"A fine marzo cambiano l'orario".
C'è una ragazza, qui dove lavoro, che non ripete altro dal primo giorno del mese. La stessa cosa succede ad ottobre, ovviamente.
Lo fa svariate volte al giorno, al punto che qualcuno ha proposto una raccolta firme per spostare il solstizio e l'equinozio (se non si può almeno il passaggio dell'ora) ai primi di marzo.
Ma non è di questo che volevo parlare.
Mi scappava di parlare dei tormentoni.
Negli ultimi giorni mi metto a ridere da solo quando penso a mio figlio Jack che dice: «Stasera mangiamo Cose buOOONEE».
Fa una faccia lunga, enfatica, e fa davvero sganasciare.
Così continuiamo a farglielo ripetere. E ride lui e ridiamo noi. Cercando di non trasformarlo in una scimmia ammaestrata (che per quello di solito ci sono zii e nonni).
Pensate che le mie nipoti, la più grande delle quali è in età da moroso già da un po', chiama ancora Iaia mia moglie. Perché ad un certo punto ha pure imparato a dirlo il nome della zia, ma tutti a dirle: «Ma non la chiami più Iaia, che era tanto bello?»
Poi uno dice che Zelig fa successo; te credo, che ungiamo tormentoni fin dalla più tenera età.
Poi a volte arrivano al limite dell'ossessivo compulsivo: «Hai già chiuso tutte le porte? Dopo mi vieni ancora a salutare, prima di andare a letto?»
Però si addormentano subito, da soli, alle 20,45.
Voi lo cambiate un rito così? Voglio dire, senza che ve lo dica uno psichiatra?
Perché, a pensarci, è quello che facciamo noi: controlliamo le porte prima di andare a letto, e passiamo a salutarli, ad assicurarci che respirino.
Lo sappiamo che respirano, non è che siamo in ansia. Ma ci fa dormire meglio passare ad accarezzare i loro capelli, a sistemare le coperte, a togliergli quel pulcioso cane di peluche sintetico che li fa sudare peggio che per la maratona.
E loro non possono fare lo stesso rito nostro, per cui chiedono a noi di farlo per loro.
E, so di averlo già detto, a me questa atmosfera piace un sacco: c'è silenzio, la luce soffusa. Controllo porte e finestre e ascolto il loro respiro. Soprattutto quando devo lavorare alla sera e torno che sono già a letto. Faccio il giro e sto bene: è il mio rito prima di dormire, la lucina che illumina la mia notte.
beh la frase finale dice proprio tutto... senza questi riti alla fine non dormiremmo così bene
RispondiEliminaChe tenerezza! ^_^
RispondiEliminaChe dolce!
RispondiEliminaCi penso spesso ai rituali ultimamente. Me ne sto creando di nuovi e sento che mi fanno un gran bene. Sento soprattutto che ne ho un fottuto bisogno. Ops.. si può dire fottutto?
Ai bimbi piace un sacco addormentarsi abbracciati a un cane polveroso, Elisa ha quello di Ikea che occupa metà letto, so quanto sia complicato toglierlo!
RispondiEliminaViva le routine serali. Un bacione!