martedì 30 ottobre 2012

Cold Casa

Fa un freddo cane.
Lasciatelo dirlo anche a me, perdio!
Stamane un amico giornalista ironizzava su facebook che lo sport preferito dai suoi colleghi, soprattutto televisivi, è contare le perturbazioni. No dico, non gli uragani, le pioggie. Ma per cortesia.
Comunque fa effettivamente freddo. E noi non abbiamo ancora finito con il cambio dell'armadio.
Trattasi di sport estremo femminile. Femminile, si. Scusate ma in questo caso proprio non mi riesce di essere per la parità dei sessi. Il cambio dell'armadio da noi lo fa sempre, solo ed esclusimente Silver.
Ed è l'unica cosa che fa che la mette in crisi. A metà va sempre rincuorata perchè negli occhi ha il desiderio di morte. Una volta ha detto: lasciami qui con una pistola con un solo colpo. Lì intervengo io, a rincuorarla: esci dall'angolo, Rocky, esci dall'angolo.

Poi non so ancora di preciso come funziona il riscaldamento di casa. Ieri sera sono tornato dal lavoro alle undici e il termostato aveva una lucetta rossa. Lì per lì mi sono preoccupato, poi ho capito che rosso è acceso mentre verde, come nei giorni precedenti, è spento. Bene, basta saperlo. L'ho alzato, allora, perchè  in alternativa ci mancava solo di prendere la casa e mandarla nello spazio profondo governata da Hal 9000: "nuoon alzaaareue il riscaldamueeentooo Gae"

Poi ha cambiato l'ora, si dorme un ora di più, si diceva anni fa. In realtà vale solo per il primo giorno e se non hai figli perchè, a dire il vero, i nostri si alzano sempre all'ora che (cazzo) gli pare. Alle 6 erano in camera a rompere.
Però mi fa ricordare che mia mamma, quando eravamo piccoli, andava avanti un mese a dire "xè le oto ma xè come se fosse le nove".
Un po' scherzandoci abbiamo iniziato a farlo anche noi e sono tre giorni che non molliamo. Chissà se anche mia mamma ha iniziato così.

Il freddo ha anche i suoi vantaggi: oggi dalla sala mensa si vedeva un panorama stupendo con tutte le prealpi innevate. Avrei anche fatto una foto per postarla ma cosa volete, quando serve la batteria del cellulare si scarica sempre


venerdì 26 ottobre 2012

Friday I'm in love (ma senza figli son buoni tutti)

La scena si ripete abbastanza regolarmente ogni giorno: torni dal lavoro, i bimbi ti corrono incontro, ti abbracciano, iniziano a fare i capricci, si finisce circa verso l'ora della messa a letto. Non sempre tutti e tre assieme, grazie a dio. Ma comunque sempre almeno uno.
I motivi sono i più disparati: il chupa chups che non si può aprire perchè è quasi ora di cena, il giro in vespa che non si può fare perchè, amore, vedi, è buio, la carriola giocattolo che è sotto la tettoia invece che in garage, la coperta sul divano piegato dalla parte gialla invece che da quella rossa, la ruspetta che ha in mano Jack la voleva Pee, poi non la voleva più, poi voleva anche il camioncino. Un bel casino, insomma.
Ma questo sarebbe ancora passabile, sono piccoli ,dopo tutto.
L'inevitabile carico da undici (inevitabile salvo assoldare un killer professionista che faccia un lavoretto pulito pulito) lo mettono sempre i nonni:"I xè sta boni, ma boni, ma boni... quando che i ve vede i da de mato"
Non sto nemmeno qua a tradurre che tanto mi viene solo il nervoso.
Allora se è così torniamo a fare come quando eravamo diciottenni, sempre fuori tutte le sere fino a tardi, un boccone veloce e via di corsa ancora.
L'animazione in parrocchia, le prove della band, il giornalino del paese, il lavoretto per pagarsi le spese, l'allenamento di calcio, la serata con gli amici, il concerto al sabato, la partita la domenica, lo studio per l'esame.
No non tornerei indietro nemmeno se costretto. Lo ammetto.
Però ci risparmiassero almeno le battute.
A proposito, qualcuno ha qualche contatto per un sicario o lo cerco sulle pagine gialle?

martedì 23 ottobre 2012

Campare in aria

"Una collega dice che potresti camparci"

