venerdì 29 marzo 2013

Bisognerebbe digiunare


Bisognerebbe digiunare dal cibo, astenersi dal mangiare carne. Questo chiede oggi la tradizione cattolica. 
Ma non è difficile, in fondo, domani possiamo ricominciare a mangiare quello che vogliamo e Domenica, probabilmente, i nostri bidoncini della spazzatura saranno più pieni delle nostre colme pance.
Forse oggi si potrebbe rinunciare al sesso, come diceva una ex collega. Cosa peraltro non difficilissima da fare, con i tempi che corrono e, si sappia, dovesse esserci l'occasione, manco morto. 
Digiuno a Pasqua, piuttosto.
Si potrebbe esimersi dal pensare male, dal giudicare, dal creare tensione, dal pensare di aver sempre ragione, dall'opporsi al confronto.
Si potrebbe pensare che sarebbe già sufficiente riuscire a mantenere la calma per strada, in auto, con i figli, se rovesciano due bicchieri di fila, con la moglie se torna stanca e non riconosci nel suo arrabbiarsi la voglia di un abbraccio...
Si potrebbe allora impegnarsi un po' di più per il bene comune, a mettere gli altri al centro delle nostre azioni...
Si potrebbe pensare di spostarsi a piedi, in bici o con i mezzi pubblici, per rispettare l'ambiente che è forse l'ultima ricchezza che ci rimane. 
Potremmo iniziare ad abituarci all'idea di responsabilità: provare a pensare che non si è mai fatto abbastanza per risolvere un problema, anche se ci pare di si, fino a che non sia risolto sul serio.
Oppure lavorare senza distrarsi, senza imbambolarsi davanti allo schermo, senza andare su internet quando suona il telefono...
O chiamare le vecchie zie, quelle che sai che gli farebbe piacere sentirti...

Molte di queste cose, per stanchezza, emergenze, pigrizia o dimenticanza, non riuscirò a farle. Forse nemmeno una.
Spero sempre di avere ancora un piccolo credito di misericordia.

mercoledì 27 marzo 2013

Il Corrente della sera

Non è mica semplice correre, sapete?
O meglio...
È un movimento che ti viene naturale, in motricità si chiama schema motorio di base.
Viene meno naturale tornare a casa dal lavoro, già stanco morto, sapere che dalle 18,30 alle 21 ti aspettano le due ore verosimilmente più toste di tutta la giornata per via della Triplice Alleanza da lavare, mangiare e dormire e, nonostante tutto questo, infilarsi la tuta e le scarpe e partire per una corsa intorno al monte di almeno mezz'ora.
Si... non so come si chiami in motricità tutto questo. Forse dovrei passare ai manuali di psichiatria... magari lì trovo qualcosa.

Però lo faccio. Almeno tre volte a settimana. All'inizio c'è l'entusiasmo. Poi c'è la fase della crisi di astinenza: quella che se salti due giorni di fila ti manca l'esercizio, ti senti pesante. Ora sono in una fase critica, complice questa nuova ondata di freddo, che se piove niente niente, non mi dispiace neppure e me ne sto a casa.
 Ma devo resistere.
Gli obiettivi dell'inverno, però, sono raggiunti. Analizziamoli
  • Dovevo dimostrare sufficiente determinazione da far sì che parenti ed amici mi regalassero un vestiario adeguato (complice il compleanno all'approssimarsi della primavera. 
Fatto! Ho smesso i panni, decisamente vintage che sfoggiavo in gennaio ed ora sfoggio una più massificata tenuta da podista contemporaneo mantenendo solo i guanti, il berretto ed il kway rosso se fa freddo (la cura per il dettaglio non è mai stata il mio forte).

