Grazie all'intervista su Radio Capital
di qualche settimana fa ho conosciuto
“La staccata” aka Luana,
comicissima blogger romana che ha avuto la brillante idea di
coinvolgermi in questa iniziativa (eh si, nessuno è perfetto).
A proposito, il podcast non l'hanno più
messo, poi. Ho anche chiesto... si saran dimenticati. Pace. In fondo
non era sto granchè. Quella di Stacky si, era molto divertente
(infatti il podcast l'hanno messo). Gli amici leghisti possono anche
dire che lei è romana, per forza il suo si ed il tuo no, teroni de
merda. L'ha sentita mamma, dai, è stato un bel colpo di fortuna.
Comunque: dovrei fare da padrino (ma cu
motto rispetto e riverenza, baciamo le mani) alla versione maschile
del
contest. Chi meglio di me, che sono il padre sconnesso per
eccellenza (ma si, masturbiamo il nostro ego).
Staccato, però, non ha accezione
elettrica bensì stilistica. Staccato è padre senza tacchi
contrapposto a Taccato, il padre con il tacco 12. Cosa sono io?
Vediamo se indovinate?
Dite che non i tacchi non mi ci vedete?
No, in effetti no. Ho due polpacci che sono un incrocio tra “la
Cosa” dei Fantastici 4 e Franco Baresi. Perfino Mrs Doubtfire
confrontata a me con i tacchi potrebbe sembrare Mila Kunis.
Sono uno sciattone, diciamolo. Mi piace
sedermi scomposto, mettermi le dita nel naso, grattarmi il culo. Di
solito quando sono da solo ma non si sa mai.
Fosse per me sarei sempre in
spadrillas, t-shirt e bermudoni. Non potendo mi appoggio alle più
cordiali polo. Qualche volta camicia, raro però.
Scarpe: polacchine o sandali, a seconda
della stagione.
Le uniche scarpe da cerimonia che ho sono quelle del
mio matrimonio. Mi fanno le vesciche ancora prima di indossarle,
basta togliere il coperchio alla scatola. Agli ultimi due matrimoni,
per prevenire, ho indossato due paia di calzini, come con gli
scarponi da montagna. Uno in tinta col vestito (se mi metto so'
schicchettone, aho!). Sotto quelli di spugna. Un po' la scritta
diadora si vedeva in trasparenza. Ma quasi nulla.
Ma il vero omologo maschile del tacco
12 cos'è, signore e signori?
Esatto! La cravatta!
E i padri con la cravatta esistono
eccome. Sono dei miti: sempre sbarbati, sempre pettinati, mai sudati.
Ma come cazzo fanno?
Io li ammiro profondamente; come
riescono a rotolarsi per terra, a cambiare il pannolino, a
riassettare casa, a tirare calci al pallone, a fare le bolle di
sapone, a pedalare in bici con il seggiolino antero-posteriore, senza
sgualcire minimamente la camicia?
Chi hanno a stirargliele, tutte quelle
meraviglose Dino Erre? Ditemi il vostro segreto, padri, ditemelo, vi
prego.
A me solo l'idea di alzarmi prima per
radermi fa imperlare la fronte. Io cambio modello di lametta da barba
ogni volta. Di solito quella precedente è uscita di produzione nel
frattempo.
Ma il nodo della cravatta, poi:
singolo, doppio, alla marinara, girato sotto, giapponese, vintage...
ahhhhh! Non lo so fare. Mi viene sempre l'asola tipo quella delle
scarpe.
A 38 anni, quell rare volte che la
metto (tipo ai matrimoni), devo passare da papà per farmela
annodare. Se ho occasioni ravvicinate me la tolgo senza sciglierla e
ottimizzo lo sforzo la volta successiva. Si, mi vergono un po'.
Ed il bello che in giacca e cravatta
sto pure bene. Sembro anche un tot più magro.
Dovevo fare l'avvocato. Avrei
guadagnato di più e pagato meno di dietologo.
In sostanza, non credo di poter dire di
essere “staccato” a causa dei figli. Diciamo che i miei figli si
sono scelti un padre già arruffato per infliggergli meno turbamenti
nel vedersi pingue, sciatto e approssimato. L'unica cosa che farei
molto di più, potendo, è lo sport. Non sono mai stato un
superatleta però, prima di andare e moltiplicarmi, un paio di volte
a settimana mi dedicavo a correre, nuotare e pedalare. Ora in cima
alle scale tengo un pallone ambu, per ogni evenienza.
A proposito di vestiti a festa e cravatte