giovedì 20 ottobre 2016

Casa Bianca: Nuove prove del complotto Renzi Berlusconi

Dunque vediamo...
È stato detto un po' di tutto anche con una discreta grauità. Non ho nessuna intenzione di mettermi a difendere il premier che, per quanto mi riguarda, non mi entusiasma più di tanto, ma non posso fare a meno di notare che porta avanti il suo stile con una tenace e paracula coerenza. Ed in effetti Bebe, Robbberto, la signora Cern, eccetera, in qualche modo fa vedere al mondo che l'Italia è si pizza e mandolino, ma, da italiani, sappiamo benissimo che esistono pizzerie di merda e pizzerie dove invece vale la pena fare la fila per aspettare. Qualche italiano, quei pochi che ancora hanno idea di come sia fatto un mandolino, sa pure che un conto è uno strumento di liuteria ed un altro è comprare un baracchino fatto in serie in chissà quale recondito scantinato del sudest asiatico (giusto per chiudere a mia volta con un luogo comune la parantesi suoi luoghi comuni).

Dicevo che è stato detto tutto. L'unica roba che però non ho letto da nessuna parte è: Ma quanto cazzo è alto Renzi?
No, perché è importante.
Che? L'ho notato solo io?
È uno dei pochi leader mondiali che non sfigura vicino ad Obama che mi risulta essere  sopra il metro e novanta.
Questa cosa puzza.
Secondo me è più basso e mente.
D'altro canto lo abbiamo sempre saputo che è in combutta con Berlusconi.
Certo che farsi prestare le scarpe è davvero troppo. 

martedì 18 ottobre 2016

Gli outsiders e la manutenzione del motorino

Una degli aspetti che ha segnato profondamente l'infanzia mia e dei miei fratelli è stata sicuramente l'avversione di nostro padre per tutto quello che era mainstream.
Avversione che è passata solo di recente, ora il Nonnomario si sta concedendo una terza età agiata e massificata il giusto, troppo tardi in ogni caso, per non aver inciso nella nostra psiche, consegnando ai posteri tre bastian contrari cagacazzi che apriti cielo.
Va detto che spesso mio padre (lui in particolare, e a mia madre il merito di essersi sempre fidata) era talmente avanti da esserlo troppo. Famosa l'apertura di una piccola società per l'installazione di pannelli solari nel 1982, o l'installazione di un impianto a gpl sulla 131 mirafiori del 1977 con la conseguente occupazione di tutto l'ampio bagagliaio della berlina testè acquistata per problemi di spazio.
Ma torniamo a bomba. Avete presente il Jolly Invicta? In sostanza il primo contenitore per la scuola ad assurgere alla dignità di "zaino" mentre prima c'era "la cartella". Ora, da metà anni ottanta in poi tutti avevano il Jolly. Tutti i fichi, almeno.
Io no, io avevo l'Invicta Kasko! Nessun altro aveva l'Invicta Kasko. Le battute si sprecavano: "È in omaggio con l'assicurazione?"
Tutto perché aveva due cerniere che aprivano un enorme tascone per riporre il Casco (che da poco era diventato obbligatorio anche sui ciclomotori). Che peraltro era poi impossibile da portare sulle spalle, perché provate voi a girare cun uno zaino che sbalza di fuori di mezzo metro (senza parlare della vergogna).
Che poi il Casco era arrivato pure tardi. Ancora mi viene il magone se penso a quella notte di Natale in cui, quattordicenne già da 9 mesi, tornai dalla messa di mezzanotte sicuro di trovare sotto l'albero un pacco grandicello, almeno un piccolo scatolone 30x30.
Invece c'era un pacchettino rotondo di una decina di centimetri. Era buio, ma si capiva che non era un casco, insomma.
Infatti era una cintura. E non una El_Charro borchiata. No no. Neutra.
Però qualche tempo dopo il casco arrivò e via motorizzati. Avevi L'Oxford? Ricordate l'Oxford? Tamarrissimo: con le marce, il sellone e gli ammortizzatori.
No
Il Ciao? Quello che avevano tutti, un po' da femmine, ma evergreen.
No
Il Si? Il fratello scemo del Ciao.
No
E che Motorino avevi?
Il Gilera CBA. Verde mare. Praticamente il motore del Ciao montato su un telaio di una Guzzi 1000. Velocità massima 25 km all'ora. Ricordo che andando a scuola i ciclisti mi usavano per tagliare l'aria e non c'era verso di scrollarseli dalle ruote.
Poi è passato a mio fratello che lo ha elaborato con marmitta, carburatore, manubrio aereodinamico, puntine (mi pare). E niente, aumentarono solo le vibrazioni, fino a rompersi in due.
Lo odiavo il Gilera CBA, ma ci ha portato in un sacco di posti.
E ieri, mentre lo raccontavo ai miei figli, ho cercato una foto su internet e sono rimasto sorpreso di averne trovata una proprio del colore giusto.
L'ho spedita a mio fratello e si condivideva che visto così, quasi trent'anni dopo, non è neppure così brutto.


