mercoledì 13 febbraio 2019

Moha e la nostra evoluzione contromano

Mohà non c'è più, già da qualche anno.
L'ho scoperto per caso, o meglio, l'ha scoperto Silvia che era in classe mia a liceo: "Non era stato in classe tua Mohà?"
"Si"
"Ho visto la sua lapide di fianco a quella di mio padre".

Porca miseria!
Non è che posso dire che eravamo amici, Mohà ed io. Avevamo condiviso la prima liceo, poi a lui era toccata la sorte che a me sarebbe toccata tre anni dopo: la bocciatura. E tanti saluti.
Quando mi bocciarono io un po' sperai di tornare in classe con lui. Era l'unica persona che conoscevo, un anno indietro. Invece no.
Non l'avevo nemmeno più rivisto finita la scuola e non eravamo nemmeno "amici" su facebook.
Come me amava l'hard rock ma era più coerente di me nel portarlo avanti come stile di vita.
Dopo che Silvia mi ha detto che era morto ho fatto qualche ricerca ed ho scoperto che la vita non era stata generosissima con il povero Mohà ma non è che abbia capito tanto.
A parte che, cosa vuoi capire? Uno che muore a quarant'anni, di per sé, non è che riesci poi a spiegartelo.
Ho scritto alla mamma, che ancora tiene viva la sua pagina facebook.
"Buongiorno signora, sono stato a scuola con suo figlio, volevo solo dirle che mi dispiace tanto".
Mi sono sentito come quando, proprio al Liceo, dovevo chiamare qualche compagno a casa e c'era sempre il disagio di dire chi ero e cosa volevo.
Avrei anche voluto scriverle che mi sarebbe piaciuto essere stato un po' più amico di Mohà e magari avrei potuto essere più vicino, più d'aiuto. Ma poi non gliel'ho scritto perché, alla fine, anche a molte persone a cui invece ero davvero vicino e avrei potuto, non sono comunque riuscito ad essere di alcun aiuto. E così mi sono sentito ancora più merda per averle scritto. Lei mi ha risposto, formale e semplice, come forse si è abituata a fare per domare un po' il dolore.

Non volevo parlare di lui, ma mi torna in mente, ogni tanto, il vecchio Mohà.
Chissà cosa penserebbe di tutti questi "prima noi" che si sentono in giro. Chissà cosa direbbe dei "italianissimo nonostante il nome" attribuiti a chi, come lui, nasceva dall'unione di culture diverse. Chissà se anche a lui, come a me, suonano ancora come "Non proprio italiano vero".
Quando ero ragazzo mi vantavo di avere in classe Mohà. Mi piaceva raccontare agli amici di come parlasse in dialetto veneto come me, di come amasse la mia stessa musica, girasse in motorini scalcagnati e facesse fatica a scuola esattamente come me. Mi sembrava l'inizio del futuro: la società meticcia, culturalmente ricca, come negli USA. Ma forse io l'evoluzione l'ho imboccata contromano.
Adesso gli USA sono passati anche loro ai "Prima noi" dopo aver avuto Barack Hussein Obama. Americanissimo anche lui, nonostante il nome.