Potrei cambiare nome al blog; chiamarlo Stratomorte o Funebabbo.
Perché mi sa che in poco più di un anno ho scritto di amici che ci hanno lasciato qui, per un motivo o per l'altro, quattro o cinque volte.
Brutte storie, tutte.
Una volta una persona mi ha chiesto se ero depresso che parlavo sempre di morte.
Non aveva capito, quella persona, che scrivere serve anche ad esorcizzarla la morte; purtroppo non a evitarla, che se bastasse quello altro che popolo di marinai e di poeti.
Che si farebbe anche volentieri a meno di scrivere, dipendesse da me, di morte almeno, e, tempo permettendo (atmosferico e cronometrico), si andrebbe a correre in leggerezza.
Invece poi mi arriva la telefonata di un padre, che un po' non trova le parole e un po' le trova. Ma tanto io già lo sapevo che era quella la notizia.
Che il padre di un compagno di università che ti chiama al lavoro, che altro motivo avrebbe?
Così finché lui cerca le parole tu cerchi le alternative, ma nessuna e credibile e quasi glielo chiederesti tu.
Se n'è andato una mattina. È andato a prendere per l'ultima volta quel treno che tante volte ci aveva portato all'università al mattino e riportato a casa la sera.
Quando la frase: "è così intelligente, così brillante" non era preceduta da "è pensare che" e, in ogni caso, era declinata al presente e non al passato prossimo come sarà da oggi in poi.
Tanti anni fa, quando c'era solo speranza e sperimentazione di vita, di amore immaginato, di bellezza da scoprire e da creare.
Bellezza che spero trovi adesso, in qualunque posto quel treno ti abbia portato.
Shine on! You, crazy diamond!
mi dispiace molto
RispondiEliminami dispiace Gae...
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