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lunedì 17 dicembre 2012

Se sei un angelo, batti le ali

Ci sono cose che ti fanno pensare di essere stato fortunato, nella vita.
Io ad esempio sono contento di avere avuto i figli tutti estremamente vicini (che tre più vicini di così, è dura a farceli stare).
La consapevolezza mi è venuta qualche settimana fa quando, ad una serata qui al lavoro, un collega lui pure con tre figli, solo un po' più "spaziati", mi ha confessato: "Sono al decimo anno consecutivo di recita dell'asilo, carro della stella, bancharella con i lavoretti".
Cazzo, dieci anni!
Senza condizionale.
Ci sono sentenze per omicidio con pene più leggere.
Ho fatto subito un paio di conti: alla fine me la caverò con 5 anni in totale.
In fondo non è male.
Ieri è andato in scena lo spettacolo natalizio dell'asilo dove vanno i miei. Essendoci il nido integrato per qualche istante sono stati in scena simultaneamente tutti e tre, con un certo imbarazzo a decidere quale dei tre guardare/seguire/fotografare, visto che l'happening si svolgeva in un palazzetto dello sport per mancanza di strutture più adeguate.
Per certi aspetti devo dire che sono ammirevoli sia i bimbi che le maestre: riuscire a fare quattro movimenti giusti in uno spazio enorme senza, oltretutto, aver mai potuto provare, è veramente degno di nota.
Soprattutto se penso che per anni ho "animato", assieme ad alcuni amici, un gruppo di teatro con degli adolescenti qualcuno dei quali, dopo decine di prove, ancora sbagliava i tempi di entrata ed uscita.
Aveva ragione il signor Miyagi: cattivo allievo dipende da cattivo maestro. (dai la cera togli la cera)
Poi ho il sospetto che il mio post dello scorso anno (dove dicevo che il segreto del successo delle recite era mettere di schiena verso il pubblico tutte le maestre con un bel culo) sia stato letto: quest'anno tutte belle dritte e faccia ai genitori. Con buona pace dei papà allupati.
Invece, in un anno, ho raggiunto una consapevolezza: il DVD della recita sarà rivisto fino alla nausea dalla Triplice Alleanza. Almeno fino a giugno, quando subentrerà quello della recita di fine anno.
Vedi come cambiano le cose? Prima a fare lo snob con le recite dell'asilo, ora ad augurarsi che ce ne siano per poter cambiare, una volta ogni tanto, il DVD nel lettore.

giovedì 22 dicembre 2011

L'Asilopanettone

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Non ho nessuna intenzione di fare la trilogia di Natale. Non volevo nemmeno fare la bilogia (si potrà dire bi-logia?)
Però non posso esimermi da lasciare due righe per i posteri (o per i postumi o per i posteriori) a riguardo dell'evento, che sta proprio a mezza via tra lo spettacolo e lo scempio, che, in modo quasi universale, coinvolge gran parte della popolazione occidentale.
Come dite? Lo shopping di massa? No! Il Telethon? No! Il Cinepanettone? No (anche se come scempio...)
La Recita di Natale dell'asilo.
È una pena, diciamocelo. Basta con questo conformismo perbenista, catto-catechista, domocristian-buonista. Quando Dio ha cacciato Adamo ed Eva dal giardino dell'Eden non doveva limitarsi a dire: “partorirai con dolore”. Troppo facile! Doveva specificare le postille: “Per tutta la durata del Nido e della scuola materna dovrai sorbirti le recite di Natale”.
Il setting ha il suo peso, ad onor del vero: lo spettacolo va in scena in un palazzetto dove giocano a Hokey a rotelle. Quindi tra te e i piccoli che recitano c'è anche la rete di protezione. Vedi tuo figlio a scacchi.
Il palazzetto è grande. Se i bimbi parlano non si sente, se cantano si sente poco. Se serve la base, la base supera le voci.
Servirebbe un teatro, ma il teatro non c'è.
Ma le maestre sono i gamba e non si perdono d'animo, sempre pronte, come sono, a valorizzare le qualità nascoste di ciascuno; prendono le due colleghe con il culo più bello e le incaricano di fare da guida ai bimbi dentro il campo da gioco. Queste stanno tutto il tempo accovacciate schiena al pubblico, per riuscire a parlare con i bimbi, ad imbeccarli nelle canzoni, a suggerire i passi.
Se le voci non si sentono pazienza, mettono la musica originale sotto, a tutto volume. I bimbi praticamente cantano in playback.
Penoso? Beh... si, un po' si!
Quest'anno però hanno cambiato il canovaccio. La solita storia del mistero di Maria incinta eccetera eccetera era un po' muffita, dopo 10 anni di utilizzo. (Perfino i papà iniziavano ad avere qualche dejavu dopo tre o quattro anni di visione)
Sono passati ad una composizione tipo art attak: ogni classe entrava, cantava e mimava una canzone, metteva un pezzo della composizione (alla fine era un presepio+albero di natale) e si fermava sullo sfondo, in attesa della canzone finale.
Mari-chan*, che con i bimbi più grandicelli del nido doveva portare a Gesù qualcosa per farlo dormire sereno, dopo la canzone, ha lasciato la sua amata “copetina” (copertina) sotto al bambinello.
Non propriamente commovente, ma carino, dai. Anche perchè è durato mezz'ora. Se superava i 45 minuti avevo già pronti i fogli di raccolta firme per l'abolizione dello spettacolo. 

* (per me è stata la migliore, non sto nemmeno qui a specificarlo)
** non posterò più nulla almeno fino al 27, se non ci si dovesse vedere di persona o in blog di altri, tanti auguri a tutti