Così mi ha detto mio fratello l'altro giorno, riferendomi di una collega che si è allietata la mutua leggendosi i miei post.
Ora non è chiaro se la collega sia tornata al lavoro o se sia stata ricoverata in psichiatria d'urgenza. Spero per lei che l'abbia fatta franca.
La ringrazio tanto, anche, perchè mi ha fatto piacere. 
Siccome però al lavoro è un periodo che te lo raccomando, mi sono interrogato se si potresse vivere di blog, al di là dei complimenti ricevuti.
Se ad esempio iniziassi a cedere rispetto alle numerosissime richieste di sponsorizzazioni che mi sono arrivate...
dunque: una da una ditta di shampoo (sciampi, direbbe mia madre, al plurale). Che però si teneva qualche centimetro quadrato della mia homepage in cambio di una fornitura gratuita di prodotti. Va beh, non è molto, ma lavorando sulla riduzione degli interventi igienici potevo abbattere il costo delle pulizie personali in casa. E oltretutto avrei ridotto le interazioni sociali che, si sa, sono spesso fonte di spreco.
Una rivista di cucina per bambini.
Che però ha detto che si rifà viva lei. Mah. Forse avranno guardato meglio e pensato che non è il caso di avere l'endorsment di un ciccione obeso (che poi non è che sono così ciccione obeso ma mi piace scherzarci... e allora non so). In ogni caso al massimo mi davano la rivista. Gli ingredienti no. E allora, tanto vale.
Così, comunque. Basta.
Non c'è molto di cui camparci purtroppo.
Potrei sperare nel superenalotto. Ma non vinco mai. Tanto che sono in crisi, sospetto che sia tutto una combine. Sono arrivato addirittura a pensare che vincano solo quelli che giocano, almeno ogni tanto.
Oppure posso sperare in un aumento di Silver. Sai che figata, il mantenuto.
Qualcuno potrebbe dire:"poi ti annoi".
Magari, risponderei. E poi a sapersi annoiare non sono mica capaci tutti.
Ci vuole classe per non fare niente con stile.

è un post cazzaro, mi rendo conto. Ma ho in serbo cose grandi...

venerdì 19 ottobre 2012

Tata Lucia saltami via (tutorial per genitori cazzuti)

Scusate il disordine.
No, in realtà non è proprio disordine. Si chiama assetta da cambattimento.
E, ad onor del vero, non è nemmeno una cosa che si nota guardando l'estetica. È un assetto da combattimento mentale.
Perchè Silver ed io ci siamo rotti i maroni (che adesso sono di stagione) e abbiamo urlato il nostro perentorio ed unisonante "Basta"!
Ieri mattina, dopo che, a trentatre secondi esatti dall'alzata(6,24 am), i piccoli si sono messi a fare i capricci perchè volevano che il "quke" (se indovinate cos'è vi eleggo lettori dell'anno) lo mettessimo noi, dopo che glielo avevo messo si sono lamentati che lo volevano mettere loro, ma non un altro cucchiaio, quello che avevamo già messo. Poi la solfa della bavaglia gialla, no rosa, no rossa, no, blu. Poi i biscotti, no le palline di cioccolato, no i cereali, no la brioches. Poi che li imbocchi la mamma, no il papà, no la nonna (che manco c'era la nonna).
"Ahhhhh!!! Bastanoncisipuòavvelenarecosìallesettedimattinadiventiamomattibastapiangereporcaputtana!"
"Putagna" sottolinea Pee con la sua vocina da cartone animato.
Così abbiamo proclamato l'embargo.
Da ieri basta imboccare. Ieri sera Giacomo ha provato per una decina di minuti a resistere. Poi ha spazzolato il piatto in autonomia. Maria lo aveva addirittura preceduto (aveva già capito che non era cosa). Pee ha pianto 45 minuti non uno di meno. Non lo abbiamo nemmeno considerato per tutto il tempo nonostante mi sembrasse di essere Steve McQueen ne "Inferno di Cristallo" lanciato a sirene spiegate a spegnere l'incendio.
Poi ha smesso. E come se niente fosse ha proclamato: "Mami, mangio!"
Ed a vuotato il piatto.
Ancora meglio stamane. Tutto da soli senza fare storie.
Certo c'è un po' da pulire il pavimento ma pensavo peggio, a dire il vero. 
Appena consolidata l'abilità passeremo a risolvere la notte. Si svegliano ancora tutti e tre (da dopo il trasloco, a dire il vero, prima non lo facevano) e vogliono dormire in mezzo a noi. Per fortuna che la pancia mi tiene in equilibrio sul letto mentre il culo sbalza tutto di fuori. Non proverò più a calare un solo etto finchè questa storia non si risolverà. 
Ma siamo determinati e ce la faremo. Il piano si chiama "Estivill baciami il culo".
Tremate notte insonni. Silver e Gae stanno tornando. 

