La
settimana scorsa ha fatto il giro del web questa immagine, apparsa su
Repubblica.it con il titolo “Il Papa bacia le piaghe di un malato”.
Da Republica.it |
In
realtà, come qualcuno ha poi fatto notare ai redattori, non si
tratta di piaghe ma di fibromi, ma non è su queste differenze, pur
importanti, che mi voglio concentrare.
L'immagine,
come a tutti, credo, mi ha fatto piuttosto impressione; come si può
vivere con il corpo sfigurato da lesioni come quelle?
E
poi tutte le domande: è contagioso? Può capitare anche a me? E se
capitasse ai miei figli?
Molto
spesso è sufficiente un minimo di informazione per trovare le
risposte, ma le domande, a caldo, sono sempre quelle. Ditemi che non
è vero e vi crederò. Ma io mi faccio sempre quelle domande lì.
E
Bergoglio invece che fa? Probabilmente si sente come Antony Hopkins
su "The Elephant Man”, la prima volta che vede Joseph
Merrick: lo vede, ne prova una pena infinita ed una lacrima gli
scende sul viso.
E
contrariamente a tutto quello che l'istinto gli suggerisce, scende
dalla macchina e se lo va ad abbracciare.
Così,
nei giorni successivi, mi perdevo, correndo, a pensare ai miracoli.
“Cazzo, sarebbe proprio bello che quel tipo lì, il giorno dopo, si
svegliasse senza più fibromi, la pelle liscia come quella di un
bambino, le mani morbide, il cuore libero”.
In
fondo manca solo questo a Papa Francesco, no? La capacità di guarire
imponendo le mani, come fanno i santi veri, quelli con il bollino ISO
9001.
E
così, tra l'acido ed il sarcastico, mi rinforzavo nella mia idea che
Dio, nel quale credo, in fondo arrivi fino a lì, e che, pure a lui,
ci siano cose che sfuggono e che non gli riescono come avrebbe
voluto.
Poi,
verso Venerdì una mia collega, atea, anticlericale mi fa: “Te lo
ricordi V? (non c'è bisogno d'altro, V ce lo ricordiamo tutti, aveva
proprio quella malattia della foto ed è stato qui parecchi anni fa). È
stato in udienza dal Papa”.
Così
abbiamo riaperto le foto, e si, in effetti.
“Credo
che un abbraccio così, quel ragazzo, non lo avesse mai ricevuto in
vita sua”. Ha detto lei.
“Si,
è vero” ho detto io.
Ed
andando a casa ho pensato che forse il miracolo più grande è sempre
e comunque l'amore, no?
Possiamo
pensare che arrivi da Dio o da una persona, ma sempre un miracolo è. A me lo ha fatto capire una collega atea.
E
magari, azzardo, potremmo inventare la macchina del tempo e tornare
da Gesù e scoprire, che nemmeno lui i lebbrosi li guariva ma
semplicemente li abbracciava.
E scoprire anche che, forse, a volte è più difficile che guarirli.
Direi che hai gia' detto tutto tu. Il gesto di papa Francesco e' un esempio perfetto di cosa voglia dire amore. Nel senso piu' bello.
RispondiEliminaGià, nel senso più bello proprio!
Eliminagrazie. anna
RispondiEliminaPrego
Elimina"sì, è vero..."
RispondiElimina:)
EliminaSì, l'amore è il miracolo più grande e anche il più difficile.
RispondiEliminaGrazie di averlo scritto e grazie di essermi vicino.
Anche tu hai fatto come papa Francesco, è stata una sorta di abbraccio.
Si ha bisogno di abbracci, anche se non guariscono, hanno il potere di farci sentire amati e non mi sembra poco.
Oh, io non faccio nulla, a parti immolarmi sull'altare di Ruzzle ;)
EliminaDa ateo e anticlericale, caro Gae, non posso che levare il cappello di fronte al tuo post. Umano, più che religioso.
