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lunedì 3 marzo 2014

Notti da Oscar

Visto che titolo paraculo?
Cosa non si fa per un paio di visualizzazioni in più... oggi staranno tutti cercando articoli sugli Oscar ed io faccio fiscing. Che non so come si scrive, sicuramente non come l'ho scritto io, e nemmeno cosa sia di preciso.
Però, cari amici cinofili, non siete passati invano: forse non sapete che l'Academy Award si chiama Oscar per via del cugino di una dell'organizzazione che somigliava alla statuetta.
Ah, lo sapevate già?
Che poi sto cuggino cos'era? Pelato? Nudo? O con uno spadone di tal misura?
Ha vinto anche "La Grande Bellezza" che non ho visto ma lo danno domani sera in tv. Solo che i miei mi hanno invitato  a mangiare il salame cotto com'è tradizione al martedì grasso. Toccherà aspettare, caro Sorrentino... se solo sapessi scaricare selvaggiamente da internet o guardare i film in streaming.
Se scherza!

Ma la nostra Grande Bellezza è il fatto che i bimbi hanno ricominciato a dormire nel loro letto.
Tutti e tre, contemporaneamente.
Senza aver fatto nulla per cambiare le cose. Se non dire ogni sera "Mi raccomando ragazzi dormire tutta la notte nel vostro letto".
Come si faceva da diversi mesi a questa parte.
E poi, un mattino, come d'incanto, Silver ed io ci siamo svegliati vicini, senza nessuno in mezzo e, soprattutto, senza una chiappa fuori dal letto.
E questo dura ormai da qualche settimana.
Funziona il libro "Il sonno dei bambini" di GenitoriCrescono.
Non tanto perché dia chissà che consigli. Io mica l'ho mai finito... ogni volta che lo apro ricominciano a dormire. Maggico!
Nessuna aspettativa sul futuro, chiaramente. Godiamoci il momento. E se è vero che "La Grande Bellezza" fa dormire, che sia almeno una bella dormita.
Buona settimana a tutti. 


mercoledì 15 gennaio 2014

Breaking Bed


Ciclicamente ritorna il problema del sonno.

In particolare del mio sonno, visto che a non dormire siamo Silver ed io.
In pratica, ad intervalli che forse sono regolari ma non c'ho voglia di controllare, i nostri figli decidono che è più bello dormire nel lettone di mamma e papà.
La cosa vi potrà sembrare comune ma io calo la briscola: i nostri figli sono bravissimi ad addormentarsi da soli nel loro letto; alle 20,30/20,45 si va a nanna, si ascolta la fiaba, si dorme. Possono chiamarci un paio di volte a testa (rigorosamente dopo che ci siamo seduti sul divano) perché hanno sete, caldo, assicurarsi che non li abbiamo abbandonati o sapere perché l'elicottero vola con l'elica e l'aereo con le ali o perché il cavallo bianco del capitano dei buoni di Mulan è bianco (giuro).
Insomma, dalle 9 noi possiamo anche illuderci di aver fatto giornata e di poter rilassarci un paio d'ore sul divano a leggere, anestetizzarci con lo zapping o, se la Luna è dietro a Marte e Venere fa l'occhiolino a Giove anche... beh... vabbeh
Senonché ad una certa ora vengono a trovarci non gli spettri dei Natali passati presenti e futuri ma i piccoli gnomi delle notti presenti. E vengono seguendo random uno degli schemi di sotto riportati: 
 
Stanivslaskij: entrano in scena senza turbarla mimetizzandosi con cuscino e coperte. Diventando, cuscino e coperte. Funziona se applicato da singola persona. Il re di questa tecnica è Pee che ti accorgi al mattino che è di fianco e, in alternativa, è capace di farti credere di essere il fratello.

Moliere: altrimenti detta “Malato immaginario”. La specialista è Marichan: ti si para di fianco toccandoti in modo leggero ma insistente il braccio fino a che dai segni di vita. Dopo di che, con una faccia ed una voce alla Shirley Temple degli anni (e riccioli) d'oro, finge un malessere di qualche genere localizzato fra timpano e buco del sedere.