  • Arrivare al momento in cui le giornate si allungano a dimostrare contemporaneamente una certa prestanza atletica e una buona dissimulazione dello stato di premorte che di solito mi accompagna quando corro. 
Fatto! Al posto dei grugniti che propinavo ai passanti per non farmi riconoscere, complice l'oscurità, mentre aggonizzavo tornando verso casa, ora riesco persino a fare dei piccoli scatti in prossimità delle curve: metti che dietro l'angolo incrocio qualcuno che conosco...

  • Perdere peso.
 Ahimè! No! Sigh Sob!
O meglio, quattro chiletti subito... poi, concedendomi qualcosa rispetto a quando praticavo la castità alimentare, niente. Ma che cazzo di metabolismo mi ritrovo? Mio cognato è calato due chili solo pagando l'iscrizione alla palestra. Pazzesco.

Ma non demordo... mi sono scaricato  anche un'applicazione fichissima che mi dice quanti chilometri percorro, quanta salita faccio, il ritmo che tengo, le calorie che spendo.
Da Gennaio dice che ho corso 120 kilometri bruciando circa 120000 kilokal.
Uno pensa: motivante no?
Invece cosa fa la simpatica app? Il venerdì ti manda una mail: bravo Gae, questa settimana hai speso 500 kilocal in più di quella scorsa. Domani puoi concederti il salamino sulla pizza.
Ma vaffanculo, va!

giovedì 21 marzo 2013

Respiriamo l'aria aspettando

Mi sono sempre chiesto come mai il cambio di orario non corrispondesse all'inizio della Primavera. 
O meglio, capisco le ragioni per cui, storicamente, si dovesse fare di domenica... vi ricordate, quando tutti lavoravano. 
Però per me la Primavera non inizia finchè non si "allungano" le giornate.
Sono strani i ricordi. Non so se accada anche a voi, credo di si, di associare odori, sapori, emozioni, ai ricordi. Il primo ricordo che associo al cambio dell'ora è il Gran Premio del Brasile di Formula 1. Da bambino sapevo che se era in programma il GP do Brazil si sarebbe dormito un'ora in meno. Non mi importava nulla della Luna, dell'ultima domenica di Marzo o di tutti gli altri modi di calcolare il giorno giusto del cambio.
Recentemente ho scoperto che, per ragioni pubblicitarie, il GP del Brasile non lo fanno più all'inizio della stagione. Per fortuna "i miei ragazzi" qui in cooperativa iniziano a ricordarmi di aggiornare gli orologi già in febbraio.

Le giornate lunghe preparano lo spirito per le vacanze. Da fine marzo si smette di guardare la tv: la sera si gioca a palla fuori, si gira in bici, si va a passeggiare.
Mi tornano in mente le infinite serate in strada a giocare a calcio con tutti i ragazzi della via.
Eravamo in tanti, e non eravamo una vera e propria compagnia. Avevamo età diverse, facevamo scuole diverse. Ma in quelle due ore, tra la cena ed il sonno eravamo tutti amici.
Non ci ho mai pensato prima, ma era proprio così. La maggior parte di loro non l'ho più vista ma mi piace stare qui a ricordarli in queste  ultime serate fredde.
Il primo che mi ricordo è Il Ranger.
Il soprannome gli era stato affibiato da qualcuno una sera qualsiasi e dura ancora oggi, anche se lui si è trasferito e i ragazzi non lo conoscono più. Ma quando giocavamo a pallone, usando il cancello di casa mia come unica porta, che per fare il contropiede dovevi superare la riga di mezzeria della strada e poi tornare verso il cancello, lo si chiamava con il suo nome vero. Ed era un ragazzo normale. E normale erano tutti: erano quelli senza papà o senza mamma, quelli bocciati a scuola, quelli un po' ritardati, ma solo un po'...
Si muoveva in modo un po' rigido, quasi robotico. Se lo incrociavi per strada ti salutava sempre ma alzando solo, anche se in modo molto enfatico, il sopracciglio sinistro.
La sua casa era un po' sgarrupata. ancora adesso ha dei pezzi incompleti. Le saracinesche erano perennnemente abbassate e, quelle rare volte che ci eravamo entrati, all'interno era impossibile muoversi senza andare a sbattere da qualche parte. Lasciavano crescere l'erba all'inverosimile. Poi compravano una falciatrice nuova e provano ad addentrarsi nella sterpaglia. Facevano qualche metro e la povera macchinetta si ingolfava.
Quando, stremati, si arrendevano, il prato sembrava la riproduzione del labirinto di Knosso. Infatti avevamo il terrore che il pallone finisse in quel prato. Trovarlo sarebbe stata dura. Uscirne ancora di più.
Tranne che per lui, naturalmente. 
Poi chissà perchè, dopo il diploma, invece di iscriversi banalmente all'università o cercarsi un lavoro, si era messo a girare di notte in macchina. Non si fermava. Faceva delle ronde inquiete. Per questo lo chiamavamo il Ranger.
Tutto questo è durato anni. Poi è sparito del tutto. Pare che conviva, che stia bene. Glielo auguro.

