Siamo
tutti un po' giardinieri, nostro malgrado, anche se non sempre
conosciamo di che tipo siano le sementi che si sono state affidate. E
quindi non sappiamo bene quale sia il terreno giusto, se vogliano la
luce o l'ombra, se gradiscano tanta acqua o poca. Andiamo un po' a
tentativi, un po' facendoci aiutare, anche se magari gli altri non
avevano i semi uguali ai nostri.
E
ci viene l'ansia se non cresce in fretta e ancora di più se una
volta cresciuto c'è una foglia secca.
“Li
ho piantati ed ora vediamo cosa viene”, dice mio suocero ogni volta
che non è sicuro del risultato, e poi, con premura ed attenzione,
cerca di trovare le vie di mezzo, fino a quando non ci capisce
qualcosa di più e allora diventa più preciso, più specifico.
Io
credo di non essere un buon giardiniere, nemmeno in senso figurato
(di non esserlo in senso letterale ho la certezza): semino un sacco
ma poi non è che sono sempre bravo a starci dietro.
Prendete
questo post, ad esempio, che son tre giorni che l'ho iniziato e poi
la pausa pranzo finisce e lo lascio lì ed il giorno dopo non mi
piace più e lo cambio quasi tutto.
Ieri
ascoltavo James Taylor e pensavo a due persone care che non ci sono
più e mi veniva da piangere in macchina, come uno scemo. Così ho
preso la Vespa e mi canto la canzone a memoria: “Deep
greens and blues are the colors I choose. Won't you let me go down in
my dreams”,
le lacrime scendevano uguale, ma potevo sempre far finta che fosse
l'aria negli occhi.
E
credo sia quello che mi fa essere un pessimo giardiniere: troppe
cose, troppe emozioni, troppi investimenti affettivi.
Eppure
mio suocero ha tante piante ed un orto che sfamerebbe il Burkina Faso
e riesce a stare dietro a tutto. Eh, ma lui è bravo, c'ha il pollice
verde. Poi lui mica ha tante altre passioni: ne ha coltivata una
(bene, pure quella).
Invece
io pianto tanti semi e poi mi dimentico di dare l'acqua, di togliere
il seccume, di raccogliere quando è ora. E se mi ricordo magari non
c'ho voglia e poi sto andando dietro ad un'altra nuova passione.
Qualche
tempo fa sono passato al cimitero, non ci vado spesso, sebbene non
manchino i motivi per farlo; a tradimento mi ha notato la tomba di
Franco, il mio vecchio maestro di chitarra. Se n'è andato prestino
anche lui, in fretta, pure.
Non
era un vero maestro di musica, ma aveva tanta passione e suonava bene
(ed io non ho ancora capito come riuscisse a far sentire così tanto
la chitarra senza amplificarla mantenendo anche un tocco lieve).
Insomma,
un giorno mio padre o mio zio gli hanno chiesto se avesse avuto
voglia di insegnare a noi ragazzini a suonare la chitarra. Lui ci
portò in un piccolo negozio che non c'è più e comprammo tre
chitarre uguali da pochi soldi. Ci sono ragazzini che cantano nel
coro oggi che neppure sanno come si chiamava, ma è lui che ha
innescato quella reazione a catena, quel pomeriggio di primavera, in
un piccolo negozio di periferia. E non ha mai avuto un euro in
cambio. C'è solo una statuetta di bronzo con un cowboy che suona la
chitarra sopra la sua lapide. Ecco credo che lui per quel seme sia
stato un buon giardiniere.
E
non so perché tu sia finito in questo post, caro Franco, avrei
voluto avere parole migliori per te ma ultimamente va così. Ed io
spero che ti arrivi almeno la mia voce, mentre cerco invano di
sovrastare il rumore della Vespa e la malinconia cantando con
improbabile accento veneto una canzone di James Taylor che, ora che
ci penso, non ti ho mai neppure chiesto se ti piacesse.
Bello questo post.
RispondiEliminaCasca a fagiolo in questo periodo in cui ogni giorno faccio un piantino per Luis, che era il mio capo ma non era un "datore di lavoro", ma una persona straordinaria che mi ha insegnato tanto, e se n'è andato talmente in fretta che chi mi chiede di lui al telefono riceve la notizia e piangiamo tutti, omoni maturi che mi si mettono a piangere al telefono e ricordi che corrono attraverso una cornetta.
Scusa per lo sfogo.
Non scusarti, se non ci si sfoga qui... un abbraccio!
Eliminabello tutto. Anche il commento di Mafalda.
RispondiEliminaAnch'io ho un sacco di passioni , e disperdo molto il mio poco talento ...
Però rispondo così a chi mi chiede "suoni da quarant'anni e sei ancora così tecnicamente indietro ? " " si, ma io mi sono goduto il viaggio..."
Bravissimo, ottima risposta! E godiamocelo sto viaggio, che poi magari la meta non è tutto sto granché.
EliminaGran bel post.
RispondiEliminaTe lo dico da non dotato di pollice verde. ;)
Bella anche l'immagine delle lacrime su James Taylor.
Grazie Ford. ;)
EliminaCome mi pungola questo post . La saccoccia piena di semi sconosciuti. E la sensazione precisa di stare sprecando tutto quanto.
RispondiEliminaNo, non preoccuparti, dai. Già essere positivi aiuta a partire con il piede giusto.
Eliminadavvero un bel post, che dire... credo che le passioni siano uno dei motori della nostra esistenza, non potremmo farne a meno, al di là di fare bene o male.
RispondiEliminaGrazie Ernest, concordo in pieno, senza passioni avremmo una vita vuota.
Elimina"Siamo tutti un po' giardinieri, nostro malgrado, anche se non sempre conosciamo di che tipo siano le sementi che si sono state affidate. E quindi non sappiamo bene quale sia il terreno giusto, se vogliano la luce o l'ombra, se gradiscano tanta acqua o poca."
RispondiEliminaParli per sé. Il suo problema è l'ignoranza, molto banalmente. Non conosce le caratteristiche di quello che semina e quindi non sa come starci dietro. È pieno di gente che si improvvisa a cazzo, con le piante come con gli umani, e non si prende la briga di andarsi a studiare le caratteristiche di ciò che accudisce. Probabilmente curerà male anche tutte le altre sue passioni. La chiamano superficialità. Ha effetti devastanti. In ogni campo.
Probabilmente! Chissà se riusciremo mai a scoprirlo.
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