno bello tosto (che però non è il mio caso)
Ma non volevo parlare di questo;
Ho scoperto di recente che il baby-blues non è la depressione post-partum ma (cito dalla cara vecchia zia Wiki): “è un disturbo frequente e transitorio dopo parto che associa inquietudine volta nei riguardi del neonato, irritabilità e umore depressivo di lieve intensità. Preannuncia talvolta l'inizio di una psicosi da puerperio”.
Vorrei dire che capita anche agli uomini. Per lo meno a me è capitato.
Delle due l'una: o ha ragione A.L. la collega che sostiene che io non faccio testo perchè ho la sensibilità di una donna e che le dispiace che io non abbia l'utero per provare l'esperienza del parto o i papà, ancora una volta, non se li fila nessuno.
Non sono qui a fare piagnistei, o a lamentare ingiustizie. Mi piacerebbe capire perchè la cosa non viene sviscerata sul versante maschile.
Mi sono dato tre risposte:
La prima risposta è sociale: il maschio può reagire fuggendo e non è (ancora, spero) considerato un grosso problema. Se la mamma fugge si trova addosso gli occhi di tutti. E per fuga non intendo solo scappare di casa in senso stretto.
La seconda risposta è clinica. Forse nel maschio non si modificano gli ormoni o altre cose così.
La terza è che la ginecologia/ostetricia è una dei posti più sessisti che mi sia mai capitato di frequentare. Suggerirei uno slogan da scrivere sulla porta del reparto: “Il cazzo ha già fatto danni, resti fuori da questo corridoio”.
La mia esperienza, comunque è questa:
Quando è nata Maria, un po' sono andato in tilt. Non tanto e non esteriormente. Però ero leggermente in ansia al pensiero che tutto sarebbe inevitabilmente cambiato, ora, con un bebè. L'ansia mi ha accompagnato durante la degenza in ospedale di Silver, mi ha lasciato un attimo quando Mari-chan ha visto il mondo fuori dall'auto (lo so che i bimbi non vedono così lontano, ma sembrava curiosa di guardare fuori), mi ha ripreso lo stomaco un attimo dopo. Era sabato. Poi domenica è arrivata, chissà da dove, la pasta all'acqua. In un centinaio di scomode buste campioncino. Silver (genio) ha recuperato un barattolino di crema vecchio, l'ha lavato e mi ha detto: “Svuota tutte le bustine in questo barattolo che poi è più comodo utilizzarla”. È così, con le mani sporche di pasta bianca, che ho smesso di pensare di esser diventato un padre e lo sono diventato.
domenica 21 agosto 2011
L'ultima di Vasco
disclaimer: questo non è un post sulla paternità :D
Non sono mai stato un fan di Vasco ma non sono stato mai nemmeno un suo detrattore.
Mi spiego meglio: credo che sia un pessimo cantante, tecnicamente parlando e che le canzoni, che solitamente non si reggono su giri particolarmente originali, siano però arrangiate e suonate alla grande dal supergruppo che si ritrova alle spalle e dagli altrettanto ottimi musicisti che lavorano dietro alle quinte.
Sarebbe ancora troppo facile, perchè credo che il Vascone nazionale abbia anche altre doti di comunicazione fuori dal comune perchè altrimenti non si spiegherebbe come mai Gaetano Curreri, ottimo musicista e compositore, non riesca nemmeno lontanamente ad avvicinare con gli Stadio il successo dell'amico per il quale scrive molte musiche e cura gli arrangiamenti.
La settimana scorsa però ho (ri)scoperto "Eh Gia" che avevo sentito solo di sfuggita quand'era uscita e che sapete, mi piace proprio tanto.
Dirò di più, in alcuni passaggi mi ha commosso, anche dopo più ascolti. Sarà che ormai c'ho un'età da bilanci anche io, o non so cosa, però è così (questo periodo un po' sconclusionato deve essere uno dei primi effetti dell'ascolto prolungato)
Così capitava che girassi per casa ad urlare "Io sono ancora qua", con Mari-chan che dall'altra stanza alzava gli occhi dai bambolotti per rispondere "Eh, cià!"
La cosa che però non ho mai sopportato nell'universo vaschiano è la dedizione talebana di molti fans che, pare, non riescano ad ascoltare altro, che è bravo solo lui ed il resto è merda, che fischiano tutti quelli che suonano prima o dopo: al Primo Maggio di qualche anno fa (con Silver in travaglio, s'aspettava Mari) ho sentito con queste orecchie fischiare Robben Ford (divino chitarrista blues) che aveva il solo torto di essere salito sul palco dopo il signor Rossi.
