Non
sono bravo a fare bilanci, io.
Nemmeno
gli esami di coscienza.
Il
problema è che mi sconto le parti peggiori e cerco sempre di
raccontarmela positiva. E non è solo ottimismo o sindrome di
Pollyanna. È proprio che sminuisco le parti dove sono stato lacunoso
a beneficio di quelle dove sono stato bravo.
Culturalmente
credo che derivi dagli studi classici fatti su pellicole come Rocky,
Rambo, Fuga per la Vittoria. Dove il buono mica sempre vince ma,
voglio dire, rimane comunque buono, no?
A
scuola, soprattutto al liceo, questo era un problema perché io
pensavo che un sette, preso una volta ogni tanto, bastasse anche ai
professori per capire che io ce la stavo mettendo tutta. Invece loro
pensavano che io ero uno con delle buone capacità che però solo
raramente tiravo fuori.
Incomunicabilità.
Ma
ero partito dai bilanci e dal fatto che non li so fare.
Avrei
millemilaequatrenta ragioni per dire che il 2013 è stato un anno
favoloso e almeno altrettante per dire che è stato di merda. Ma io
non ho tanta voglia di metterle insieme: alcuni mali non si
compensano con certi beni e, fortunatamente, alcune cose belle non
vengono scalfite nemmeno dai peggiori mali.
Io
fino ad oggi sono stato una persona molto fortunata. Lo sono stato al
punto che, se è vero che la fortuna bisogna sapersela costruire, non
mi è costato nemmeno fatica costruirmela.
Ho
un sacco di persone a cui voler bene e perfino alcuni amici.
C'è
un proverbio africano che recita: “Ogni persona deve avere almeno
quattro amici, quanti ne serviranno per trasportarlo e seppellirlo”.
Molti
di voi saranno corsi in cerca di ferro da toccare ma non è un
proverbio negativo. È un ottimo modo per fare dei bilanci: avrei
paura di morire domani ma almeno so che non sarei solo. E quasi mi
spaventa pensare che forse “dopo” non c'è nulla proprio per non
godermi il funerale. E così a volte penso che continuo a sperare in
un “dopo” solo perché mi atterrisce pensare che non ci sia.
Non
sono discorsi da Feste, questi.
Ma
nemmeno i funerali lo sono ed invece sono andato ad uno proprio la
viglia. Magari ne parlerò.
Ed
ora la pianto perché non sapevo cosa scrivere e sono andato per
libere associazioni e mi sono immalinconito più di quello che avrei
voluto.
Vi
auguro buon anno con questa foto, che a me fa pensare alla speranza.
Nonostante tutto io continuo ad averne tanta.
ah, se ve lo foste persi, la scorsa settimana è uscito anche questo