Visto che titolo paraculo?
Cosa non si fa per un paio di visualizzazioni in più... oggi staranno tutti cercando articoli sugli Oscar ed io faccio fiscing. Che non so come si scrive, sicuramente non come l'ho scritto io, e nemmeno cosa sia di preciso.
Però, cari amici cinofili, non siete passati invano: forse non sapete che l'Academy Award si chiama Oscar per via del cugino di una dell'organizzazione che somigliava alla statuetta.
Ah, lo sapevate già?
Che poi sto cuggino cos'era? Pelato? Nudo? O con uno spadone di tal misura?
Ha vinto anche "La Grande Bellezza" che non ho visto ma lo danno domani sera in tv. Solo che i miei mi hanno invitato a mangiare il salame cotto com'è tradizione al martedì grasso. Toccherà aspettare, caro Sorrentino... se solo sapessi scaricare selvaggiamente da internet o guardare i film in streaming.
Se scherza!
Ma la nostra Grande Bellezza è il fatto che i bimbi hanno ricominciato a dormire nel loro letto.
Tutti e tre, contemporaneamente.
Senza aver fatto nulla per cambiare le cose. Se non dire ogni sera "Mi raccomando ragazzi dormire tutta la notte nel vostro letto".
Come si faceva da diversi mesi a questa parte.
E poi, un mattino, come d'incanto, Silver ed io ci siamo svegliati vicini, senza nessuno in mezzo e, soprattutto, senza una chiappa fuori dal letto.
E questo dura ormai da qualche settimana.
Funziona il libro "Il sonno dei bambini" di GenitoriCrescono.
Non tanto perché dia chissà che consigli. Io mica l'ho mai finito... ogni volta che lo apro ricominciano a dormire. Maggico!
Nessuna aspettativa sul futuro, chiaramente. Godiamoci il momento. E se è vero che "La Grande Bellezza" fa dormire, che sia almeno una bella dormita.
Buona settimana a tutti.
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lunedì 3 marzo 2014
mercoledì 15 gennaio 2014
Breaking Bed
Ciclicamente ritorna il problema del sonno.
In
particolare del mio sonno, visto che a non dormire siamo Silver ed
io.
In
pratica, ad intervalli che forse sono regolari ma non c'ho voglia di
controllare, i nostri figli decidono che è più bello dormire nel
lettone di mamma e papà.
La
cosa vi potrà sembrare comune ma io calo la briscola: i nostri figli
sono bravissimi ad addormentarsi da soli nel loro letto; alle
20,30/20,45 si va a nanna, si ascolta la fiaba, si dorme. Possono
chiamarci un paio di volte a testa (rigorosamente dopo che ci siamo
seduti sul divano) perché hanno sete, caldo, assicurarsi che non li
abbiamo abbandonati o sapere perché l'elicottero vola con l'elica e
l'aereo con le ali o perché il cavallo bianco del capitano dei buoni
di Mulan è bianco (giuro).
Insomma,
dalle 9 noi possiamo anche illuderci di aver fatto giornata e di
poter rilassarci un paio d'ore sul divano a leggere, anestetizzarci
con lo zapping o, se la Luna è dietro a Marte e Venere fa
l'occhiolino a Giove anche... beh... vabbeh
Senonché
ad una certa ora vengono a trovarci non gli spettri dei Natali
passati presenti e futuri ma i piccoli gnomi delle notti presenti. E
vengono seguendo random uno degli schemi di sotto riportati:
Stanivslaskij:
entrano in scena senza turbarla
mimetizzandosi con cuscino e coperte. Diventando, cuscino e coperte.
Funziona se applicato da singola persona. Il re di questa tecnica è
Pee che ti accorgi al mattino che è di fianco e, in alternativa, è
capace di farti credere di essere il fratello.
Moliere:
altrimenti detta “Malato immaginario”. La specialista è
Marichan: ti si para di fianco toccandoti in modo leggero ma
insistente il braccio fino a che dai segni di vita. Dopo di che, con
una faccia ed una voce alla Shirley Temple degli anni (e riccioli)
d'oro, finge un malessere di qualche genere localizzato fra timpano e
buco del sedere.