Capo Nord: ovvero “Il sole a mezzanotte”. Siccome hanno capito che se dormono tutta la notte in camera loro noi siamo più felici, decidono che la notte finisce quando vengono nel nostro letto. Il tutto rinforzato da frasi tipo “Hai visto mami, che bravo, ho dormito tutta la notte nel mio letto, vengo qui che è quasi mattina”. Lo dicono con tal enfasi e convinzione che quasi ci crederesti, salvo buttare l'occhio alla sveglia e prendere atto che sono le due. Il più esperto in questo è il buon Jack, che si distingue anche per il fatto di riuscire a farti un trattamento shiatsu total body mentre è perfettamente addormentato.
Ma la mia tecnica preferita è:
Ispanico! Ispanico Nota anche come “Al mio segnale scatenate l'inferno” che consiste nel applicare tutte e tre le tecniche, a distanza ravvicinata, più volte in una notte, anche all'unisono, fino alla resa dei poveri genitori che, quando si son fatte le quattro del mattino, si adattano a dormine sul bordo del materasso, con un braccio che fa da cuscino ad un figlio, l'altro appoggiato al pavimento, una chiappa scoperta e la lesione dei tendini della spalla.

Mi tentava l'idea di alzarmi alle 5 per andare a correre.
Un amico mi ha consigliato una App motivazionale per non rinunciare mai all'allenamento. Ma i miei migliori motivatori sono e rimangono i miei figli.

martedì 29 gennaio 2013

Point Break


Vi ricordate cos'è il Pointbreak?
Non vi chiedo neppure se avete visto il film perchè lo do per scontato... è un cult tamarro anni '80 che non può mancarvi. 
A dire il vero è del '91 ma è ancora abbastanza eighties.  
Ora spiegare cos'è il pointbreak in gergo surfistico è piuttosto complicato. Anche perchè io non sono un praticante, almeno se escludiamo la pratica del bodysurfing che, apprendo da Zia Wiki, è comunque annoverata tra le discipline del surfing. Se qualcuno volesse farci emergere dalle onde della nostra ignoranza, siamo qui ad ascoltare.
Va beh, ma non volevo parlare di questo.
Dicevo il Punto di rottura.
Abbiamo tutti il nostro punto di rottura.
Quando corri c'è un momento in cui la fatica sembra non più sopportabile, che il tuo cervello manda in continuo segnali di allarme: ordina al cuore di battere più forte, ai muscoli di irrigidirsi. È lì che deve intervenire la tua volontà, che deve ordinare all'altra parte del cervello di non sentire i messaggi del corpo e di continuare comunque. Se ce la fa, si “rompe” e si continua quasi per inerzia per chilometri, fino a casa.
Altre volte è più difficile.
Prendiamo ad esempio la sveglia notturna della Triplice Alleanza e l'idea/progetto di abituarli a rimanere nel loro letto.
Analiziamo una notte tipo:
I piccoli si addormentano verso le 20,30 – 21
Noi, quando va bene, andiamo a letto verso le 23,00 – 23,30
A mezzanotte inizia il walzer: Marichan capita in camera, timidina, sa che dovrebbe stare nel suo letto. Infatti, solitamente, è sufficiente riaccompagnarla o, nei casi più fortunati, rimandarla in camera sua.
Verso l'una e mezza-due, Jack piange: vuole acqua, scappa la pipì, vuole la mamma, giugio (ciuccio pronunciato con la bocca impastata).
Amore del papà (o della mamma), sai che il ciuccio l'ha preso Babbo Natale, facciamo pipì e poi dormi nel tuo lettino che è tanto comodo. Papà e Mamma sono di là, in camera loro, se hai bisogno chiama, stai tranquillo, dormi (cazzo)”
Pare dormire e potrebbe anche farlo. È probabile però che la scena si ripeta più o meno pari pari una mezz'oretta dopo.
Alle tre si sveglia Pee: abbraccio, coccola light e rimessa a letto. Questo è un evento raro, però. Pee di solito dorme e, se proprio si sveglia, non ti chiama dalla camera, si muove al buio come i gatti e si infila sotto il nostro piumone, il più delle volte senza che ci accorgiamo.
Comunque se ci accorgiamo lo riportiamo nel suo “cuccio” e di solito ci rimane.
Il problema sopraggiunge quando si son fatte quelle quattro, quattro e mezza. Quello è il Pointbreak.
Se uno qualsiasi si sveglia dopo le quattro il tuo cervello fa una rapida scansione del disco fisso (che è acceso in modalità provvisoria): "mancano meno di due ore alla sveglia, se mi alzo ora perdo il sonno, in fondo è soltanto uno, ma si, dai, solo per stanotte, vieni e sta buono che non lo scoprano i tuoi fratelli".
Alle quattro e mezza si cede, non ce n'è.
Non c'è nessun fondamentalista pedagogico che riuscirebbe a definirsi ancora tale dopo le quattro e mezza.
Se valesse anche per le altre forme di fondamentalismo forse risolveremo alcuni problemi dell'umanità.
Basterebbe mettere una legge che costringa i potenti del mondo a fare scelte importanti solo dopo le quattro e mezza quando la sveglia suona alle sei e un quarto.

