venerdì 15 novembre 2019

Ho visto Dio

Sul serio ho visto Dio.
Siete liberi di non crederci o di darmi del pazzo, ma io l'ho visto.
Eravamo al funerale di una persona giovane, che aveva deciso di lasciarci prima di quello che ci saremmo aspettati e lui è arrivato.

Eravo lì da tanto perché, si sa, quando muore una persona giovane la chiesa si riempie di gente e di retorica, di solito, e la retorica in piedi non la reggo.
C'era il coro che provava canzoni ormai sapute, persone con il fazzoletto in mano e arie meste.
Qualche saluto a mezza mano con gente che non vedevo da tanto tempo e che normalmente avrei abbracciato con calore, per evitare di essere inopportuno.
Dilemmi continui se quella che è entrata ora sia effettivamente anziana da meritare che le ceda il posto o se magari abbia solo uno o due anni in più di me (o magari in meno) e semplicemente sia io a fingere che quei peli bianchi sulla barba siano solo frutto dell'acquisito fascino.
C'è un brusio che gioca a fare il silenzio e una compostezza un po' forzata che si aggiunge al magone effettivo che tutti portano in questo momento pensando a chi è rimasto, soprattutto, ma anche a chi ci ha lasciato.

E in quel momento è entrato Dio. 
Poco prima della bara, vestito completamente di giallo fluorescente. In barba al coro che stava provando, lui si è tolto il caschetto da bici ed ha iniziato a salutare tutti, a dare il cinque ai bambini a fare segno con il pollice in alto che tutto andava bene. Si è fatto posto vicino all'altare: non davanti, non sopra, ma di lato, dove c'erano i bambini e quelli che cantavano.
E a tutti faceva strano vedere questo tizio fluorescente che si comportava in modo così poco "consono" alle circostanze.
Chissà cosa avrebbe detto quella signora che pensa che cantare un brano in inglese in Chiesa sia contro le regole del cattolicesimo; o quelle persone che dicono che far festeggiare Halloween ai figli sia permettere loro di fraternizzare con il demonio. Per non parlare di quella catechista, più grave, che accusava un compagno del figlio di bullismo, senza nessuna misericordia legata al fatto che la mamma di quel ragazzino stava morendo in ospedale.
Forse anche loro avrebbero lo avrebbero scambiato come tutti per lo scemo del villaggio. Ed ho trovato significativo che Dio sembrasse fuori posto proprio in Chiesa (maiuscolo, minuscolo, scegliete voi).
Quante occasioni ci capitano per confermarci che in fondo non esiste. 
E invece quel giorno l'ho visto ed ho pensato, quel giorno, mentre aspettavo la bara di una persona a cui ho voluto bene, che da Dio mi aspetto proprio questo: che entri, mi guardi in faccia senza remore e con il pollice alto mi dica: "Tranquillo, sono qua io! Va tutto bene!"