Capo
Nord: ovvero “Il sole a
mezzanotte”. Siccome hanno capito che se dormono tutta la notte in
camera loro noi siamo più felici, decidono che la notte finisce
quando vengono nel nostro letto. Il tutto rinforzato da frasi tipo
“Hai visto mami, che bravo, ho dormito tutta la notte nel mio
letto, vengo qui che è quasi mattina”. Lo dicono con tal enfasi e
convinzione che quasi ci crederesti, salvo buttare l'occhio alla
sveglia e prendere atto che sono le due. Il più esperto in questo è
il buon Jack, che si distingue anche per il fatto di riuscire a farti
un trattamento shiatsu total body mentre è perfettamente
addormentato.
Ma
la mia tecnica preferita è:
Ispanico!
Ispanico Nota anche come “Al
mio segnale scatenate l'inferno” che consiste nel applicare tutte e
tre le tecniche, a distanza ravvicinata, più volte in una notte,
anche all'unisono, fino alla resa dei poveri genitori che, quando si
son fatte le quattro del mattino, si adattano a dormine sul bordo del
materasso, con un braccio che fa da cuscino ad un figlio, l'altro
appoggiato al pavimento, una chiappa scoperta e la lesione dei
tendini della spalla.
Mi
tentava l'idea di alzarmi alle 5 per andare a correre.
Un
amico mi ha consigliato una App motivazionale per non rinunciare mai
all'allenamento. Ma i miei migliori motivatori sono e rimangono i
miei figli.
martedì 29 gennaio 2013
Point Break
Vi
ricordate cos'è il Pointbreak?
Non
vi chiedo neppure se avete visto il film perchè lo do per
scontato... è un cult tamarro anni '80 che non può mancarvi.
A dire il vero è del '91 ma è ancora abbastanza eighties.
Ora
spiegare cos'è il pointbreak in gergo surfistico è piuttosto
complicato. Anche perchè io non sono un praticante, almeno se
escludiamo la pratica del bodysurfing che, apprendo da Zia Wiki, è
comunque annoverata tra le discipline del surfing. Se qualcuno
volesse farci emergere dalle onde della nostra ignoranza, siamo qui
ad ascoltare.
Va
beh, ma non volevo parlare di questo.
Dicevo
il Punto di rottura.
Abbiamo
tutti il nostro punto di rottura.
Quando
corri c'è un momento in cui la fatica sembra non più
sopportabile, che il tuo cervello manda in continuo segnali di
allarme: ordina al cuore di battere più forte, ai muscoli di
irrigidirsi. È lì che deve intervenire la tua volontà, che deve
ordinare all'altra parte del cervello di non sentire i messaggi del
corpo e di continuare comunque. Se ce la fa, si “rompe” e si
continua quasi per inerzia per chilometri, fino a casa.
Altre
volte è più difficile.
Prendiamo
ad esempio la sveglia notturna della Triplice Alleanza e
l'idea/progetto di abituarli a rimanere nel loro letto.
Analiziamo
una notte tipo:
I
piccoli si addormentano verso le 20,30 – 21
Noi,
quando va bene, andiamo a letto verso le 23,00 – 23,30
A
mezzanotte inizia il walzer: Marichan capita in camera, timidina, sa
che dovrebbe stare nel suo letto. Infatti, solitamente, è
sufficiente riaccompagnarla o, nei casi più fortunati, rimandarla in
camera sua.
Verso
l'una e mezza-due, Jack piange: vuole acqua, scappa la pipì, vuole
la mamma, giugio (ciuccio pronunciato con la bocca impastata).
“Amore
del papà (o della mamma), sai che il ciuccio l'ha preso Babbo
Natale, facciamo pipì e poi dormi nel tuo lettino che è tanto
comodo. Papà e Mamma sono di là, in camera loro, se hai bisogno
chiama, stai tranquillo, dormi (cazzo)”
Pare
dormire e potrebbe anche farlo. È probabile però che la scena si
ripeta più o meno pari pari una mezz'oretta dopo.
Alle
tre si sveglia Pee: abbraccio, coccola light e rimessa a letto.
Questo è un evento raro, però. Pee di solito dorme e, se proprio si
sveglia, non ti chiama dalla camera, si muove al buio come i gatti e
si infila sotto il nostro piumone, il più delle volte senza che ci
accorgiamo.
Comunque
se ci accorgiamo lo riportiamo nel suo “cuccio” e di solito ci
rimane.
Il
problema sopraggiunge quando si son fatte quelle quattro, quattro e
mezza. Quello è il Pointbreak.
Se
uno qualsiasi si sveglia dopo le quattro il tuo cervello fa una
rapida scansione del disco fisso (che è acceso in modalità
provvisoria): "mancano meno di due ore alla sveglia, se mi alzo ora
perdo il sonno, in fondo è soltanto uno, ma si, dai, solo per
stanotte, vieni e sta buono che non lo scoprano i tuoi fratelli".