Vorrei fare un appello: rilassatevi.
Anni fa, quando con gli amici del paese avevamo messo su la nostra prima band ed andavamo in giro a vessare le sagre paesane con il nostro rock, non mancava una volta che arrivasse il giovinotto ubriaco a dirci:"Oh, grandi, mi fate l'ultima di Vasco?"
Non sono mai stato un fan di Vasco ma non sono stato mai nemmeno un suo detrattore.
Mi spiego meglio: credo che sia un pessimo cantante, tecnicamente parlando e che le canzoni, che solitamente non si reggono su giri particolarmente originali, siano però arrangiate e suonate alla grande dal supergruppo che si ritrova alle spalle e dagli altrettanto ottimi musicisti che lavorano dietro alle quinte.
Sarebbe ancora troppo facile, perchè credo che il Vascone nazionale abbia anche altre doti di comunicazione fuori dal comune perchè altrimenti non si spiegherebbe come mai Gaetano Curreri, ottimo musicista e compositore, non riesca nemmeno lontanamente ad avvicinare con gli Stadio il successo dell'amico per il quale scrive molte musiche e cura gli arrangiamenti.
La settimana scorsa però ho (ri)scoperto "Eh Gia" che avevo sentito solo di sfuggita quand'era uscita e che sapete, mi piace proprio tanto.
Dirò di più, in alcuni passaggi mi ha commosso, anche dopo più ascolti. Sarà che ormai c'ho un'età da bilanci anche io, o non so cosa, però è così (questo periodo un po' sconclusionato deve essere uno dei primi effetti dell'ascolto prolungato)
Così capitava che girassi per casa ad urlare "Io sono ancora qua", con Mari-chan che dall'altra stanza alzava gli occhi dai bambolotti per rispondere "Eh, cià!"
La cosa che però non ho mai sopportato nell'universo vaschiano è la dedizione talebana di molti fans che, pare, non riescano ad ascoltare altro, che è bravo solo lui ed il resto è merda, che fischiano tutti quelli che suonano prima o dopo: al Primo Maggio di qualche anno fa (con Silver in travaglio, s'aspettava Mari) ho sentito con queste orecchie fischiare Robben Ford (divino chitarrista blues) che aveva il solo torto di essere salito sul palco dopo il signor Rossi.
Vorrei fare un appello: rilassatevi.
Anni fa, quando con gli amici del paese avevamo messo su la nostra prima band ed andavamo in giro a vessare le sagre paesane con il nostro rock, non mancava una volta che arrivasse il giovinotto ubriaco a dirci:"Oh, grandi, mi fate l'ultima di Vasco?"
sabato 13 agosto 2011
Tutorial Unplugged (una cacata vi seppellirà)
Nel caldo della pianura padana-pedemontana, tra uno sgombero garage e un viaggio in furgone a traslocare libri (soprattutto) e cambi di stagione, dico una cosa che farà storcere il naso ai puristi dell'ecologia: I pannolini lavabili sono una grandissima bufala.
E lo dico da uno che li userebbe molto volentieri. Come perchè?
All'ecocentro del paese mi conoscono tutti: sono quello dei pannolini.
Quando Mari-chan era piccola c'erano ancora i bidoncini in giro per le strade. Uscivo quatto quatto nottetempo e portavo un sacchetto alla volta. Li hanno tolti perchè ledevano il decoro (era anche vero, per quello).
"Li metta nel secco".
Mavaffa, a 7 euro cadauno per ogni svuotamento in più. Lo sa quanti pannolini producono tre culetti ben nutriti?
"Li porti all'ecocentro". Così ogni settimana arrivo con un monovolume carico di pacchibomba che conferisco negli appositi container. Da quando i gemelli sono passati ai cibi normali, poi, anche il resto è "normale", per cui sto migliorando anche in apnea. Pellizzari fammi una sega!
I lavabili, dicevo; non funzionano. Inatanto bisogna lavarli (e una lavatrice al giorno consuma energia, e questo non è ecologico). Ma poi bisogna ascigarli... cazzo nessuno che lo dica. Lo dico io: i pannolini lavabili non si asciugano mai!
Per cui: o vi munite di asciugatrice (a casa mia non ci sta, per cui niente) o li mettete umidi e oltre alla cacca al mattino raccogliete muschi e licheni. Da tirchio quale sono, ricordo che anche l'asciugatrice consuma. Per cui la domanda cruciale è: saranno veramente ecologici dei pannolini che ti fanno fare una lavatrice ed una asciugatrice al giorno?