martedì 11 ottobre 2016

Oh my god! Sono in finale ai Macchianera Internet Awards

Succede una cosa strana: giovedì decido che devo disintossicarmi dai social e disattivo tutte le notifiche sullo smartphone. Funziona. Per tutto giovedì e gran parte di venerdì, sostanzialmente mi scordo di avere un'account su Facebook e una email collegata al blog.
Poi venerdì sera lascio il telefono in carica e vado al coro; c'è da imparare un brano complicato e torniamo che si è fatto tardi. Stacco il caricabatterie e, già che ci sono, apro Facebook. una cinquantina di notifiche. Porcapaletta!
"Chiara ti ha tagato su Facebook"
E sotto c'è questa immagine qui

In sostanza sono tra i dieci finalisti al Macchia Nera Blog Awards categoria "Sito per Genitori e Figli", che premia il meglio della rete del 2016. Che già il fatto che ci sia io, di per sé, è un ossimoro rispetto all'intento del premio.
Ma la cosa più strana è che io lì in mezzo non so neppure come possa esserci finito. Qualcuno mi ha proposto, dicono, ma chi? Io so che Cannibal Kid/Marco Goi ogni anno mi segnala come blog sul tema della genitorialità, più per il fatto che lui non credo che ne conosca molti altri, non avendone bisogno.
Mah!?
E poi scrivo pochissimo. Lorenzo dice che forse è perché scrivo poco che mi hanno premiato. Mi sa che è per quello. Peccato non ci sia più la categoria "blog andato a puttane" alla quale avrei ambito di gusto.

Fatto sta che in qualche modo ci son dentro. E quindi, già che ci siamo...
Qui si vota.


Non siete neppure obbligati a votare per me. Anzi, di mio vi direi di votare Elastigirl, che tra tutti i blog in lista è decisamente quello più divertente da leggere. Però insomma boh!? Vedete un po' voi

lunedì 3 ottobre 2016

Andate e cornificatevi

"L'importante è che ci sia la taldeitali, perché il problema son certe donne" (certe detto con la tipica intonazione stile "capiscim'ammé")

Lo ha detto un'amica durante una cena, preoccupata che il maschio tal dei tali fosse indotto in tentazione dalla femmina taldeitali.
Si parlava, a dire il vero, di tutt'altro, ma si era finiti inevitabilmente a parlare di corna.
E niente, pare che ancora oggi (A.D. MMXVI) vi sia, anche tra le persone di buona cultura e possibilità, la concezione che nel tradimento la colpa sia esclusivamente della donna.
Che tenta, ovviamente, con mezzi illeciti, generalmente. E lui, poveraccio, che cosa può farci d'altro canto?
Non so, ammetto mio malgrado di non essere mai stato preda designata di queste cacciatrici di uomini senza scrupoli (le cacciatrici senza scrupoli, non gli uomini, o forse anche gli uomini? mah?! ) e quindi non ho grandi verità da s-gureggiare.
Mi rendo conto che messa così sembra che io parli rosicando, ma vi assicuro che non è così. Freud non sarebbe ancora d'accordo ma che vada a farsi chiavare anche Freud.

Comunque immagino che questa fattucchiera del sesso ti si pari davanti e faccia un primo sortilegio per far sparire tutto quello che indossi, poi, complice il primordiale desiderio di scaldarsi l'uomo corra tra le sue braccia al solo scopo di sopravvivere.
Forse scopo era meglio non dirlo.

Però non regge, dai: nessuno tradirebbe nessuno d'estate, se fosse così.
Allora forse una maledizione Imperium? Chi puo dirlo?
Sta di fatto che la colpa è della donna tentatrice, senza se e senza ma.

No, 'spetta! Può esserci una corresponsabilità.
Si dai, giusto, bravi, così mi piacete!

Quando la moglie "trascura" il marito. Trascura in senso biblico. Non sono certissimo che la Bibbia usi mai il verbo trascurare, ma avete capito benissimo.
Oltretutto è piuttosto buffo che la Bibbia usasse tutta una serie di verbi poco espliciti per non parlare apertamente di sesso ed è finita per diventare un sinonimo del sesso stesso.
Ma non divaghiamo.
In sostanza: se la colpa non deve essere attribuita esclusivamente alla donna tentatrice, il concorso di colpa al massimo è con la donna trascurante (tipicamente moglie o compagna) perché per l'uomo, si sa, "più dell'onor potè il digiuno".