mercoledì 11 aprile 2012

Operazione Morpheus


S'è presa una piega non bella in zona notte.
Si tenderebbe a svegliarsi troppo. E dico troppo parametrandolo al mio grado di sopportazione che probabilmente non è altissimo ma, diciamoci la verità, è anche un lontano ricordo, ormai.
La nostra esperienza di “addormentatori” era iniziata con Maria ormai tre anni fa. L'addormentavo sempre in braccio, convinto che si facesse così. Poi un giorno, che la piccola avrà avuto sei mesi, un collega, con figlioletta coetanea di Marichan, mi dice che non va bene e che loro sono passati al metodo “Facciamo la nanna”. Stop
La sera Silver usciva per un addio al nubilato di nonmiricordochi.
Io, che se me la mettono sulla competizione so essere cane, ma cane davvero, mi autoconvinco che Maria è così brava che basta metterla giù. Funzionò.
Verso le nove e mezza mandai un SMS a Silver che recitava: “Estevil baciami il culo. Divertiti amore”.
Poi sono arrivati Pee e Moe.
L'anno scorso avevo detto di Pee, della sua difficoltà a prendere sonno. La cosa si era risolta abbastanza facilmente. Per lunghi mesi le cose sono andate bene. Ci siamo fatti anche quattro o cinque notti di fila senza svegliarci. Eh, si. Si arriva ad apprezzare queste piccole cose.
Poi il trasloco e il collasso del sistema.
Dapprima ci siamo fatti trascinare nel vortice dell'addormentamento in braccio perchè la nonna si offriva di addormentarli lei e la nonna fa così: li scuote due secondi e magicamente dormono. Ci siamo un po' adagiati, assetati di aiuto e comprensione com'eravamo qualche mese fa.
Poi, inspiegabilmente, hanno ricominciato a svegliarsi di notte. Tutti e tre, tutte le notti. La promiscuità della camera provvisoria non aiuta: alzano gli occhi e vogliono venire nel lettone. Così la storia si ripete punatuale come la morte: si sveglia Moe, lo mettiamo in mezzo, si addormenta, si sveglia Marichan, spostiamo Moe nel lettino, mettiamo Marichan in mezzo, si addormenta, si sveglia Pee, lo mettiamo accanto a Marichan, si addormenta, si risveglia Moe, sono quasi le sei, lo mettiamo in mezzo pure lui tanto manca mezz'ora poco più (mancare poco per noi significa che dalle 5 del mattino ci rifiutiamo di alzarci dal letto).
Non bisognerebbe farli dormire in mezzo. Ma riaddormentarli nel loro lettino significa stare su anche mezz'ora nel cuore della notte. Non sempre con successo. Moltiplicate per tre. Ok.
Così ci si fa l'ultimo sonno su dieci centimetri di letto, col culo fuori al freddo, con Moe che ti carezza il viso (lo fa da addormentato, è pazzesco), in posizioni scomodissime, con la sveglia che suona e non hai nemmeno lo spazio di girarti per spegnerla.
Risultato contrattura permanente alla spalla destra, rigidità alla base del collo, occhiaie da panda, sonno cronico.
Ma non ci siamo arresi. Siamo ripartiti dall'inizio: li addormentiamo a letto, nel loro letto.
La prima settiamana è andata bene. Poi siamo passati all'addormentamento simultaneo: tutti al loro posto e ninna nanna collettiva. Dopo due sere di rodaggio il meccanismo ha iniziato a girare. Speriamo che piano piano ritorni anche la notte intera.
L'abbiamo messa sul competitivo. È una gara contro la nostra poca forza di volontà. E quando la mettono sul competitivo divento cane, ma cane. E Silver anche di più. Ce la faremo! Ah, se ce la faremo!