lunedì 29 settembre 2014

Un remo solo va poco lontano


Ditemi almeno che vi preoccupate se non avete notizie per due settimane?
Ditelo almeno per la mia autostima.

Vabbè, non ditelo, così se non lo dice nessuno almeno mi illudo che qualcuno mi stia ascoltando.
Dovrei piano piano ritornare a scribacchiare con maggiore costanza, se la smetto di schiattare muorto sul divano alla sera.
Intanto vi faccio fare un giro sul meraviglioso ottovolante di Genitoricrescono che anche questo mese mi accoglie con i mieivaneggiamenti sociali.
A me piace molto Genitoricrescono perché sono padri e madri ma non parlano solo di cacche, pannolini, scuola. Guardano la vita con occhiali di genitore. Ed è quel modo discreto, che non rompe i coglioni a chi figli non ne ha o semplicemente non ha voglia di parlare solo di quello.
Buona lettura e a domani.

venerdì 19 settembre 2014

È morta zia

Alle volte mi chiedo se aver iniziato a correre e dimagrire seriamente a quarant'anni non sia come seminare un campo sapendo che non si potrà fare il raccolto.
Nel senso che mi sto rendendo conto che sto investendo sul nulla, che facilmente la boa è stata girata e che, in ogni caso, e questa è la cosa più triste, nulla mi dà certezze che il mio futuro sarà di sicuro migliore.
Che ve lo dico a fare?
Lo sapete tutti, da sempre, come me.
Eppure da quando sono padre sono molto più sensibile a tutto. La malattia mi spaventa molto di più, quella dei bimbi, quella di Silver e quella mia (in ordine di importanza).
Ma allora chi te lo fa fare?
Compagnia, credo.
E gusto per la sfida che non si è ancora sopito, anche.
Fino a ieri avrei risposto così.

Poi ieri sera, verso le undici mi chiama mamma e mi dice che è morta zia.
Stava male da un po'.
Male da morire, intendo.
Mentre male e basta lo stava già da prima, da quando era morto il marito, tanti anni fa. 
Era obesa, la zia, tanto obesa, credo avesse superato i 150 kg, e da anni non usciva praticamente di casa se non per andare in ospedale.
Ho sempre vissuto con senso di colpa il fatto di non andarla a trovare spesso. Eppure davanti a casa sua ci passavo, ci avevo anche abitato vicino, un paio di anni fa.
Dopo che era morto zio non ce l'aveva fatta ed aveva trovato il suo modo per farsi coccolare dagli altri: compatirsi e farsi accudire, lasciando via libera a quella brutta faccenda che è la depressione che l'aveva trasformata nel fisico e nell'animo.
Il destino, inoltre, le si era accanito contro, incatenandola a quelle gambe sformate fino ad ottantacinque anni.
Ed io andavo pochissimo a trovarla; forse ho sempre avuto paura di riconoscere in lei il mio specchio, in uno dei tanti futuri possibili.
La depressione non dipende solo dalla causa scatenante ma come diventerei io se ad un certo punto non avessi più Silver? Se succedesse qualche cosa ai bambini?
In fondo era mia zia, una parte dei miei geni è uguale ai suoi; il dottore chiede sempre: "Tumori in famiglia? Malattie cardiache in famiglia?" 
Così ieri mi sono dato una risposta, credo: la mia corsa è un rifiutare questo scenario, qualsiasi cosa succeda, allenandomi ora che non serve, e sperando che non serva mai, mostrando ai figli che è comunque meglio curasi anche di sé stessi.
Forse esagero, non so... La verità è che è già qualche anno che temo l'inizio di questa fase della vita, quella in cui anche le persone che mi erano tanto care da bambino iniziano a salutarmi.
Che il passo ti sia finalmente lieve, cara zia, che tu possa reincontrare l'uomo della tua vita e ridere come facevi da giovane, quando speravo che vi fermaste a cena da noi, nelle buie domeniche d'inverno. 