Alle
quattro e mezza si cede, non ce n'è.
Non
c'è nessun fondamentalista pedagogico che riuscirebbe a definirsi
ancora tale dopo le quattro e mezza.
Se
valesse anche per le altre forme di fondamentalismo forse risolveremo
alcuni problemi dell'umanità.
Basterebbe
mettere una legge che costringa i potenti del mondo a fare scelte
importanti solo dopo le quattro e mezza quando la sveglia suona alle
sei e un quarto.
mercoledì 11 aprile 2012
Operazione Morpheus
S'è presa una piega non bella in zona
notte.
Si tenderebbe a svegliarsi troppo. E
dico troppo parametrandolo al mio grado di sopportazione che
probabilmente non è altissimo ma, diciamoci la verità, è anche un
lontano ricordo, ormai.
La nostra esperienza di
“addormentatori” era iniziata con Maria ormai tre anni fa.
L'addormentavo sempre in braccio, convinto che si facesse così. Poi
un giorno, che la piccola avrà avuto sei mesi, un collega, con
figlioletta coetanea di Marichan, mi dice che non va bene e che loro
sono passati al metodo “Facciamo la nanna”. Stop
La sera Silver usciva per un addio al
nubilato di nonmiricordochi.
Io, che se me la mettono sulla
competizione so essere cane, ma cane davvero, mi autoconvinco che
Maria è così brava che basta metterla giù. Funzionò.
Verso le nove e mezza mandai un SMS a
Silver che recitava: “Estevil baciami il culo. Divertiti amore”.
Poi sono arrivati Pee e Moe.
L'anno scorso avevo detto di Pee, della
sua difficoltà a prendere sonno. La cosa si era risolta abbastanza
facilmente. Per lunghi mesi le cose sono andate bene. Ci siamo fatti
anche quattro o cinque notti di fila senza svegliarci. Eh, si. Si
arriva ad apprezzare queste piccole cose.
Poi il trasloco e il collasso del
sistema.
Dapprima ci siamo fatti trascinare nel
vortice dell'addormentamento in braccio perchè la nonna si offriva
di addormentarli lei e la nonna fa così: li scuote due secondi e
magicamente dormono. Ci siamo un po' adagiati, assetati di aiuto e
comprensione com'eravamo qualche mese fa.
Poi, inspiegabilmente, hanno
ricominciato a svegliarsi di notte. Tutti e tre, tutte le notti. La
promiscuità della camera provvisoria non aiuta: alzano gli occhi e
vogliono venire nel lettone. Così la storia si ripete punatuale come
la morte: si sveglia Moe, lo mettiamo in mezzo, si addormenta, si
sveglia Marichan, spostiamo Moe nel lettino, mettiamo Marichan in
mezzo, si addormenta, si sveglia Pee, lo mettiamo accanto a Marichan,
si addormenta, si risveglia Moe, sono quasi le sei, lo mettiamo in
mezzo pure lui tanto manca mezz'ora poco più (mancare poco per noi
significa che dalle 5 del mattino ci rifiutiamo di alzarci dal
letto).
Non bisognerebbe farli dormire in
mezzo. Ma riaddormentarli nel loro lettino significa stare su anche
mezz'ora nel cuore della notte. Non sempre con successo. Moltiplicate
per tre. Ok.
Così ci si fa l'ultimo sonno su dieci
centimetri di letto, col culo fuori al freddo, con Moe che ti carezza
il viso (lo fa da addormentato, è pazzesco), in posizioni
scomodissime, con la sveglia che suona e non hai nemmeno lo spazio di
girarti per spegnerla.
Risultato contrattura permanente alla
spalla destra, rigidità alla base del collo, occhiaie da panda,
sonno cronico.
Ma non ci siamo arresi. Siamo ripartiti
dall'inizio: li addormentiamo a letto, nel loro letto.
La prima settiamana è andata bene. Poi
siamo passati all'addormentamento simultaneo: tutti al loro posto e
ninna nanna collettiva. Dopo due sere di rodaggio il meccanismo ha
iniziato a girare. Speriamo che piano piano ritorni anche la notte
intera.
L'abbiamo messa sul competitivo. È una
gara contro la nostra poca forza di volontà. E quando la mettono
sul competitivo divento cane, ma cane. E Silver anche di più. Ce la faremo! Ah, se ce la faremo!
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