venerdì 17 ottobre 2014

Un padre "Al Limite"

Conoscete David Howell Evans?
Ah no?
Eppure è strano: se capitate in un blog di uno che parla di paternità e musica non potete non conoscere David Howell Evans, musicista e padre.
Vabbè, l'operazione "antipatia e spocchia" la chiudiamo qui.
David Howell Evans altri non è che "The Edge" chitarrista degli U2, gruppo che non ha bisogna di altre presentazioni.
Sto ascoltando l'ultimo lavoro della band irlandese. La messa a disposizione gratuita su iTunes del mese scorso, anche se è stata criticata, io non l'ho boicottata per niente. E sono qui che me la giro a perla in macchina "O-OOOOOH! O! O-OOOOOOOOOH!" che chi mi vede al semaforo distoglie lo sguardo imbarazzato.

Non è che volessi parlare proprio dell'ultimo degli U2, però. Che si ascolta volentieri, in ogni caso.
Mi incuriosiva, come  mi ha sempre affascinato, lo stile  di The Edge, che apprezzo da quando la mia amica Debora mi ha palgiato fino all'acquisto, verso la fine degli anni 80, di Unforgetable Fire e War. Mi pare di ricordare che le sue motivazioni fossero che con gli U2 si cuccava di sicuro.
Scherzo Deb, in ogni caso non funziona, mi pare che ce ne siamo accorti tutti. Non funziona con me, perlomeno.
Ma torniamo sul "Bordo"; tempo fa lessi da qualche parte che D.H. (si trovano decine di interpretazioni del suo soprannome, ma secondo me è molto più banalmente un'assonanza delle sue iniziali) ha cinque o sei figli.
Non so se sia un buon padre per loro, magari non lo è, ma in questo momento non mi interessa.
Il punto è che bisognerebbe essere padri come The Edge è riuscito a diventare uno dei più famosi chitarristi del mondo: cercando il proprio stile, unico ed inconfondibile. Coerente, anche, nel suo incredibile eccletismo.
Se penso alla fine degli anni 70 dove il mondo musicale si divideva in due: il punk da una parte ed il rock più melodico dall'altra. Questo ragazzo di nemmeno 20 anni ha deciso di non copiare né Mark Knopfler né Mick Jones, e neppure di rifugiarsi in un passato allora recente con i Pink Floyd, i Rolling Stones, i Beatles. L'unica cosa che ha tenuto di tutti questi illustri colleghi è stata la voglia di innovare e di cercare uno stile che fosse una firma, un'impronta digitale.
Di quelle situazioni che succedono solo con i grandi: senti due note e taaac! Questo è The Edge. 
Sempre in movimento, però, sempre nuovo eppure coerente con la propria storia.
Ha preso le sue chitarre come fossero dei figli (ha tante chitarre oltre che tanti figli) e le ha fatte crescere assieme a lui: nuovi effetti, corde differenti, prove ed errori, errori e soluzioni.
Esperienza, sempre!

Allo stesso modo bisognerebbe essere padri: senza credere troppo ai metodi trovati in libreria, senza ascoltare troppo ai blogger sgureggioni, senza copiare il vicino di casa esperto di bricolage, non cedendo alle colleghe che ti vedono come un "mammo", ma volendo credere al proprio stile, cercando con costanza le due note che un giorno, in un ipotetico cd di memorie faranno dire ai nostri figli: "'azzarola! Era papà". 

"If you go your way and I go mine
Are we so helpless against the tide?" (U2 - Every Breaking Wave)


4 commenti:

Scrivi quello che vuoi, in questo blog non si censura un ca##@