Manco da una vita.
Scrivo poco in generale, a dire il vero. Mi sono fissato che una volta a settimana, in pausa pranzo, se tutti gli astri si allineano, vado a nuotare. Era la volta che scrivevo. Ma fisicamente mi dà qualche soddisfazione in più e allora pazienza se scrivo poco.
Ma non volevo scrivere che scrivo poco.
Siamo entrati nel tunnel della scuola.
Capirai, Maria è in terza, ormai dovremmo essere lanciati.
Invece qua ogni mese che passa pare più dura. Sembra quando faccio qualche corsa lunga: all'inizio faccio sempre fatica. Poi so che entro in temperatura, ci metto tanto, a volte più di venti km, ma poi ho quei due tre km di serenità. Poi inizio ad essere stanco ma tengo duro, arriva la crisi e passa. A volte.
A volte non passa e peggiora e allora ti fai prendere dallo sconforto. A volte passa lì, altre no.
Ogni volta il dilemma: continuo sperando che passi? E se poi non passa? Nel frattempo vado avanti.
La scuola dei figli è simile. All'inizio abbiamo fatto fatica ad ingranare. Parlo dell'inizio della prima di Pee e Jack, che Maria è così brava che quasi non ce ne siamo accorti. Poi verso la fine della prima meglio. Quest'anno boh, siamo continuamente nel vortice e non capiamo nulla. Alle volte pare tutto bene. Altre tutto male.
E andiamo in confusione e sbagliamo a mettere i quaderni nelle cartelle e vanno senza le posate per il pranzo e con la merenda umida perché la bottiglietta perde.
Poi, guarda un po', non sono tutti uguali. Hanno tempi diversi, capacità diverse, passioni diversi e a volte mi viene il dubbio che non siamo abbastanza bravi a tenerne conto.
Non riesco a dare un nome a questa sensazione, ma penso che somigli a quella di mamma, che quando andavo male a scuola entrava in camera e si sedeva sul letto: "Ma di preciso, cosa ti ha detto la prof?"
Non le ho mai risposto.
Adesso capisco che sbagliavo.