lunedì 18 agosto 2014

Trail delle Creste 2014 (e se avesse ragione Zambo?)

Zambo è un amico che ce l'ha su con la corsa. Per motivi suoi, credo, perché non è mica il tipo che sta sempre sul divano.
Di fatto è stato uno dei primi a stupirsi della conversione alla corsa del Lungo, del Corto e del Pacioccone, conoscendo da una vita l'indole divanosa soprattutto dei Bus Brothers al punto che, qualche mese fa, ad una battuta su una futura ipotetica, eventuale partecipazione alla Ultrabericus 2015 aveva sentenziato: "Ma trovarvi un passatempo più salutare? Tipo drogarvi?"

Ma si sa, i consigli degli amici sono fatti per rimanere inalscoltati, pentirsene e tornare a scusarsi con gli amici medesimi.
Così il Franz (aka il Lungo) ed io (Pacioccone un po' in disarmo), ieri mattina presto, ma nemmeno troppo, viste le nostre abitudini, ci siamo messi in macchina alla volta di S.Rocco di Tretto, poco sopra a Schio per partecipare al Trail delle Creste: 20 chilometri sulle montagne lì attorno con 1550 di dislivello positivo. Convenzione infingarda questa di tener conto solo il D+, considerando quanto delicata è la discesa se la si affronta correndo.
Altimetria del percorso dal sito traildellecreste.it
Tant'è fa un freddo becco e la prima missione è cercare il bagno.
Trovo un paio di persone che conosco per lavoro con le quali si sparano un po' di minchiate rilassanti. Uno dei due è un corridore con i controcazzi che potrebbe arrivare nei primi 30 che mi dice di lasciare in macchina i bastoncini da trail che mi avrebbero solo rotto le balle. 'Annaggia! Se non lo avessi ascoltato mi sarebbero tornati utili ad un certo punto del percorso.
Poco prima del countdown trova anche il tempo per la domanda ansiogena: ma tu non ti porti nemmeno una borraccetta?
Eh eh, caro mio, io ho seguito i consigli dietologici di Galloway ed ho bevuto come un cammello nei due giorni precedenti alla gara. Sono più idratato di una crema per le rughe (e mi sono alzato a pisciare due volte per notte nelle ultime 48 ore).
La zona di partenza-arrivo fotografata dal Franz

Si parte.
"Partiamo piano" dice il Lungo
"Nessun problema" gli dico io.
I primi 5 km vanno lisci come l'olio, la salita è ancora pedalabile (si diceva ai tempi della bici) ed i nove chili che ho perso negli ultimi mesi si sentono eccome.
Il Lungo è felice di vedermi pimpante ma morde il freno ed insisto perché liberi i cavalli del suo motore... e tanti saluti, ci si rivedrà all'arrivo.
La prima salita, il Brazome, è dura e lunga e come sempre soffro. Lassù però si sta d'incanto: il sole scalda ma non troppo e la giornata è limpidissima come raramente accade in agosto
 Qualcuno dice che si dovrebbe vedere il mare. Vabbè, io il mare quest'anno l'ho visto quando ci sono andato e adesso non è che c'ho tanta voglia di tirare gli occhi.
Di sicuro si vede il Summano, seconda asperità di giornata ed il profilo delle Creste da cui il nome della gara.
È una meraviglia vederlo da qui, con la croce, minuscola, lassù in cima.

