Sarà che fa un freddo cane ed i neuroni si rifugiano nelle sicurezze ataviche (chissà se questa frase ha un significato?), sarà che io quando entro in un tunnel non ci esco facilmente ma, dopo aver difeso la pigrizia come un valore, questa settimana elogio la curiosità.
Chi di voi considera la curiosità una virtù?
Io!
Anche se in effetti un sacco di persone la usano in modo improprio.
Mi ricordo l'anziana zitella che portava la spazzatura al cassonetto ogni volta che nel quartiere c'era un movimento inconsueto. Che so? Una macchina diversa parcheggiata in strada davanti alla casa della bella della contrada poteva essere di un potenziale pretendente, un rumore di piatti poteva essere un litigio tra i coniugi del quarto piano e così via.
Credo che le vecchie zitelle impiccione abbiano contribuito sensibilmente al consolidamento della raccolta differenziata: più sacchetti, più giri, più informazioni.
La razza rischia l'estinzione ora che da noi c'è il porta a porta.
Stessa accezione negativa per l'ansia da controllo che porta a controllare i cellulari. Non sputo sentenze perché i miei figli non hanno il cellulare, dio sa se sarò un padre che legge di nascosto i loro sms (scoprirò gran poco se non mi rassegno al fatto che gli sms stanno scomparendo).
Peggio ancora se lo si fa con quello della moglie. Posto che io sono della teoria che è meglio rimanere nell'ignoranza o, se proprio hai dubbio, di chiarirlo in altro modo.
Ma, detto questo, mi stupisce il contrario. La poca curiosità positiva.
Cos'é?
È tipo il colesterolo buono: quella capacità di farsi domande, di cogliere i particolari e chiedersi da dove sono nati.
Siamo anestetizzati da un sacco di stimoli e perdiamo la curiosità.
Se metto un cartello sulla porta non lo legge nessuno.
Non funziona neppure più l'espediente che usò un vecchio compagno di università per ritrovare il suo libro smarrito: "Sesso gratis" scritto in grande e sotto "scusate ho perso il libro, sapete dov'è?"
Oppure leggiamo per strada "non pagare le tasse" su una decina di cartelli e mai che ti venga in mente di andare a leggere a cosa si riferisca.
Così domenica abbiamo fatto un giro, io ed un amico, seguendo delle freccette rosse che vediamo da anni e mai una volta che abbiamo pensato che potessero avere un senso. 25 km per strade conosciute, ma anche sentieri mai fatti ed ora, finalmente noti.
Il secondo augurio che faccio ai miei figli, quando dovessero vincere la pigrizia, è quello di essere curiosi.
E qual era il senso delle freccette? Io sono molto curiosa, non in senso ciaccione/impiccione, ma in senso terenziano (homo sum, humani nihil a me alienum puto) :)
RispondiEliminariportano al punto di partenza. Facendo però un bel giretto, prima. ;) (è un percorso podistico molto molto carino)
Eliminaé davvero un ottimo consiglio il tuo.
RispondiEliminaLa curiosità è ciò che rende la mia vita meravigliosa. Ho sete di sapere, di conoscere e di sperimentare e credo che sarà così per sempre.
RispondiEliminaMa ho avuto in mio nonno un esempio straordinario, devo ammetterlo, perché la curiosità nasce da dentro, ma viene coltivata e stimolata da fuori.