Ai postumi l'ardua sentenza.
Nel frattempo Mary ha raggiunto il controllo sfinterico facendo diminuire di un terzo gli accessi all'ecocentro. Gli addetti sono già in pensiero.
Che post insulso. Fa proprio caldo.
E lo dico da uno che li userebbe molto volentieri. Come perchè?
All'ecocentro del paese mi conoscono tutti: sono quello dei pannolini.
Quando Mari-chan era piccola c'erano ancora i bidoncini in giro per le strade. Uscivo quatto quatto nottetempo e portavo un sacchetto alla volta. Li hanno tolti perchè ledevano il decoro (era anche vero, per quello).
"Li metta nel secco".
Mavaffa, a 7 euro cadauno per ogni svuotamento in più. Lo sa quanti pannolini producono tre culetti ben nutriti?
"Li porti all'ecocentro". Così ogni settimana arrivo con un monovolume carico di pacchibomba che conferisco negli appositi container. Da quando i gemelli sono passati ai cibi normali, poi, anche il resto è "normale", per cui sto migliorando anche in apnea. Pellizzari fammi una sega!
I lavabili, dicevo; non funzionano. Inatanto bisogna lavarli (e una lavatrice al giorno consuma energia, e questo non è ecologico). Ma poi bisogna ascigarli... cazzo nessuno che lo dica. Lo dico io: i pannolini lavabili non si asciugano mai!
Per cui: o vi munite di asciugatrice (a casa mia non ci sta, per cui niente) o li mettete umidi e oltre alla cacca al mattino raccogliete muschi e licheni. Da tirchio quale sono, ricordo che anche l'asciugatrice consuma. Per cui la domanda cruciale è: saranno veramente ecologici dei pannolini che ti fanno fare una lavatrice ed una asciugatrice al giorno?
Ai postumi l'ardua sentenza.
Nel frattempo Mary ha raggiunto il controllo sfinterico facendo diminuire di un terzo gli accessi all'ecocentro. Gli addetti sono già in pensiero.
Che post insulso. Fa proprio caldo.
giovedì 4 agosto 2011
Autoreferenziale, autocelebrativo, autolesionista
Visto che qualcuno lo ha richiesto e per evitare che si cominci a dubitare del fatto che qualche volta ho suonato per davvero, posto un video dove strimpello io. È l'unico che mi sia capitato tra le mani, a dir la verità, ma ha anche un grande valore simbolico.
È stato preso in una serata “Live Time” che a Vicenza ogni tanto vengono organizzate da un gruppo di personaggi che fino a qualche anno fa facevano capo al portale VicenzaLive e che ultimamente, dopo alcuni momenti di fatica del gruppo storico, sono state prese in carico dal progetto “Fat Bottomed Boyz”: una band aperta ed in continua evoluzione.
Il gioco è più o meno sempre lo stesso: uno organizza la serata, contatta un locale e decide l'argomento (ultimamente vanno forte le serate a tema). Posta poi una scaletta sul Blog e chiede a tutti la disponibilità a partecipare. Si fa carico, anche, di tenere le fila dei musicisti (elenco di chi fa cosa, eccetera). Poi si fa il giro per capire chi può procurare impianto, amplificatori, batteria, eccetera. Si decide, attraverso facebook, blog o altro, la versione da suonare (live o studio), ci si trova là un'ora prima a montare e si suona, senza prove e, spesso (anche se ormai ci conosciamo tutti) senza esserci mai visti.
Quella sera di agosto di un anno fa si omaggiava i Rolling Stones. Io ero reduce da una gravidanza gemellare durissima di mia moglie (a riposo dal terzo mese) che si stava concludendo proprio in quei giorni. La sera prima Silver era stata inaspettatamente ricoverata per sicurezza ma, proprio lei, mi spinto a partecipare lo stesso “Tanto alle otto ti cacciano dal reparto, cosa fai a casa solo? E poi, per un po', dovrai riporre la chitarra nell'armadio, meglio che ne approfitti”. Quanto la amo. Mi si perdonerà il look approssimativo visto che, per l'occasione, mi ero dimenticato di comprare le lenti a contatto (scaramanticamente non suono mai con gli occhiali) ma avevo imparato a suonare la chitarra accordata in sol aperto. Nella vita bisogna saper fare delle scelte.
Tre giorni dopo sono nati Pee e Moe.
p.s. Io sono quello a dx
p.p.s Chiedo venia per qualche stecchetta. È pur sempre una jam
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