Capita di accostarci alla morte.
O che essa ci sfiori, in un momento della vita.
Ci sfiora perchè non riguarda noi in prima persona ma colpisce le persone alle quali vogliamo bene e, in parte, la loro perdita è anche nostra.
E questa nostra prossimità ci responsabilizza e ci chiede di essere presenti, se non a consolare, per lo meno a condividere.
E capita di trovarci anche stupiti nel constatare che siamo noi a venire consolati e rassicurati. Dalla serenità, dalla forza, dalla fede altrui.
E tutto acquista un senso ed il senso diventa direzione da seguire.
E capita invece di trovarci, in un'altra situazione, davanti a cose più grandi di noi, come il suicidio di un padre, ancora giovane, con i figli piccoli.
E questo non trova consolazione, non trova ragione e non trova fede a giustificarlo, combattutti come siamo fra la colpa che ci carichiamo addosso e quella che addossiamo a chi ha deciso di affidare la sua vita a tre righe lasciate sul tavolo e ad una corda appesa al soffitto.
E non ci sono parole
Capita allora la domanda: tu che sei psicologo, come lo spiegheresti ad un bambino?
Ed io risposte non ne ho; consapevole che il problema non sia come riuscire a spigarlo ad un bambino ma trovare le parole per raccontarlo a me stesso.
Allora sua moglie disse: "Rimani ancora saldo nella tua integrità? Maledici Dio e muori!". Ma egli le rispose: "Tu parli come parlerebbe una stolta! Se da Dio accettiamo il bene, perché non dovremmo accettare il male?". (Giobbe 2, 9-10)
Caro Gae, mi dispiace per questa perdita..davvero. Sono vicina alla famiglia di questo uomo e a chi conosceva.
RispondiEliminaEssendoci passata anch'io capisco che la cosa non è facile da digerire da soli..figuriamoci spiegarla ad un bambino..
Non ci sono parole.. solo vicinanza
RispondiEliminaSolo un abbraccio.
RispondiEliminaUn ex compagno delle elementari di mio figlio a novembre si è impiccato... aveva 10 anni. Ed ero io a chiedere a lui come si potesse fare una cosa del genere... Va proprio al di là della comprensione. Poveri bambini e povero papà :(
RispondiEliminaRoba tosta, Gae.
RispondiEliminaA volte non ci sono parole, bisogna solo allargare le spalle e tenere duro. Il peso, prima o poi, si alleggerisce.
Ho due amiche figlie di suicidi, è una ferita che non si rimargina mai.
RispondiEliminaLa fuga non è concessa a chi ha figli.
A volte un certo dolore non lo puoi spiegare... ed è terribile e triste. Un pensiero silenzioso a chi resta.
RispondiEliminaDa quando sono mamma storie come queste mi dilaniano dentro...
RispondiEliminaUn abbraccio.
Non lo so. Forse semplicemente non si può...
RispondiEliminaProprio oggi ricorre la morte dello zio di una mia carissima amica, che si è tolto la vita a poco più di 40 anni, lasciando due bimbi che ancora stanno cercando di elaborare la perdita. Un' altra mia cara amica ha perso la mamma a 12 anni per lo stesso motivo. La ragione nn arriva a tanto, un senso non lo trovi. Ti abbraccio, so quanto sia dura.
RispondiEliminaGrazie a tutti, spiego meglio: non è capitato direttamente a me, riporto gli abbracci agli amici a cui è capitato e che devono portare il carico più pesante.
RispondiEliminaNon so come si possa spiegare. Che tristezza. Chissà come si sentiva inutile quell'uomo, tanto da lasciare qui i suoi bambini.
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