Quindi anche oggi, Anno Domini MMXVI, cari maschi, andate e cornificatevi; continuiamo a tenere il cervello all'altezza del pube, in modo che l'unico pensiero che ci passa dentro sia molto più a contatto con il solo organo che ci interessa soddisfare.
Continuiamo a fare finta di essere vestiti di pelli, di essere appena tornati da una giornata a cacciare il bufalo e di pretendere che, appena appoggiata la clava insanguinata vicino all'ingresso della caverna, ci spetti il giusto: una compiacente compagna che, volente o nolente, accolga dentro di se il nostro testosteronico fallo. 
Continuiamo pure a fare finta di essere immuni alla consapevolezza ed alla razionalità e, soprattutto, continuiamo a prenderci il lusso di lasciar dare la colpa alle altre, ignari che anche questa è violenza, anche questo è femminicidio.
Al massimo ci sgama qualche maschio femminista, ma quelli non se li fila nessuno. Al limite, se proprio ci va male, una o più delle donne coinvolte nella storia. Ma si sa: chi le ascolta "certe" donne.

p.s. io di per sé non ho nemmeno nulla contro le corna, le coppie aperte o altro e spesso mi chiedo che senso abbiano certe coppie che rimangono insieme a tutti i costi. Insomma: mi rompe un pelino di più il bigottismo e l'incoerenza, ma quello è un problema mio.

venerdì 23 settembre 2016

Ma sono gemelli?

"Che effetto vi fa sapere che sarete divisi?"
"Non saprei, non abbiamo mai provato!" 

Così è iniziata la scuola.
Capirai, direte voi, son passate due settimane.
Beh, in effetti...
È che ho dovuto domare la routine della ripartenza, fare e brigare.
Ma Pee e Jack hanno inziato le elementari e devo ammettere che il passaggio mi metteva quel filino di ansia che ammetto solo ora, con il senno di poi.
Un po' Silver e la sua famiglia che in un modo un po' inconscio e sicuramente irrazionale si erano fatti la convinzione che i maschi a scuola vanno male. Solo perché in famiglia (non è chiaro fino a che ordine e grado di parentela fosse risalita la ricerca) la statistica era impietosa. Avevo voglia io, a dire che a scuola sia io che mio fratello abbiamo avuto anche meno problemi di mia sorella che comunque, più di tanto, non è che ne abbia dati.
Poi, appunto, c'era questa faccenda della separazione dei gemelli. Pensavo fosse scontata, ad essere sincero, invece mi hanno detto che se non lo avessi specificato alla segreteria probabilmente sarebbero finiti insieme.
Si, lo abbiamo chiesto noi, komeinisti della separazione dei gemelli. In questo caso si che avere osservato da vicino le coppie gemellari che abbiamo in famiglia ci è servito.
Eppure all'asilo nemmeno giocavano assieme, ha detto la maestra. Eppure sono già così diversi, siete sicuri che serve?
Con Pee che non racconta mai nulla, non farebbe comodo un Jack che invece è piuttosto dettagliato nel riferire tutto?
Boh!
Poi, proprio su questa cosa del racconto ho pensato a come io raccontavo la scuola a mia madre. La raccontavo come volevo io, al limite anche mentendo, se mi andava di mentire o pensavo che fosse meglio farlo (don't try this at home, mentire è sbagliato). 
E ci siamo detti che in fondo è giusto che ognuno di loro possa essere padrone anche dei propri ricordi.
Poi il primo giorno Jack che piange, prima di entrare: "Dov'è Pee?"
Forse solo Silver può sapere cosa si prova.
E poi Pee che alla sera racconta, inarrestabile, dettagliato, felice. "Aspetta, Jack, è la mia classe, la racconto io". Non sembra nemmeno lui.
E Jack felice anche lui: "E poi ci vediamo alla merenda e siccome lui si era dimenticato l'acqua gli ho dato un po' della mia".
E alla fine dividendoli, forse li abbiamo uniti.
Magari poi a scuola saranno dei somari, ma Silver ed io ci siamo detti che da quando abbiamo cominciato, sei anni fa, forse è la prima volta che siamo sicuri di aver fatto una scelta giusta.

giovedì 22 settembre 2016

Quello che ho capito del Fertility Day

Oggi è il Fertility Day.
Dico una cosa controcorrente: quelli che gestiscono la comunicazione al Ministero della Salute sono dei geni!
Immagino la scena: "Tosi, qua c'è da far parlare l'Italia del problema della fertilità e del calo delle nascite! Abbiamo pochi soldi ma ce li dobbiamo far bastare, sotto con le idee!"
Il creativo ci pensa due minuti e poi, fedele al Wildiano "purché se parli", se ne esce con una campagna di comunicazione che più dimmerda non poteva.
In modo un pelino paraculo ci mette dentro tutti i luoghi comuni che riesce a trovare in una googolata, un po' di sessismo, un pizzico di razzismo e cattolicesimo pret-a-porter quanto basta.
Epperò funziona!
Il web insorge, insorgono le associazioni femministe, insorgono i gruppi dei genitori su whatsapp.
E pure oggi, che finalmente il giorno è arrivato, se ne parla, come sto facendo io, appunto.