Buona primavera a tutti

ah, se leggete abitualmente Elle o se vi avanzano 3 euro e cinquanta, mi trovate in una mini intervista dell'allegato Elle Kids




martedì 19 marzo 2013

Mr Ford and me


Ci sono persone con cui nella vita si ha condiviso tutto: la scuola, le avventure, i film visti ed i libri letti. Ce ne sono altre che non abbiamo mai incontrato. 

Poi è arrivato internet a farci scoprire che c'è qualcuno che non abbiamo mai incontrato che però ha in comune con noi tantissime cose.

È quello che mi è capitato quando ho incrociato per la prima volta la rotta di WhiteRussian, del mitico MrJamesFord.

Sono sempre stato un appassionato di cinema e, a volerla dire tutta, la cosa che mi manca di più da quando sono diventato padre, è la frequentazione assidua di una sala cinematografica.

WhiteRussian ha tenuto accessa la fiammella e, quando posso, non manco mai di andare a dare una sbirciata perchè mi sono reso conto che i gusti cinematografici, musicali e letterari sono sostanzialmente identici. Non solo: molti nostri racconti di infanzia, pur non essendo uguali, si basano sugli stessi colori, odori e sapori.

Lo trovo una cosa meravigliosa, tenuto conto che tutto il resto sembra invece diametralmente opposto: lui un bevitore irlandese, cappellone, tatuato, un duro insomma. Io astemio mio malgrado e per nulla duro: l'espressione più dura che mi riesce è pari pari a Natalino Balasso quando paceva il pornodivo.

Altra affinità, ancora più bella, Il Ford, è da poco diventato padre.

Allora si è pensato ad un post assieme, così, quasi come a concederci una bevuta per festeggiare il lieto evento (in queste occasione bevo anche io).



Come sempre fanno i compagni di bevute che sono già padri quando bevono in onore di un novellino, ci metto la mia dose di “Te vedarè, te vedarè” (odiosa pratica di dire alla gente “vedrai” con fare saputello).

In questo caso il mio compito è traghettarti verso la consapevolezza di non essere più proprietario dello schermo e del lettore (a proposito, qualcuno mi ha detto che il lettore non si usa più). Ti consiglio i film che sono andati per la maggiore in questi primi tre anni della mia vita da padre, cosa è servito per far passare la fissa per un film a beneficio di un altro (recuperando la mia tecnica) e le domande che, immancabilmente tuo figlio ti farà (ah, è maschio, allora forse ti va meglio perchè i miei, in confronto a Marichan, sono piuttosto gnogni).



Gli Aristogatti

Non so perchè, ma hanno un'aria familiare

Eccezionale per iniziare: il cattivo non è proprio cattivo e non fa paura a nessuno (anzi, i gemelli dicono che assomiglia al nonno) anche perchè, diciamolo, chi non si incazzerebbe con quella vecchia rincoglionita che fa ereditare tutto ai gatti?





