"Non è facile rendersi conto che la propria madre è una persona poco intelligente" mi ha detto tanti anni fa il figlio di una signora che sguivo per lavoro.
Si chiama consapevolezza.
Tra tutte le fortune che so di avere avuto nella vita c'è anche questa, sapere che i miei genitori non mi hanno "tradito", nel senso che tali pensavo che fossero e tali si sono sempre rivelati, mostrandomi anche il mondo esattamente per come è o, per lo meno, per come lo vedevano loro, in maniera molto onesta.
Certo, c'era un certo bisogno di apparire e di salvare la faccia quando c'era il confronto con i figli degli amici (nessuno dei quali è stato bocciato a scuola, tanto per dirne una) ma con una sorta di orgoglio filiale ho sempre apprezzato la sofferenza silenziosa di mia madre e di mio padre che non mi hanno mai rinnegato per non essere il figlio che forse si aspettavano (anche come scelte di vita) e che sicuramente aveva disatteso le aspettative degli inizi.
In cuor mio, mi auguro che il tempo abbia dato loro ragione.
Ma se sono quello che sono, dico, non è per merito mio.
Oggi in radio parlavano di occasioni perse e la maggior parte di chi interveniva telefonando, parlava di storie amorose non realizzate.
Cristo santo, ho pensato, potrei chiamare e tenerli al telefono una mezz'ora.
E mi sono ricordato di quella ragazza della quarta G che, di ritorno dalla serata danzante durante la gita scolastica a Siena (avevamo perso l'autobus del rientro) mi aveva tenuto per mano per tutto il tempo. Era buio ed io nemmeno ricordo che faccia avesse. Onestamente forse non mi ha detto neppure il nome. Ma se oggi avesse chiamato dicendo che aveva tenuto per mano un ragazzotto per dieci km e questo pirla nemmeno l'aveva guardata, le avrei dato ragione (sul pirla).
Poi quella volta, sempre in gita scolastica, dove un gruppo di compagni rubò da uno scatolone delle magliette dell'Università di Ferrara. Quando gliele vidi indosso chiesi se ne avevano presa una in più e loro mi dissero, vattela a prendere. Non ci andai. Per paura, credo.
Fatto sta che sono stati beccati un attimo dopo e ricordo con lo stesso disagio di allora, gli occhi del prof di inglese che diceva: "Gaetano, e tu? Sicuro?"
Ed io non avevo rubato niente ma glielo avrei detto che se Andrea ne avesse rubata una in più sarei stato colpevole tanto quanto lui.
Poi a pensarci Andrea ha due lauree e anche gli altri non hanno passato la vita in riformatorio.
Ho saputo anni dopo che i professiori mi hanno sempre considerato colpevole e che nella mia bocciatura di quell'anno c'era anche la frustrazione per non avermi beccato con le mani nel sacco.
Se fosse vero, e le insufficienze che avevo non hanno aiutato, e posto che non ho nessun tipo di rimpianto, ho pagato decisamente più di quella che era la mia colpa. Un po' come se mia moglie mi mollasse perché penso che la sua amica potrei trombarmela.
Però, insomma, sono tutti episodi che in qualche modo hanno determinato il mio futuro (che poi è il presente).
Non ho mai rubato nulla, non mi sono mai fumato una canna, non ho mai tradito mia moglie.
Ma non mi considero virtuoso. Penso di essere pigro, soprattutto. O forse, a voler darsi un tono a tutti i costi, non le ho mai considerate cose importanti al punto di alzarsi dal divano per farle.
Oggi come oggi, l'unico valore che vorrei trasmettere ai miei figli è la pigrizia.
Buon week end a tutti
Gae, un post fantastico.
RispondiEliminaA prescindere da cosa trasmetterai ai tuoi figli, secondo me un giorno dovresti far leggere loro quello che scrivi.
Oh, beh, questo è il miglior complimento che potevi farmi. Grazie Ford!
EliminaConcordo con James Ford.
RispondiEliminaIncredibile, in questi giorni pensavo a cose simili, sui due che mi hanno cresciuta. Soppesando i miei due genitori, consideravo con una certa spietatezza che ho una caratura morale decisamente superiore alla loro. E in alcune circostanze non posso fare a meno di ritenerli infinitamente imperfetti e meschini. Salvo mia madre, dal punto di vista umano, per il suo continuo tentativo di uscire dai propri limiti, pagato a caro prezzo. Ma per il resto, ho la consapevolezza di avere avuto due genitori assolutamente mediocri. Invidio coloro che hanno stima dei propri. Io non ne ho avuta molta e mi infastidisce moltissimo la retorica sull'argomento. Trovo la mia vita minimalista infinitamente più degna di quella di quei due, così male assortiti.
RispondiEliminaÈ proprio un peccato.
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