La prima volta che ho sentito parlare della Ultrabericus era settembre 2013.
Con l'amico Franz si aveva in programma e ci si stava allenando per la Superpippo: 11 km e 1000 mt D+. Eravamo all'incrocio tra via Conventino e Via Lovara, ricordo a fare stretching, e lui mi disse che il suo vicino americano gli aveva chiesto se si stesse allenando per la Ultrabaeraicus.
Stop.
Al tempo si facevano uscite di si e no 7-8 km in pianura, stavo leggendo «Born tu Run», avevo le mie nuovissime scarpette minimaliste e nessuna idea di cosa significasse «d+».
Ma la mente, si sa, fa viaggi strani e anche se in quel momento ci sembrava improbabile, ogni domenica le fantasie di corsa si susseguivano. Il sogno del Franz era (ed è) correre la Trans d'Havet, 40 km sulla cresta delle prealpi vicentine.
«Guarda Franz che la TDH è 80 km»
«No! C'è la versione corta, da 40«
«Per le versioni corte, nemmeno mi vesto»
E via così, a scherzarci sopra.
Come si sia arrivati in un anno e mezzo dai messaggi del tipo «tosi, dai, domani almeno 9 km» ad iscriverci alla Utrabericus, 65 km 2500 metri di dislivello positivo, ad essere sincero, me lo sono perso un po' per strada.
La vita va così, senza fare scelte troppo marcate o proclami. Per lo meno la mia; capita che ti iscrivi alla maratona e parti sempre prima ad allenarti, per non tornare troppo tardi. Poi un week end cambiano l'ora e ti ritrovi alle 6, ma è come se fossero state le 5, allora capisci che anche le 5 sarebbe possibile, una volta andati a regime.
E quello diventa il tuo orario. Ed un'uscitina in compagnia, senza troppi patemi, la fai di quasi 20 km collinari.
E allunghi sempre di più e si aggiunge sempre più gente.
E così domani ci scarpineremo questi 65 (o 66, beato chi lo sa davvero) km tutti attorno ai Colli Berici.
Da un paio di settimane viviamo d'attesa, a gestire quella strana sensazione di forma smagliante ma da gestire con il freno tirato, per non esagerare, per non rompersi. È una delle emozioni belle del fare sport, questa dell'attesa, assieme a quella che si vive prima dello start e poi, se il cielo vuole, quando tagli il traguardo.
Cosa succerderà domani, se riuscirò a conservare almeno la funzionalità di un dito, ve lo racconterò nei prossimi giorni.
Nel frattempo, se ve le foste perse, c'è il nuovissimo blog Folgorante. Secondo me è molto bello. Non fosse altro che perché ci scrivo anche io.
Allora, i piedi? Come e' andata? :-)
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