martedì 17 settembre 2013

Tutti Concordi


Il dizionario di casa mi dice, leggendo alla voce concordia, che trattasi di accordo di idee, di sentimenti e di comportamenti. Poco più sotto parla di un'erba officinale che, secondo un'antica credenza, salvaguardava la pace domestica di chi la coltivava.
Quando stamattina, leggendo i giornali ho trovato un sacco di commenti dei politici entusiasti per aver tirato su la concordia ho pensato immediatamente che il governo avesse finalmente trovato degli accordi solidi, non basati su assurdi e stupidi ricatti. Ho pensato alla conclusione incruenta della questione Siriana.
L'ho sperato, più che altro.
Ma è stato un'attimo, un'illusione.
Forse mi ha fuorviato i riferimenti ad un morto di figa che ha affondato una cosa che doveva invece governare. Mah!?

Comunque l'immagine del relitto che ho visto rimuovere mi ha fatto- pensare a quando ero bambino.
Almeno una volta all'anno si andava a trovare la Zia Suora in Toscana e c'erano tutte queste tappe fisse che si aspettava di trovare lungo la strada.
Capisco solo oggi, da padre, che era la tecnica usata dai miei genitori per evitare di sorbirsi 350 chilometri di “Sono stanco! Quanto manca?”
Per tre figli.
Così c'era la prima tappa, lo stadio del rugby del Petrarca Padova (“Papà vediamo la porta da rugby, manca poco, vero?” “Insomma, dai dobbiamo ancora arrivare a:”)
I palazzoni di Bologna, che se è bel tempo si vedono anche le torri, le gallerie, la più lunga era circa 3 chilometri, i grandi viadotti appenninici (to-ton, to-ton, to-ton).
E poi sulla destra, mi pare, subito dopo un tunnel c'era lui: il senso del viaggio, la meraviglia dei bambini.
Un treno passeggeri deragliato, quattro o cinque vagoni appesi alla collina, poco prima di un ponte di mattoni e pietre.
Alcune carrozze erano rovesciate completamente, altre sul fianco, tutte piuttosto malconce.
Seppi anni dopo che si trattava di uno degli incidenti ferroviari più gravi della storia italiana: il disastro di Murazze di Vado. 42 morti e oltre un centinaio di feriti.
Per anni quei vagoni sono rimasti appesi a quella collina, sfidando ogni legge di gravità e lasciando a bocca aperta miglia di bimbi che viaggiavano sull'Autostrada del Sole. 
Il bambino non si chiede quante persone sono morte e neppure come sia successo. Per un bimbo il treno è una meraviglia. Dei vagoni lungo una scarpata sono meglio di un avvincente film western.  
Poi un giorno il treno scomparve.
Mio padre cercò di rassicurarci: “Mi sa che è dopo la prossima galleria”. Ma in un attimo ci accolse Firenze. Avevano rimosso i resti dei vagoni.
Nessuno ne aveva dato notizia, per lo meno non con il clamore che in questi giorni si dà alla rotazione della Concordia. Forse c'erano meno cose dalle quali sviare l'attenzione. Magari c'erano semplicementi meno mezzi di comunicazione.
Qualche tempo dopo la Zia Suora venne mandata in Umbria e noi cambiammo strada. Per noi bambini l'A1 non aveva più senso di essere percorsa.

5 commenti:

  1. Meno cose da cui sviare l'attenzione, forse... Quello che so per certo è che oggi il bombardamento informativo troppo spesso ottiene l'effetto opposto a quello che dovrebbe: e noi ci accontentiamo di fare battute sugli umarels.
    Bel post Gae.

    RispondiElimina
  2. In effetti sono molto stupita di tutto il clamore che sta suscitando questa cosa. Su Facebook non c'è altro. Nei bar non si parla d'altro. Mah! Da un lato mi chiedo cosa interessi la faccenda a ogni singolo cittadino. E poi ha ragione la Lucarelli: non è una cosa da cui trarre tutta questa grande soddisfazione, piuttosto solo il modo di provare a rimediare a un disastro.

    RispondiElimina
  3. Concordo anche io sul fatto che sta concordia è stata la regina dei telegiornali. E il fatto che forse facesse comodo per non parlare di altro .... mh.. il dubbio potrebbe sorgere. Comunque la notizia doveva essere data, anche perché sembrava che in pochi mesi dall'evento la portassero già via... e chissà invece quanto ci vorrà ancora.

    RispondiElimina
  4. Forse sarebbe stato meglio dare la notizia dopo averla rimossa completamente.
    Ma la telecronaca quasi in diretta serve, come hai detto tu, da capro espiatorio per nascondere forse altre cose.
    Piuttosto comodo no?

    RispondiElimina

Scrivi quello che vuoi, in questo blog non si censura un ca##@