RispondiEliminaBravissimo.
Il problema della religione è proprio questo: bisogna tornare ad umanizzarla.
Eliminada anticlericale e (forse per questo) atea, caro ford, devo però dire che io il cappello me lo levo davanti a quest'uomo. in quanto umano, sebbene papa.
Eliminaa me piace molto, ecco. e mai avrei pensato di poter dire una cosa del genere.
ma mi piace molto anche gae eh, sia chiaro.
:)
Che bello questo post.
RispondiEliminaMi hai fatto pensare ad una signora che abitava vicino casa mia quando ero ragazzina, la incontravo al supermercato. Aveva la pelle piena di quei bozzi... non so come altro definirli... e negli anni peggioro' terribilmente. Ovviamente la guardavano tutti, era impressionante. Avrebbe avuto bisogno di un abbraccio anche lei.
Si chiama Neurofibromatosi e i "bozzi" sono dei fibromi. Non si manifesta sempre così ma nei casi più gravi dà queste bruttissime lesioni.
EliminaEh già. Bella Gae (certo che se riesci a pensare a tutte ste cose mentre corri, e non ti sei ancora perso, finisce che arrivi lontano). Insomma, sto Papa, forse per ricordarci che non si è dato un certo nome tanto per fare il figo, ripropone con una naturalezza e semplicità disarmante gesti che sembravano (specie tra le più alte sfere della Chiesa) riservati ad altri grandi, sempre un po' troppo lontani da noi (per il calendario, a cominciare dal Santo di Assisi; geograficamente se si pensa a madre Teresa o Gandhi). Ricordi insomma. E invece eccolo qui, che il Francesco d'oltre Tevere batte sodo sul tasto dell'Amore, della disponibilità verso chi ha quel qualcosa in meno, di diverso, trasformandolo in qualcosa in più che vale la pena di abbracciare (o, mettiamola come vogliamo, come per i migranti è valsa la pena di andare a Lampedusa).
RispondiEliminaBuona corsa.
Che bel commento. Ma firmati no, che non so chi sei...
EliminaPer me è questa la religiosità. Anche capire di che cosa hanno bisogno gli altri e, forse, riuscire a dargliela. Bellissimo post. Grazie.
RispondiEliminaPrego. grazie a te.
EliminaSottoscrivo ogni sillaba.
RispondiEliminaSai come la penso in fatto di religione, eppure compio regolarmente gesti "cristiani", che dovrebbero essere definiti semplicemente "umani".
Il Papa mi piace moltissimo, emana bontà.
Io credo che sarebbe bello pensare che cristiano torni ad essere un sinonimo di umano (pur nella libertà di professione, chiaramente)
EliminaCristiano non solo è sinonimo di umano, ma è = a umano. Questo perché il Dio in cui credono i cristiani si è fatto uomo, proprio in Gesù. Se Dio è diventato uomo in Cristo, allora il cristianesimo è umano.
EliminaHai ragione un abbraccio a persone con problemi o diversi da te è difficile ma quando riesci a farlo... fai stare bene l'abbracciato ma fai stare bene anche te stesso... mi è capitato come ti ho già raccontato. E non penso che essere cristiano, buddista, ateo etc etc faccia differenza sull'esprimere certi sentimenti.
RispondiEliminaNon credo neppure io. Un abbraccio è un abbraccio. E basta.
EliminaBellissimo post, accende la luce su una verità che spesso fingiamo di non vedere, accettare la diversità è difficile. Occorre avere molto amore e tanta serenità interiore per non sentirsi minacciati, per affrontare la paura. Questo Papa ci unisce nell'azione, perché davvero un gesto serve più di mille parole e devo ricordarmelo.
RispondiEliminaBel commento, grazie mille.
Eliminalode a questo post. Da un'atea che non crede nei miracoli ma tanto negli abbracci.
RispondiEliminaNegli abbracci crediamo tutti. Dovremmo, almeno ;)
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