E tutti a dargli alla Lorenzin, che se vuole che facciamo figli ci metta nelle condizioni di farlo, apra asili nido, favorisca le assunzioni a tempo indeterminato, faciliti un piano casa, eccetera eccetera.

Ma come? Ma volete dirmi che non l'avete capito?
Ma la Lorenzin ha due gemelli piccoli, povera stella mica c'ha tutto sto tempo per andare a rompere le palle alla Giannini, a Poletti o a chi so io.
Guardate che la capisco, sapete, che due gemelli ce li ho pure io, c'è da andare fuori di testa per far quadrare tutto.
E invece lei ti esce dal cilindro la gegnalata:  basta affidarsi ad un comunicatore volpone e i problemi vengono immediatamente gridati a gran voce da tutta l'Italia.
Si, beh, un po' ci fa una brutta figura, ma per la causa questo ed altro. 
No, poi dico, ma dove lo trovate un altro genio così?

p.s. Ministra: io con tre figli che faccio oggi? Facciamo che siamo a posto così?

giovedì 1 settembre 2016

Che Palla...diana

Quando dico in giro che sono vicentino, la prima reazione è sempre: "Ah, magnagatti".
Di fatto, questa che i vicentini fossero magnagatti è una leggenda che non è stata mai dimostrata o, meglio, che in momenti di carestia o guerra i poveracci finissero per mangiare pure i gatti, non lo troverei nemmeno così fuori di testa come teoria, probabilmente però non accadeva solo a Vicenza.
Tant'è, non è che volessi parlare di gatti, infatti si diceva di quando racconti a qualcuno che sei vicentino.
La seconda reazione è "ah, Vicenza, città del Palladio".
Vi ricordate di "Intervallo"? Era quel intermezzo musicale che la Rai metteva nella programmazione, di tanto in tanto, con foto dei monumenti Italiani e loro didascalia. C'era quest'arpa in sottofondo: plin plinplin plinplin plinplin plinplin... Ravenna: Santa Apollinare In Classe.
Ecco! Su intervallo passavano anche Villa Capra la Rotonda e la Basilica Palladiana. Autore: Andrea Palladio (1508-1580).
Ma un po' tutto il Veneto è pieno di opere di Palladio e così capita che due giovani ragazzi svizzeri, studenti di architettura, decidano di partire in bicicletta e venirsi a vedere di persona le opere del grande architetto veneziano (inteso come della repubblica veneziana).
I suddetti giovini, vedono su internet che nella ridente Montecchio Precalcino c'è un villino accreditato a mastro Andrea e se lo vengano a vedere. Il villino in questione versa in stato di evidente abbandono e, al momento, ha la sola funzione di rompere i coglioni a chiunque voglia dare le tinte alla propria casa, imponendo un vincolo paesaggistico al circondario. Questo se, da bravi, non ci entrate. Se invece trovate il sistema di entrare (cosa che io non ho mai fatto, beninteso) potrebbe anche fracassarvi la testa con un calcinaccio cadente.
Sicché i due, mesti mesti, si cercano un campetto dove piantare la tenda.
Chiedono ad un anziano signore se possano farlo vicino al suo orto, solo per una notte.
Fino a qui tutto bene.
Quel signore è il nonno dei miei figli. Silver cerca in qualche modo di spiegare, in inglese, che se serve qualche cosa, basta che chiedano. Non serve nulla.
E si mettono a far bollire l'acqua su un fornellino da campeggio.
"Con quella mangiate domani" sentenzia il nonno "venite su".
"E la doccia è là"
Ieri sera verso le 22 erano ancora lassù con i nonni, a capirsi dio sa come.
La morale di tutto questo sbrodolo è la seguente: ieri questi due ragazzi hanno visto un villino tenuto di merda ma hanno trovato due persone ospitali che non hanno chiesto se avevano bisogno di aiuto ma hanno capito che l'aiuto serviva e basta. E quindi magari la giornata non era tutta da dimenticare.
Ed io invece ho capito che sono fiero che quei due grandissimi scassacazzo siano i nonni dei miei figli.