martedì 16 ottobre 2012

27 febbraio 2032

Che freddo che fa.
Fuori, almeno. Qui in casa non tanto, il riscaldamento nemmeno è partito
Mi godo il silenzio. Ultimamente sta diventando un compagno di viaggio, un po' ingombrante, anche.
Strano no? Lo abbiamo dediderato tanto e adesso siamo qui a lamentarcene.
Venti anni fa questa sala era sempre in disordine, piena della vita che solo tre bambini riescono a portare.
Ora mi capita di trascorrerci parecchio tempo da solo. Il tempo ha riportato Silver e Me ad essere quello che eravamo prima di avere figli: lei una stakanovista senza particolari esigenze di ritorno a casa presto. Io uno che, tutto sommato, se proprio non devo, a casa presto ci torno volentieri. A maggior ragione se ho stirato ieri ed oggi posso aprirmi un libro e stendermi sul divano.
Quante volte l'ho fatto su quello vecchio, arancione. Ora c'è questo, più chic, di pelle. Ma quel vecchio cencio che avevamo mi manca un po'. Quanti salti.
Tra qualche giorno compio gli anni.
58. Porca troia. Per l'occasione torna a casa Maria.
Domani devo andarla a prendere all'aereoporto. Ci vado con qullo sbarbatello di suo moroso. No, scherzo, lo faccio impazzire col sarcasmo ma è un bravo ragazzo. È anche molto paziente: è lì che aspetta la morosa che se n'è andata in Erasmus con una maturità che non è comune per un 23enne. E poi si parla di musica. Va pazzo per i miei vecchi cd di hard rock. Pensare che erano già retrò quando ero giovane io.
Pietro e Giacomo, invece tornano stasera. Studiano fuori sede. In posti diversi: uno a Padova, l'altro a Trento. Mi mancano un sacco ma sono contento che se ne siano andati. Questo è un posto che ti annichilisce. È chiuso, povero di stimoli.
È un posto bello per tornarci da grande. Da farci crescere i figli. Non per passarci gli anni delle grandi idee.
Non tornano spessissimo ma quando sono qui si vede che a loro fa bene l'autonomia.
Così domani sera, che è sabato, usciamo a cena. È una vita che non lo facciamo ma domani bisogna.
Oggi è andata giù l'ultima maledetta rata del mutuo. Queste travi in legno sono nostre. Tutte nostre. Anzi, adesso prendo un chiodo e ci incido "El_Gae è stato qui". Si, così domani devo partire con un altro mutuo per pagare il divorzio.
Va ben, meglio metter su l'acqua. Silver passa a prendere i gemelli in stazione e poi arrivano. Voglio che trovino pronto.

Questi pensieri ti induce un notaio, quando ti presenta fattura di 500 euri per 5 minuti di pratica.

giovedì 11 ottobre 2012

I compiti del capo

Il capo ha a che fare con tutti; tutti cercano il capo quando hanno bisogno.
Il capo può essere a seconda delle occasioni elegante ed accogliente o trascurato nell'aspetto, scomodo. Ma se c'è un urgenza va bene comunque, non ci si formalizza, col capo.
Il capo non sta antipatico o simpatico a nessuno. Non è un amico. Il capo è necessario. E basta.
Il capo ha una funzione liberatoria. Al capo si possono mostrare anche i lati più intimi e scomodi della propria persona.
Il capo è sempre a disposizione, a meno che non sia già occupato con qualcun altro.
Il capo è fatto per la merda: può darla e riceverla anche se riscuote più successo quando la riceve diligentemente.
Per non parlare del vomito. Tutti possono vomitare, col capo.
Un buon capo non trattiene le cose negative. Una passata di spugna ed è come nuovo.
Il capo deve essere solido, non necessariamente granitico ma non traballante.
Il capo si prende la parte peggiore di tutti ma sa concederti soddisfazioni che non pensavi.

Ora sostituite la parola capo con water.

Dove lavoro io sono il capo.
E se avessi sbagliato qualcosa?

