Jack si alza presto la mattina.
Di solito sto facendo il caffè e dò le spalle alle scale. Ma è impossibile non sentirlo arrivare, con il suo passo per nulla agile.
Non dice neppure ciao, si avvicina al tavolino dove di certo ha lasciato qualche gioco la sera prima e noi proprio non ci siamo arrivati a metterlo via.
Se mi volto piano lo guardo senza farmi vedere ed è bellissimo, con quegli occhi color miele e i capelli biondi tagliati cortisimi e l'aria ancora assonnata.
Alza lo sguardo e finalmente mi vede, ancora nemmeno un ciao.
"Batman di che colore aveva la cintura nel film dove è con Robin?"
Si gode la figliunicità di questa prima mezz'ora della giornata, Jack. Lui che è così tranquillo, che non riesce ad avere le pretese d'attenzione lunatiche della sorella maggiore e neppure la (talvolta) molesta fisicità del fratello gemello, passa quasi inosservato. Non è particolarmente coccolone, come si potrebbe pensare dalla morbidezza dei suoi lineamenti.
Ma potrebbe tenerti ore a ragionare su un film Marvel.
Una vera passione quella di Jack per i supereroi e per i fantasy in genere. Raccontandogli storie di supereroi gli ho fatto fare 17 km e 1000 metri di dislivello in un giorno solo. È stato più difficile gestire sua madre.
È un bimbo Jack, un bambino di cinque anni: non problematico, per fortuna, non più maturo del necessario, non particolarmente geniale. É un bimbo che ti potresti dimenticare, talvolta, da quanto è capace di mettersi un mantello ed una maschera e uscire a giocare, anche da solo, immaginandosi sul suo cavallo ad andare incontro al tramonto.
Oppure alla sera, quando si mette sotto le coperte e si addormenta, senza mai chiamarti, senza mai una storia più del necessario, solo abbracciato al suo Pluto logoro e arrivato chissà da dove.
Così è prezioso questo suo alzarsi presto, questo raccontarci i film. Un po' ricorda una scena già vista: una madre che raccontava i film al figlio che si alzava prima.
Se se ne ricordasse, da grande, come me lo ricordo io, potrei già dirmi contento.
Che bello questo post, descrive un'atmosfera così delicata, e dolce.. Credo che Jack se ne ricorderà, quando sarà grande, e magari sarà padre.
RispondiEliminaTi leggo da tanto, in silenzio, non abbiamo nulla in comune ma seguo il tuo blog perché mi piace molto come scrivi e soprattutto i temi che tratti e l'approccio con cui li tratti.
Buona giornata!
Cate
Sono contento, mi fa piacere che ogni tanto passi qualcuno di nuovo da queste parti. Sei la benvenuta.
EliminaIo continuo a pensare, Gae, che tu abbia la dote dei grandi scrittori: racconti la vita.
RispondiEliminaE sai una cosa? Mi sono rivisto in Jack. Da piccolo ero come lui.
Meglio non ti dica il casinista che sono diventato invecchiando! ;)
lo penso anch'io, ma se glielo dico non mi crede
EliminaNo no, ma io vi credo. Non temete che vi credo ;)
EliminaDavvero bello questo post. Davvero: scrivi!!!!
RispondiEliminaEh! Ed io scrivo... quando posso. E se ho qualcosa da scrivere
EliminaVabbè, però così ci stendi...
RispondiEliminaBellissimo!
Firmato: un papà
Perché? Stesi si sta male? :D :D :D
EliminaE' la cosa migliore essere bambini, e basta.
RispondiEliminaNon so... io non tornerei bambino, ad esempio.
Eliminadavvero belle queste parole complimenti
RispondiEliminaGrazie vecchio mio.
Elimina