lunedì 15 settembre 2014

Cronaca di un week end annunciato

Il tempo continua a correre più veloce di me.
È un velocista ed io vado piano anche per essere un fondista. È come se mettessimo Bolt a correre i 200 mt contro Gelindo Bordin. Ora però, con il maratoneta vicentino già avanti negli anni.
Per cui è già giovedì venerdì lunedì ed io ho appena il tempo di rendermi conto che fatico a star dietro alle cose.
Questo comunque è un post di cronaca. Niente emotività (almeno da parte mia). Perché mi sembrava doveroso dare restituzione a tutti del week end super impegnato che abbiamo passato la settimana scorsa.
Venerdì sera s'è fatto tardi all'Alberto Race, un esaltante doppio giro di Dueville, paese in cui ho abitato e che avevo percorso in lungo ed in largo quando Maria era piccola, col passeggino o in bici, mentre Silvana era a casa con i gemelli in forno.
La bellezza della serata è stata l'aspettarci tutti (quasi), senza esserselo detti prima. Che io corressi vicino a Silver lo ritenevo scontato avendo insistito perché si iscrivesse. Che tutto il gruppo corresse con noi non era scontato e per questo ancora più bello.
Poi sabato, la serata Occhio al Nikio per dare il colpo di grazia al progetto per la Banca degli Occhi Veneto.
Obiettivo raggiunto e superato.
Il conto rimane aperto, chi vuole donare lo può ancora fare, se non lo avete fatto ma non siete ancora riusciti, potete. Non tenetevi la voglia.
È stata una serata di coccole tra amici, cercando anche che fosse il meno commovente e strappalacrime possibile.
Anche io ora, non vorrei buttarmi sul melanconico che a poco serve, vi basti la cronaca, per oggi.
Sul palco si sono alternati gli amici di Nikio, tanti, a suonare con i gruppi attuali, con improvvisate reunion o con estemporanee riunioni di famiglia, come nel mio caso.
Posto in rapida successione un video per ciascun gruppo, per non fare torto a nessuno.
Così potete anche vedermi di persona e sentire lo splendore del mio marcatissimo accento veneto.
Noi si cantava Guccini, come dicevo: Lettera ed Autogrill. E direi che per aver provato 40 minuti in tutto non è neppure andata male.
Insomma, alla fine metto pure la nostra performance, perché di vanità, un po', si vive anche.
A tutti quelli che hanno lavorato, in particolare Elena e Zambo che si sono anche fatti il culo per pensarla, la serata, va il ringraziamento mio e del gruppo La Folgorante; il loro nome non apparirà sui giornali, non saranno nominati da nessuno runners solidali e non riceveranno la maglietta logata ma non hanno fatto meno di me per il progetto. È giusto che ricevano almeno questo piccolo ed insignificante gesto di cortesia.
Luigino, Fiorenzo, Maria, Mattia, Samantha, Elisa, Silvia, Samuele, Dario, Silvia, Alice, Francesca, Christian, Davide, Riccardo, Mirko, Alan, Gabriele, i Kitty on Fire, Sara, Silvio, Gabriele, Elisabetta, Stefano, Debora e, naturalmente, Arianna.
Grazie a tutti, ragazzi!

ps. se mi sono dimenticato di qualcuno aggiorno il post.


Me and Giulia


La reunion della 3eeD Band



SoftKitty ed i loro spettacolari arrangiamenti

Raffinati ed eleganti i Resoulution 

Ed io, indegno divisore del palco con tanti bravi musicisti e cantanti, assieme a fratelli e cognato. Che famiglia, però!
 Lettera (Francesco Guccini)



E niente, Autogrill non me la carica... se riesco aggiornerò il post sennò ve la linko qui

venerdì 12 settembre 2014

Il Cinema secondo mamma

Non voglio stare qui a tediarvi ancora con la storia della corsa alle 5 di mattina. Perché, oltretutto, non è che ci vada neppure tutti i giorni e non sapete quante volte capiti che ci si giri dall'altra parte.
Bene, dopo questa premessa, che serviva più che altro a rasserenare lo psichiatra, volevo parlarvi dei film in tv.
Una delle cose che apprezzo del ritorno alla routine autunnale è la riconquista del dopo cena come spazio personale o di coppia.
Perché d'estate, poveri bambini, non è che li puoi mettere a letto alle 9 che fuori c'è ancora luce (dire sole pare esagerato, vista l'estate che è trascorsa) e poi al mattino possono anche dormire di più.
Il problema, se di problema vogliamo parlare, è che se poi al mattino punti la sveglia alle 5 non è che ti puoi tanto attardare a leggere o guardare la tv (che poi la tv estiva te la raccomando).
Mentre in autunno/inverno alle 9, a dio piacendo, puoi essere già spaparazzato sul divano. Non male.
C'è un piccolo problema: i film iniziano tardi e se si va a letto alle dieci e mezza, si e no che si arrivi alla fine del primo tempo.
Ieri sera ero lì, che mi guardavo un film sull'11 settembre, sapendo che non avrei mai finito di vederlo e mi sono tornati in mente, a tradimento, le colazioni con mia madre di tanti tanti anni fa.
Per inciso andrebbe specificato che io le colazioni con mia madre credo di averle condivise al massimo fino alla quinta elementare perché già alle medie col cazzo che si alzava alle sei per prepararci, dato che lei lavorava sotto casa e noi s'aveva il bus alle 6,40 in piazza.
Comunque funzionava così: alla sera facevano un bel film, no?

