C'erano molti motivi per ritornare a Malo; io non so se nel corso di questo post riuscirò a parlarne e, se avete voglia, ve li cercate nel post che ho linkato.
Poi ce n'era uno più materiale, la preparazione alla Ultrabericus che richiede che i km per prepararsi aumentino via via raggiungendo quasi i 40.
Ci sono molte scuole di pensiero: qualcuno dice che bisogna superare anche i 50, ma noi prendiamo i metodi che ci fanno più comodo e poi triboliamo come cani fino alla fine.
E 50 km per una domenica qualsiasi sono davvero troppi.
Perché c'è quel minimo di apprensione sempre presente, quell'occhio a tempo di corsa che non riguarda il risultato finale ma la proiezione sul rientro a casa. Sabato Silver aveva lavorato tutto il giorno e mi sentivo un pochino in colpa per quella aggiunta di distacco di 5 ore alla domenica mattina.
Ma a Malo bisognava tornare: lo scorso anno, alla vigilia della Marcia di S.Valentino (anticipata di una settimana per via del carnevale), avevamo visto Nikio per l'ultima volta.
(Ecco, alla fine ne parlo)
Dopo quel soffertissimo tragitto avevo scritto un post che si intitolava come questo ma intendevo semplicemente citare Luigi Meneghello.
Invece ieri non potevo fare a meno di pensare a quello che per me è stato il più bel post di Nicola sul suo blog. "Liberaci dal male" scriveva con speranza, raccontando quanto fosse difficile recitare anche un semplice Padre Nostro, nelle sue condizioni.
Mi dicevo ieri, con un po' di quel cinismo che lui apprezzava tanto, che in qualche modo lui dal male è stato liberato, anche se una bella fetta è rimasta in dote a moglie e figlia, un'altra ai suoi genitori ed ai fratelli e qualche briciola anche agli amici più cari.
Ma io a Malo ci sono tornato perché lo scorso anno, la sera prima, ci eravamo mangiati una pizza assieme, a casa mia, e lui pareva stare bene. Meglio delle volte precedenti, ed io davvero quel giorno ho sperato che ce la potesse fare.
In qualche modo ricordarmelo così attenua la sofferenza, per un attimo.
"Voialtri si mati" ci disse quando gli spiegai che volevamo correre a Malo per prepararci per la maratona di Padova "a Malo non se core, se fa solo fadiga".
Avevi ragione, vecchio mio, avevi ragione.
Ma mai come ieri, se la fatica è in qualche modo una preghiera, aveva senso tornare su quelle colline.
"Voialtri si mati!"
Se non ne avete abbastanza c'è anche il racconto specifico della giornata scritto su "La Folgorante Social Club"
Gae hai fatto benone ad andare a Malo, Nikio ti avrà guardato continuando a pensare che eri matto. Una cosa super bastarda della malattia sono quelle illusioni che paiono davvero realtà e invece niente. Io le conosco e ho preso a calci i muri quando poi la disillusione è arrivata. Bacione Sandra
RispondiEliminaGià!
EliminaChe belle parole. Grazie per l'emozione che hai fatto passare. Anna
RispondiEliminaFigurati. Meno male che passano, è catartico, in qualche modo.
EliminaGae hai fatto bene ad andare a Malo. Che io sappia, era l'unica marcia che ha fatto il Nikio e credo che non ci sia modo migliore per ricordarlo.
RispondiEliminaLari (la moglie del Nikio)
Lo ricordo in molti modi, che te lo dico a fa? A questo ci tenevo particolarmente. Grazie del commento.
EliminaGrazie Gae, post molto sentito e apprezzato!
RispondiEliminaBello il tuo modo di tener vivo il ricordo del Nikio.
Tina
Doverlo fare è triste, fosse ancora con noi non ce ne sarebbe bisogno. Ma il fatto che tu apprezzi mi fa un immenso piacere. Davvero tanto.
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