Il parere di Ford: un film intramontabile, che ricordo ancora dal pieno della mia infanzia. Romeo è mitico, Duchessa un pò figa di legno, ma in fondo capace di sciogliersi al ritmo travolgente del jazz, come è giusto che sia.

Questo è un inizio che ha pochi eguali.



Cosa ha fatto appassionare al film: la nonna che cantava in continuazione “Tutti quanti voglion fare jazz” (solo quella frase) perchè già vittima della fissa della cuginetta.



La domanda: “Ma papi, ma chi è il papà dei gattini? Perchè non torna a casa?”





Il Principe d'Egitto
Si si, sembro bello e buono. Vedrai quanto ti faccio tribolare da grande




Se la baby sitter ti chiede pochi soldi, è adorata da bambini e nonne, ti stira di straforo la roba, spolvera casa, eccetera, le perdoni tutto. Anche il fatto che sia cattolica “della stretta osservanza” e che orienti le scelte televisive di conseguenza. Non vorrete che questi bimbi crescano senza dio come le galline? (dice mio padre)



Il parere di Ford: la religione e casa Ford sono praticamente due universi a distanze incalcolabili, quindi a meno che non lo faccia qualcuno dei nonni - e spero proprio per loro di no, altrimenti sono bottigliate! - difficilmente vedrò entrare al Saloon questo film Dreamworks, che pure è un buon lavoro, tecnicamente parlando.

Staremo a vedere. In caso, dovrai insegnarmi come cercare di svicolare dall'oppio dei popoli senza causare nel Fordino l'effetto di attrazione contrario.



Cosa ha fatto appassionare: La canzone “Se Crederai”



La domanda: “Perchè Dio uccide i bambini?” (lo so, questa non fa

ridere, in ogni caso è già un buon antioppiaceo dei popoli)




"Ford, in quanto eretico, sei bandito dal regno dell'oppio del popoli!"




Ponyo sulla scogliera



Cosa si era fumato Miyazaki per dire che questo è un pesce?


Uno dei fratelli di Silver è un vero e proprio untore di giapponesismo a casa nostra. Miyazaki su tutti. Personalmente mi piacciono molto, sono tutti film curatissimi. Il problema è Silver che li molla con il contagocce: troppo fantasiosi o irrazionali (da donna di scienza non riesce a capirli). Se le esce la frase “Cosa si fumava secondo te l'autore quando ha scritto questa parte?” stai pur certo che quel film non girerà più nel nostro lettore. Ponyo è miracolosamente passato indenne.



Il parere di Ford: film bellissimo, adatto a dialogare con i piccoli e i grandi, un pò come tutta la produzione di Miyazaki. Alcuni passaggi sono piuttosto complessi per i primi anni, ma di certo - come tutti i titoli del Maestro - sarà uno dei capisaldi dei cineforum per i piccoli che Julez sta già pregustando - e anche io -. Come se non bastasse, la canzoncina è uno splendido tormentone!



Cosa ha fatto appassionare: saperlo... ogni regola ha le sue eccezioni.



La domanda: “Papi, ma adesso Ponyo è pesce o bambina? E adesso? E adesso?”







Cars


Ah, il fascino di una gru vince perfino sul rosso fiammante di un'auto da corsa.


Film proposto da James Ford che, giustamente, in quanto in attesa di un maschio, si vedeva esentato dal commentare un qualsivoglia pellicola sulle principesse.

Ma non cantare troppo presto vittoria, vecchio cowboy, utlimamente Giacomo preferisce di gran lunga Rapunzel al resto del pacchetto...



Il parere di Ford: Cars - il primo -, nonostante sia stato sottovalutato rispetto ad altri filmoni come Monsters&Co, Wall-E o Up!, resta uno dei miei preferiti della splendida serie firmata Pixar.