La discesa è spettacolare e vado come un missile; ripasso a mente i dettami del Chi-Running: gambe leggere, nessun movimento a limitare la forza che ti porta in avanti. Certo c'è da tenere gli occhi bene aperti e l'attenzione a mille. Uccello ad uno ad uno tutti quelli che mi avevano superato in salita;
Un atleta de "La Fulminea" (squadra molto nota e pure parecchio simpatica) è a terra con la gamba già immobilizzata dai sanitari... Osti! Attento Gae, appunto!
Arrivo alla metà gara bello pimpante: magio un biscotto, bevo tutto quello che trovo manco fossi un sommelier e via per "Le Creste".
Cazzarola che dure, sbuffo come un cotechino nella pentola, mi faccio ripassare da un po' di quelli che avevo passato in discesa convinto che tanto, poi, superata la Croce di cima Summano, con quel brutto Cristo che pare disegnato apposta per farsi bestemmiare da chi ci arriva in affano, li avrei ripresi con comodità nella ampia discesa che conosco abbastanza bene.
Sè! Banane!
Appena la strada cambierà pendenza le gambe diventeranno così dure che Pinocchio in confronto a me sembrerà Roberto Bolle.
Ma questa è storia di dopo, prima c'è il tempo per fare uno scatto anche alla Val D'Astico dagli squarci che si aprono nelle creste di roccia. È talmente bello che non si può non fotografare. E poi ogni scusa e buona per rifiatare un po'.
Arrivo in cima e provo a fare un'ultima foto.
"Ma come, fai una foto ora che se in cima e ti manca solo la discesa?" Mi dice uno degli addetti al percorso.
"Beh, sai, visto che il podio è sfumato..."
Ce la ridiamo e riparto. Tra l'altro la foto non è neppure venuta... pazienza.
Il problema è che credo di essere in riserva: inizio ad avere qualche crampo ai quadricipiti, si fa sentire la mancanza di allenamento specifico alla salita.

Sul Summano cellulare e suo padrone in panne. Grazie al Franz anche per questa foto
Anche la lucidità inizia a scarseggiare, se non fosse per il gentile richiamo di un'altra Fulminea (credo Martina, se la memoria di qualche sua foto su vari blog di amici non mi inganna) avrei sbagliato strada un paio di volte, nonostante il sentiero fosse ben segnalato. E niente, come provo a mollare le gambe i cosciotti mi si irrigidiscono. Pazienza.
Finita la discesa più impegnativa vado di intervalli di passo: 3 minuti corro, un minuto cammino. Le gambe sono dure ma girano abbastanza.
Trovo il bimbo stronzo che all'ultima deviazione mi dice: "Dietro di te non c'è più nessuno". Mi ricorda quello che faceva il segno della decapitazione al treno per Auschwitz in Schindler's List.
Tant'è! Ultimo per ultimo, mi fermo a pisciare su di un albero in modo da affrontare la passerella finale bello sereno.
L'arrivo è, come lo era stato alla maratona a Padova, esaltante: lo speaker, la festa, gli striscioni. Salto a piedi pari la striscia del cronometro quasi a dire: c'ho messo una vita ma non sono mica morto.
3 ore e 39. Almeno stando al mio orologio. Spero confermata dal crono ufficiale, ma in fondo chi se ne frega.
Trovo il Franz che è già bello che cambiato. Ci mangiamo un panino al volo, che per gli gnocchi c'è da aspettare almeno un ora.
E noi un'ora non ce l'abbiamo.
Pronti via, per la nostra seconda gara: raggiungere le rispettive famiglie al mare, lui, e alla grigliata con gli amici, io e godersi con loro questa splendida giornata di sole in questa estate così fredda e piovosa.

Che dire? Forse la cosa più divertente che mi sia capitata di fare da quando ho iniziato a correre.
Certo dura dura.
Tanto che ad un certo punto il Lungo ed il Pacioccone si guardano e dicono: "La maratona su strada è una palla, il trail è duro. E se avesse ragione Zambo?"





Ieri era la prima uscita "Ufficiale" di due folgoranti. Come si diceva, probabilmente non vinceremo mai nulla nelle gare a cui prenderemo parte.
L'unica cosa in cui pare che non abbiamo rivali è questa: Occhio al Nikio. Ci sta dando grandi soddisfazioni.
Grazie a tutti voi che siete passati a lasciare quello che ritenevate giusto e che è importante sempre e comunque. Ma non è ancora ora di ringraziare, andate a vedere e fate quello che ritenete più opportuno. Siamo a metà gara, teniamo duro ed il risultato sarà assicurato.

2 commenti:

  1. hahahaaaah a quella del bambino di Schindler's list mi hai fatta schiattare!
    E bravo tu che non sie schiattato (davvero 9 kili hai perso?! grande!)
    E soprattutto grande per la foto prima della discesa: non so come spiegarlo, ma come metafora mi sembra saggia e giusta.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Stamattina la bilancia, probabilmente in un fuoco di paglia o in un raro slancio motivatore, mi segnava addirittura 10 kg in meno. Io continuerò a fermarmi a fotografare prima delle discese (metaforiche e non) ;)

      Elimina

Scrivi quello che vuoi, in questo blog non si censura un ca##@