Pee amplifica le emozioni.
Se fosse un X-Man sarebbe questo il suo potere: farti impazzire con emozioni esagerate, più o meno come quel balletto di Giselle, dove gli spiriti delle giovani spose morte per amore costringono i giovani malcapitati a danzare fino alla morte.
Pee è intelligente, furbo, paraculo fino allo sfinimento. Riuscirebbe a far andare Gandhi fuori dai gangheri e poi farlo sentire in colpa. Sarebbe in grado di far bestemmiare San Francesco in chiesa ma anche di portare Re Erode a coccolare un neonato, in barba alla corona.
Pee si alza sempre per ultimo, ci mette una messa cantata in gregoriano a mangiare tre biscotti per colazione, riesce a bere mezzo bicchiere di latte con la cannuccia in mezz'ora pur dandoti l'idea di stare sempre succhiando.
E quando tu sei li che ti stanno prudendo le mani e già ti partirebbe lo scapaccione, lui si volta e ti guarda con quegli occhioni azzurri a metà strada tra il gatto di Shrek e Bambi e ti scioglie e il massimo che riesci a dirgli è: "Paraculo che non sei altro!"
Pee corre veloce; in un manuale sulla corsa alla pagina "Come impostare la corsa perfetta" potreste trovarci la sua foto. Un punto esclamativo leggermente inclinato in avanti. E lui corre, sempre! Dal divano al tavolo? Corre. Da letto al bagno? Corre.
Corre come se non ci fosse un domani. Nemmeno gli ostacoli lo fermano. Qualche volta l'ostacolo è uno dei fratelli e lui ci passa sopra, quasi senza accorgersene.
E salta e fa capriole a ripetizione, l'unica cosa su cui non teme il confronto con i fratelli.
Pee prende le difese dei più fragili a scuola, difende dai bulletti i bambini "piccoli e medi" dice la maestra.E poi a casa nemmeno lo racconta, quasi che si vergogni di questa sua "debolezza".
Pee si accorge se gli altri stanno male, se hanno dei pensieri. Parte dal suo posto e gli si aggrappa addosso, per fargli una coccola, o per farlo ridere facendo l'imitazione di D3BO. Poi esagera, esasperando il consolato.
"Ma io volevo solo farlo ridere!" "Magari non aveva voglia di ridere" "Allora gli faccio un abbraccio"
Così è Pee, il più sensibile dei miei figli. La sensibilità è difficile da maneggiare, vive molto più sereno chi non è sensibile. È ancora più difficile da educare.
Credo di non esserne capace.
Spero che la vita gli renda il ricordo di un padre che almeno ci ha provato.
Che bambino splendido!
RispondiEliminaLa sensibilità è una bestia difficile da gestire.
RispondiEliminaMa sono sicuro che un padre come te, per quello che conosco, si ricordi a vita.
sembra la descrizione di mia figlia. Uguale
RispondiEliminaSolo che lei ha 9 anni e mezzo. Ma è ancora così, grazie al cielo!