Diario
del Capitano, data stellare 21/10/2070
55°
anno di culigarchia.
Per
quanto sia duro da ammettere, la nostra resistenza è allo stremo
delle forze.
Questo
ultimo anno di lotte, il 2070, è stato senza dubbio il più duro da
che la culigarchia si è insediata, in quel cupo 2015, dopo l'editto
ferale con cui Scalfarotto ed i suoi si sono impadroniti della nostra
libertà.
Qui,
dalla prigione in cui scrivo, il mondo mi sembra più buio di come lo
era allora, quando le prime Sentinelle venivano schernite sul web da
tutti i blogger improvvisati da quattro soldi, da tutti i circoli
pro-gender.
Rileggendo
i diari di quei giorni si trovano spesso le obiezioni che eravamo
soliti subire: “Di cosa avete paura?”
Di
questo avevamo paura, di quello che siamo diventati.
Temevamo
il subire per forza l'educazione pro-gender, basta rosa per le
femmine e blu per i maschietti. Tutto per tutti, a seconda dei gusti
dei genitori.
Temevamo
il divieto di sposarsi per coppie eterosessuali, inizialmente
promossa come misura per ridurre i costi delle separazioni ma poi
elevata a vera e propria discriminazione. Lo abbiamo capito tardi,
quando tutti i programmi tv e i corsi nelle scuole (sia per genitori
che per bambini) hanno iniziato, prima subliminalmente, poi in modo
assolutamente aperto a parlare delle coppie omosessuali come le
uniche in grado di garantire la corretta educazione dei bambini.
Eppure
ci inquietavano le RR,
le Ronde
Rosa,
orribili squadre tutte lustrini e pailettes che girano agitando i
loro assurdi manganelli ricoperti di pelo di coniglio, pronti a
mazziare chiunque violi il coprifuoco.
E
avevamo storto il naso quando il governo, nel 2023 aveva dismesso il
vecchio Inno di Mameli (una marcetta naif che nessuno capiva più ma
che ricordava a tutti il Mondiale vinto nel 2022), a favore di
Y.M.C.A., che però non era stato imposto ma vigliaccamente fatto
passare per un'operazione di grande democraticità, avendo superato
in regolare referendum, una canzone di Lady Ga Ga.
Anche
mio nonno El_Gae, allora, si era indignato, ma testardo com'era non
aveva fatto nulla per denunciare gli eventi. Solo quando mia zia,
incinta di tre mesi, ha deciso di lasciare mio zio Jack, divorata
dall'ansia di crescere un figlio insano mentalmente, perché traviato
da un'educazione troppo eterosessuale, lo abbiamo capito anche noi,
in casa. Solo quando ci ha toccato da vicino; troppo tardi, come
sempre.
Mio
nonno, che da tempo sul blog irrideva le Sentinelle ha iniziato a
denunciare questi assurdi fatti e, bollato come traditore, è stato
catturato dalle RR una mattina all'alba mentre correva sulla collina.
Gli
fu concessa la liberta vigilata in virtù degli antichi meriti
pro-gender ma ogni sera, finito il lavoro, doveva recarsi in caserma
e girare una scena, a sorpresa, presa a scelta da “Mine Vaganti”,
“Piume di struzzo” o “In & Out”.
Ma
noi abbiamo continuato a lottare, di nascosto, dentro a simboliche
catacombe del web, spinti da mia madre Maria, da sempre ribelle nei
confronti del padre che la costringeva a guardare The Avengers,
perculava le Disney Princess e la faceva a giocare a calcio sul prato
di casa. Non glielo ha mai perdonato, al nonno. Nemmeno quando si è
pentito.
Ha
continuato a lottare per dichiarare il proprio diritto ad esprimere
la propria natura, ciò che sentiva di essere. Non aveva nulla contro
le famiglie omogenitoriali, mia mamma, ma non capiva perché
dovessero odiare tanto la sua voglia di procreare senza assistenza
medica e crescere un figlio con il suo compagno.
Quando
mio nonno stava morendo glielo ha chiesto: “Perché, papà, hai
lottato tanto per la libertà di queste persone che ora ce la
negano?”
“Perché
ascoltare è sembre un gesto di buona creanza e le Sentinelle non
ascoltavano. Non deve spaventarci il cambiamento: ricordati sempre
che tutto ciò che ora ci sembra consolidato, un tempo è stato
osteggiato. Pensa al cristianesimo, al voto delle donne,
all'apartheid.
Con
che diritto potevamo dire che questa novità era più brutta delle
altre?
Se
la culigarchia ha sbagliato non è colpa del diritto per cui abbiamo
lottato: i diritti sono superiori alle persone che li esercitano”.
Da
quell'ultimo abbraccio tra padre e figlia sono nate le Vedette
Sedute.
Noi
lottiamo per la libertà di parola. Ma non lo facciamo in piazza,
semplicemente diciamo la nostra quando ci pare che sia il caso.
Non
ha portato a nulla e siamo stanchi. Qui ormai se non si fa gran
clamore non ti considera più nessuno.
Pazienza,
amici, la lotta continua...
Fantastico Gae!
RispondiEliminaGrazie
Eliminammm... spero voglia essere MOLTO ironico e paradossale... Un aspetto antropologicamente giustissimo lo hai di certo colto: tutto ciò che viene imposto dalle maggioranze come normalità obbligatoria, fa schifo. Penso anch'io che farebbe schifo questa nuova normalità obbligatoria imposta da questa immaginaria (e un po' inelegante) "culigarchia". Così come adesso fa schifo l'imperante idiozia del rosa e dell'azzurro obbligatori, per dividere forzatamente gli esseri umani in scimmioni machoidi e princiFessine fin dal primo minuto dopo la nascita... :)
RispondiEliminaUn'umanità consapevolmente e serenamente bisex non potrebbe che essere migliore, ma naturalmente è solo un mio molesto parere...
È molto ironico e paradossale. Ed il tuo parere molesto è sempre ben accetto.
EliminaBella idea, ironica, paradossale, ma giusta. E vale nei due sensi, purtroppo.
RispondiEliminaEh si, è quello il brutto
EliminaFantastico davvero e mooolto profondo. Ti stimo :)
RispondiEliminaGrande stima per le Vedette Sedute ;)
RispondiEliminaBella l'idea del racconto al futuro...chissà che se ne dirà fra qualche decennio!
RispondiEliminaSono abbastanza sicuro che il futuro non sarà nero come lo dipingono le Sentinelle. E neppure come l'ho tratteggiato io. Insomma, l'idea di scrivere questo post era proprio per evitare di arrivarci
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