lunedì 8 ottobre 2012

Uomini e Donne

Ho parlato alcune volte della differenza culturale che, anche in questi primi anni dieci del "nuovo millennio", affiorano continuamente quando si parla di genitori maschi e genitori femmine.
Oggi a tavola, con una collega che ha i anch'essa tre figli che frequentano lo stesso asilo dei miei, mi rendevo conto che io non ho mai sistemato le "cosine" di Marichan negli appositi spazi, limitandomi a lasciare la borsetta nell'armadietto come facevo al nido. A lei hanno detto di sistemarle. A me no. Perchè?
La prima ed unica spiegazione che mi son dato (non che mi sia impegnato molto a cercarne altre) è che ai padri si perdona più che alle madri.
Tipo ieri
(apro parentesi: odio chi dice tipo ieri e fa statistiche. Al lavoro succede sempre, si parla di una persona, di come sta migliorando e peggiorando nel progetto che abbiamo condiviso e c'è sempre qualcuno che se ne esce con: "Mi pare che vada bene, tipo ieri...." eccerto. E l'altro ieri? E prima ancora? Chiusa parentesi)
Comunque ieri mattina Silver lavorava ed io mi sono organizzato per portare tutta la carovana alla festa della Comunità. Una specie di sagrone parrocchiale sull'aia della villa che sta in cima alla collina. Appena arrivato le amiche mi hanno requisito i figli. "Povero, ma sei da solo?" "Vieni Marichan, a giocare con la Cicci", "Pee, vieni in braccio alla zia?", "Moe, dai che guardiamo i trattori".
In sostanza mi sono trovato solo. Potevo, al limite esercitarmi nel "tacchinaggio" di giovani mamme ma, a quel punto, sarei sembrato troppo approfittatore.
Così ho seguito i piccoli (e le amiche zelanti) in un salone dove c'era una giovane catechista che si cimentava con le sculture di palloncini. Dovete sapere che in un trapassato remoto con mio fratello avevamo inboccato la strada degli artisti di strada. Era un vicolo cieco.
Comunque qualche scultura me la ricordavo ancora e ho dispensato fiorellini a destra e a manca. A quel punto il "tacchinaggio" di giovane mamma era quasi obbligatorio. Se non che è arrivata Silver. "Luce dei miei occhi, amore dolce! Ero giusto qui che mi chiedevo quando saresti arrivata".
Va ben, ma questo non centra, in realtà.
Volevo dire: se a quella festa fosse arrivata prima Silver, da sola con tre figli, avrebbe riscosso lo stesso sentimento di aiuto?
Non so perchè, ma non ci metterei la mano sul fuoco.
Nella foto un padre che non si sbarba da parecchio si cimenta nel trasporto triplo in bicicletta fotografandosi pure.



mercoledì 3 ottobre 2012

Dei delitti e delle cene

"... si trovò di fronte ad uno scenario da incubo: pezzi di carne sparsi sul pavimento di legno, dal tavolo colavano dense gocce giallastre dal mefitico odore, la stanza portava le recenti cicatrici del passaggio di qualche entità sconosciuta, senza scrupoli, disumana..."

No, non è l'estratto dell'ultimo libro di Faletti. E nemmeno un'anticipazione sulla prossima pubblicazione di Jo Nesbo.
È la descrizione di un ordinario set da dopo cena a casa mia.
Pari pari, senza licenza poetica.
A parte il fatto che le entità disumane sono tre e non una.

Il pasto è ancora un momento che per essere affrontato richiede una certa energia. Se sei fragile le belve lo capiranno e colpiranno lì, sul tuo fianco scoperto.
Stiamo cercando di insistere su vari fronti: dieta varia (presenza di verdure, in particolare), mangiare da soli, non ci si alza finchè non hanno finito tutti, televisione spenta.
L'ultimo ce lo abbiamo. Nemmeno lo chiedono. Meglio così.
La varietà della dietà abbastanza: mangiano un po' di tutto anche se la verdura viene assimilata solo col passato (amore apri la bocca che mangiasti la verdura). Ci chiedevamo come fosse possibile che sul menà del nido ci fosse sempre una "X" (segno di successo) di fianco a voci come carote, finocchi, zucchine.
Lo abbiamo chiesto alle maestre che con un'espressione che manco Isacco Newton quando scoprì la sua scoperta (che cazzo ha scoperto Isacco Newton?) chi hanno detto: "C'è un metodo infallibile, gli date due dischetti di carote, uno di zucchine, così li finiscono e si abituano al gusto". Chiaro, sempre che riescano a percepirlo. No, scherzo, è importante. Però non si va oltre i due dischetti, voglio dire.
Non ci si alza da tavola finchè non abbiamo finito. Ci siamo quasi. Quando si coalizzano è ancora dura... e ammetto che talvolta ci si lascia andare, soprattutto per sfinimento, per riuscire a mangiare un boccone in pace...
Mangiare da soli... all'asilo si. a casa perchè no?
Forse perchè è una legittima richiesta d'attenzione verso dei genitori che si vedono in quel momento per la prima volta durante la giornata. Forse noi ci sentiamo in colpa ed espiamo in quel modo...
Non abbiamo risposte.
Fortunatamente l'età è evolutiva anche in barba alle inadeguatezze di mamma e papà.

Questo post partecipa al Blogstorming di Genitori Crescono