Mi
stupisco sempre di quanto poco siano tenuti in considerazione
l'olfatto ed il gusto... Come sensi, dico. Eppure, molto più della
vista e dell'udito riescono a lavorare a contatto con l'anima, a
risvegliarla, nei ricordi più lontani.
C'è
l'odore di spazzatura che marcisce al sole, ad esempio, che io
associo positivamente ad una vacanza al mare di tantissimi anni fa,
la prima volta che ho visto un cassonetto. O quella particolare essenza
di muffa, che c'era solo nella stanza dove nonna lavorava le verdure
appena raccolte. O la carta ingiallita, che fa tornare in mente quella
baracca che c'era in fondo all'orto, con quel vecchio armadio pieno
zeppo di gialli mondadori. O il fieno di quando si aiutava lo zio nei
campi e una volta mi sono anche incrinato la costola che quasi, ora,
a sentirne l'odore, avverto una fitta al fianco.
Così
mi capita con il dentifricio dei bambini. Quello caramelloso,
dolciastro... impossibile, adesso, da grande. Eppure, se lavando i
denti ai bambini me ne scappa sulla mano e mi lecco le dita, è come
se entrassi nella macchina del tempo.
C'era
questo tubetto blu e nero con disegnato Paperino.
Eravamo
in colonia in montagna.
È
incredibile quante cose possano cambiare da una esperienza terribile
come quella del mare mettendoci solamente di mezzo un anno, un paio
di centinaia di chilometri di latitudine e qualche metro slm.
Pensare
che i presupposti erano gli stessi: famiglia impossibilitata a
muoversi.
Ma
le madri (la mia e la gemella zia), rose dai sensi di colpa per la
dorotea prigionia dell'anno precedente, il secondo anno l'hanno
pensata meglio: motagna. E non solo i due primogeniti: anche i
secondi, all'insegna del mal comune mezzo gaudio, che eventualmente
si facessero compagnia fra di loro. Il mio fratellino, oltretutto,
all'epoca soprannominato “Ba'otea” (lett. Palletta, per via delle
guanciotte alla Arnold), era clamorosamente fuori età, frequentando
ancora l'asilo. Non so come, le gemelle terribili siano riuscite a
corrompere il povero Don Luciano: ruspio e dolce, come solo gli
uomini di montagna sanno essere, responsabile del campo.
Però
è andato tutto bene. Benissimo anzi.
Come
per il mare, più che di veri ricordi, si tratta di flash, di
suggestioni. Ricordo il sorriso dagli occhi verdi della nostra
animatrice, ricordo la sfida con la CIF, la colonia rivale, colpevole
solamente di essere dirimpettaia, la scarpinata al Cimone, sui luoghi
della Grande Guerra. Ricordo il bambino che ci intratteneva a cena
soffiandosi il naso con le fette di prosciutto per poi mangiarle a
mo' di involtino. Ricordo Erwin, mi pare si chiamasse così, unico
superstite dell'esperienza dell'anno prima, un ragazzino biondissimo,
forse albino, che stava sempre da solo e una volta si è anche perso.
Ricordo che non ho mai dovuto seguire mio fratello che tanto lo
avevano addottato tutti, così estroverso com'era. Ricordo il falò
di fine campo: “È l'ora dell'addio, fratelli, è l'ora di partir”,
la prima volta in vita mia che ho dovuto nascondere le lacrime.
“Arrivederci,
allor, fratelli. Arrivederci si”
Il bambino che si soffia il naso con le fette di prosciutto mi ha evocato uno starnuto di una bimba durante la merenda in una scuola dell'infanzia in cui ho fatto tirocinio secoli fa... Un bellissimo moccio verde che mi fece correre in bagno a vomitare l'anima... se ci penso vomito ancora.
RispondiEliminaTERRIBBBILE!!!
EliminaAHAHAHAH...
Lui si infilava anche i piselli dentro al naso e poi li mangiava. A volte combinava la tecnica: prima i piselli nel naso, poi inseriti nell'involtino di prosciutto. A pensarci ora vien da dire che mangiavamo spesso piselli e prosciutto ;)
Elimina... se mi rievochi i campi in montagna (visto che pure in colonia non mi era andata male) mi fai commuovere... ricordi, odori e emozioni e un sacco di immagini...
RispondiEliminaed ero pure stato selezionato dal don per andare a raccogliere abusivamente stelle alpine a mezzanotte per il ricordino .... da consegnare al falò con la medesima canzone di sottofondo...
Di campi i montagna, da lì in poi, ne ho fatti un sacco. Ma questa era proprio ancora una colonia. Direi che abbiamo fatto pace... le colonie ed io.
Eliminami commuovo...
RispondiEliminain montagna, in campeggio con l'oratorio, ci ho passato l'adolescenza...ho tanti ricordi, quasi tutti belli: una gara di gavettoni a Champoluc nel giorno di ferragosto, le notti in Val Veny sotto la tenda a sentire il rumore del torrente, le stelle cadenti, le partite a carte fino all'alba
bei tempi :)
Bei posti, anche! ;)
EliminaO.T. ho sentito del preallarme dovuto al Bacchiglione: da voi come va?
RispondiElimina:\
Sono stato con i piedi in acqua ad aiutare mio padre (gestisce una piscina in centro a Vicenza) fino a mezzanotte. Un discreto allarme ma nessun dramma, per fortuna.
EliminaSpero che anche la mia bimba abbia di questi ricordi un giorno, mia mamma era troppo apprensiva per farmi passare qualche giorno lontana da casa :)
RispondiEliminadevo dire che i miei, invece, sono sempre stati molto aperti, in questo senso. Gliene sono grato.
Eliminaadoro i post di ricordi!
RispondiEliminaSi anch'io. Siamo dei romanticoni, che t'aggia dì
Eliminaé che la montagna è meglio del mare! Io lo sostengo da sempre......
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