Mio
fratello è un tipo particolare. Abbiamo passato la vita a pensare di
non assomigliarci invece alla fine esce che siamo molto più uguali
di quanto non vogliamo ammettere.
Fisicamente
è stato sufficiente che venisse un po' di panza anche a lui e
mettessi gli occhiali anche io.
Se
in mezzo ci mettete anche mia sorella il gioco è fatto e la doppia
elica del DNA si ricompone magicamente.
Anni
fa conoscevo un ragazzo con la Sindrome di Down che chiamava il
fratello “Alessiopiccolino”. La prima volta che lo vidi
Alessiopiccolino era un ragazzo sui quattordici anni piuttosto
vivace. Anni dopo li reincontrai entrambi e il maggiore continuava a
chiamarlo Alessiopiccolino anche se era un marcantonio di un metro e
ottanta e guidava una golf. Lui lo aveva sempre chiamato così, non
vedeva la ragione di cambiare.
Il
punto è che aveva ragione lui, era come se fosse l'espressione
dell'animo di tutti, del mio, anche.
Io
i miei fratelli continuo a considerarli i fratellini piccoli anche se
hanno oramai superato i trenta tutti e due, sono sposati e vivono la
loro vita.
Ma
non volevo parlare dei miei fratelli che sono cresciuti. Dicevo mio
fratello che alla fine è come me: io lo coinvolgo e lui mi segue.
Lui mi coinvolge ed io lo seguo.
Così
un mese fa mi ha chiesto se potevo aiutare la Compagnia Teatrale dove
recita (piuttosto bene, devo ammettere) e dove recitavo pure io
(piuttosto bene, devo ammettere) con l'amplificazione.
Subito
ho pensato che me lo avesse chiesto per comodità, per vicinanza.
Anche per pigrizia, per non cercarne altri.
Io
non sono un tecnico del suono. Il mixer nuovo che si è comprato è
una plancia che l'Enterprice in confronto è una Panda 30.
Poi
sono sempre incasinato, non riesco ad arrivare in orario, non riesco
ad andare alle prove, di solito scappo prima per finire altre cose...
insomma, fatico. Se sono uscito dal gruppo un motivo c'è.
Ma
se posso dico di si perché io con lui di debiti di questo tipo ne ho
parecchi e poi una mano non si nega mai.
Pensavo
che sarebbe bello avere tutte queste manopoline e potenziometri anche
nella vita: per togliere i sovraccarichi, eliminare i fischi, sentire
solo le voci che si vuole. Ma anche ci fosse, poi, non funziona mai:
un cavo spellato, una cassa vecchia, un microfono con le pile
scariche... basta un niente e nulla è più perfetto e allora è la
tonalità dell'accontentarsi che
diventa importante.
Sono
passati anni, ci sono molte fedi alle dita di ragazzi che conoscevo
da adolescenti e rughe attorno agli occhi dei più grandi.
C'è
questa aria densa, quasi concentrata, tesa. Non tesa nei rapporti tra
le persone, è... come se ci fosse un alone o un peso sul cuore; nella
presentazione, nel modo di dire le battute, nel cantare con il freno
a mano tirato: più voglia di provarci che di divertirsi, più
“andava fatto” che “facciamo”.
Lo
sapevamo tutti cos'era, non serviva dirlo, eppure è rimasto lì,
dalle prove fino alla fine, fino a quel dito puntato al cielo, fino
alle lacrime nel buio del solo finale.
Un
urlo silenzioso che andava gridato.
E
non so se mio fratello lo avesse pensato ma credo che in quel posto,
in quel momento, potessi esserci solo io.
E
non erano più loro ad avere bisogno di me. Avevo bisogno io di essere lì e di ripartire per la Prossima Fermata.
“I'll
top the bill
I'll
overkill
I
have to find the will to carry on
On
with the show” (The Show must go on – The Queen)
Non c'eri solo tu, dietro quel mixer. Eravate in due, se ho capito bene.
RispondiEliminaMah! Il ricordo accompagna sempre, l'assenza, però, si sente.
EliminaGran bel post.
RispondiEliminaPosso capire bene, da fratello maggiore.
Grazie!
Eliminase ho capito bene anche io... sì eravate in due.anna
RispondiEliminaSarebbe bello poter dire che c'era. In realtà il ricordo è presente abbastanza dappertutto. Che manca è proprio la presenza.
EliminaSiete stati bravi a rifarlo, grandi davvero. Sabato avevamo già un impegno ma non sapevo ci fossi anche tu...come sai S. racconta gran poco ;)
RispondiEliminaBravo Gae, continua a scrivere.
Roby
In teoria non ci sono. Ero solo lì una tantum
EliminaBel post Gae!!!
RispondiEliminaOvviamente mi son commossa leggendo... e da fratello maggiore ho sicuramente tutta la tua comprensione.
Sono certa che a quelle dita puntate al cielo abbia fatto eco il più bello e caloroso applauso che abbiate mai ricevuto!
Continuate così...
Alla prossima!
Tina
Grazie. Continueranno gli altri, ma io sono stato contento di esserci in quel momento lì
EliminaCome dice il maestro Oogway, il caso non esiste!
RispondiEliminaBeo beo. Bravo
Grassie!
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