All'epoca il TG finiva alle 20,30 ed il film iniziava subito: "wondiundà! Didè didù dudà" La sigla di "lunedì film" cantata da Lucio Dalla.
Niente pubblicità, poi aggiunta solo alla fine del primo tempo (non come ora che è in mezzo alle scene di maggior pathos).
Senonchè alle 21,30 cascasse il mondo, si doveva andare a letto. "Tanto manca poco e domani te lo racconto io".
Ok!
Il giorno dopo, davanti al barattolo di ovomaltina o nesquik (no sta esagerare) e dei biscotti secchi (quanti ghin gheto messi?) mamma dava saggio del suo incredibile ermetismo narrativo raccontando i finali.
L'incipit era comune a tutte le pellicole:
"Dunque, fin dove gheto visto?" (Fino a dove hai visto il film?)
Per poi svisare a seconda della trama.
Ricordo nell'ordine:
  1. "L'incredibile Hulk" (pilota della serie tv): "alla fine il poliziotto, lì, trova il giornalista e gli dice: ma allora? La storia di Hulk? La storia di Hulk?"
  2. "La Grande Guerra" (di Monicelli): "cercano il volontario ma fanno un passo indietro e vengono mandati in missione. Alla fine i tedeschi li trovano e loro quasi confesserebbero ma poi hanno amorproprio e non lo fanno. Solo che il film finisce con il generale che dice che erano sfaticati" 
  3. "The day after": "Era tutto distrutto e il vecio, lì, torna a casa e trova della gente e si arrabbia, ma alla fine li abbraccia" 
  4. "War Games": "trovano lo scienziato e risolvono il problema" (in effetti non era facile entrare nel gergo informatico negli anni ottanta). 
Insomma, negli anni successivi, vedendo finalmente i finali dei film, riscoprivo contorni e sfumature completamente nuove ma non ho mai pensato che mia madre fosse una pessima narratrice. Un po' come per le fiabe, che ciascuno le racconta a modo suo, aveva un suo codice per svelarmi il finale dei film lasciandomi anche la sorpresa per quando lo avrei visto davvero.
Ed oggi, quando spengo la tivu alle 22,30, con il film che è arrivato più o meno allo stesso punto, vado a letto che quasi riesco a sentire ancora il profumo del latte con l'ovomaltina.

Continuate a passare da Occhio al Nikio. E non badate alle percentuali, la settimana prossima vi spiego.

venerdì 5 settembre 2014

Acorette! Siore e siori!

Scrivo poco, scusate!
Non è il massimo partire con le scuse, mi rendo conto, anche perché, ho notato, che chi comincia a scrivere un post scusandosi, nel giro di qualche settimana chiude il blog...
Ok, ricominciamo!

Sarà un weekend frenetico.
Quasi mi emoziono a dirlo perché sono tornati i week-end frenetici, dopo cinque anni e mezzo.
La principale differenza tra chi ha tre bimbi sopra i quattro anni e chi invece ne ha anche solo uno sotto i due è questa: si possono fare programmi, rispettarli. E si possono riempire le giornate.

Li riusciamo a coinvolgere, in sostanza, anche solo raccontandogli quello che faranno mamma e papà.

Stasera Alberto Race, la famosa corsa "cheek to cheek" tra Silver e me di stasera che è un po' l'ingresso ufficiale della nostra squadra nel panorama del podismo vicentino, anche se non avremo ancora le nostre meravigliose divise.
Sono contento che si sia quasi al sold out, è una bellissima iniziativa che merita di essere sostenuta. 

Ma sarà una sorta di riscaldamento di gruppo per la "nostra" serata, questa

L'hanno organizzata gli amici del gruppo che non corrono, coinvolgendo tutto il paese.
La settimana prossima, a bocce ferme, scriverò un post per ringraziare tutti ad uno ad uno, io intanto vi invito solo a venire ad ascoltare il concerto.
Nikio aveva tanti amici, molti dei quali musicisti o sedicenti tali, come me.
Io farò pochino, perché come chitarrista sto un po' vivendo una sorta di analfabetismo di ritorno, ma mi sarebbe dispiaciuto non esserci del tutto.
Siccome a Nicola piacevano i cantautori italiani, ho pensato di cantare due brani di Guccini.
Siccome sono un pochino arrugginito mi faccio aiutare dai miei fratelli e da mio cognato, in una sorta di stramba riunione di famiglia.
C'ho già il cagotto perché Guccini infila mille parole in una canzone ed io non sempre riesco a farcele stare tutte. Lui è avantaggiato perché non ha la "r", forse è per quello che si trova con quelle metriche assurde.
Ma sarà di sicuro un successone.
Se siete in zona non mancate di passare.
Se non farò schifissimo magari posto un filmato. Sennò lo metto di qualcun altro, che di gente brava che suona ce ne sarà parecchia.
Buon fine settimana.