Sono già pronto, dunque, a sedermi sul divano con il Fordino e simulare anche il rumore delle macchine, sperando che non gli venga troppa voglia di farmi andare in giro con lui al volante, date le mie ormai leggendarie scarse capacità alla guida.



Cosa ha fatto appassionare: una cuginetta esasperata di vedere sempre il “Principe d'Egitto” ha provato a forzare cercando di fare leva sulla mascolinità dei gemelli. È indubbio che personaggi come Cricchetto non passino inosservati.



La domanda: “Ma come fa a guidare quella macchina senza persone?” (troppo razionale sta bimba, però)







Rapunzel



Ma secondo voi, la Gothel a cosa pensava quando ha fatto costruire la torre?


Film Disney che strizza decisamente l'occhio alla produzione Dreamworks con battute e riferimenti molto più comprensibili agli adulti che hai bambini. Ha però il pregio di riportare la grande D al genere musical, anche con qualche bel brano (“Un sogno c'è” cantata da Mario Biondi è già un must).



Il parere di Ford: trovai piuttosto deludente Rapunzel, almeno rispetto a cose "da principesse" molto più riuscite come i Classiconi Biancaneve o La bella addormentata o il recente La principessa e il ranocchio, deboluccio e un pò vuoto. Dunque, a meno che di colpo non compaia nella dvdteca di casa Ford, farò finta che non esista.



Cosa ha fatto appassionare: i film proposti dalle cugine passano, non c'è che dire.



La domanda: come si chiama Fin Laide?






Ribelle – The Brave

Vi insegno io a tradurre The Brave con Ribelle, mannaggia a voi



Qui la parte musicale non è granchè ma in compenso il film è una cannonata. Ha tutti gli ingredienti per piacere alla famiglia intera: la voglia di emanciparsi, un pizzico di paura, l'umorismo... insomma, tutto. Andatevi a leggere la recensione di Ford



Il Parere di Ford: fresco di premio Oscar, quest'ultimo Brave è un vero gioiellino che ha riportato la Pixar ai suoi fasti dopo il mezzo scivolone di Cars 2. In casa Ford è piaciuto molto, tecnicamente è pazzesco e coinvolge e diverte dall'inizio alla fine. Senza dubbio sarà parte delle future visioni animate del Fordino.



Cosa ha fatto appassionare: l'ho trovato in offerta al supermarket... l'ho imposto.



La domanda: Dov'è Mordù, dov'è Mordù (c'hanno fifa per tutto il film)





The Avengers

Ehi Fordino, ti vesti da Aiomemme e vieni a giocare con noi?




Film che segna il mio successo come padre: ai mostriciattoli piacciono i supereroi.

Primo “non cartoon” a girare nel lettore DVD da parecchio tempo a questa parte.



Il parere di Ford: i film che riescono ad unire genitori e figli e far divertire entrambi sono sempre una meraviglia, tanto più se sono giocattoloni roboanti come questo. Da appassionato di fumetti, ho trovato The Avengers una delle cose migliori mai tratte da un fumetto Marvel, l'ironia è perfetta ed il ritmo anche, oltre agli attori in grande spolvero - Downey Jr su tutti -. Come se non bastasse, alcuni dei ricordi più belli che ho rispetto all'infanzia e a mio padre, sono i Cinema insieme a vedere tamarrate di questo tipo. Mitico.



Cosa ha fatto appassionare: un fumetto comprato al mare e lasciato di fianco al water che ha catturato l'attenzione di JackJack. Da lì è stato tutto un Hukke, Aiomemme, Tolle, Tatan Memeca.
Presto contagiati anche gli altri due.



La domanda:”Papi, perchè Hukke quando diventa grande e verde strappa

la camicia ma non le braghe?”




Tranquillo Ford, quando sarai arrivato qui, anche se non saprai

rispondere alla domanda, avrai almeno la certezza di aver superato il

peggio: le notti insonni, la moglie un po' esaurita, l'influenza

seriale ma, soprattutto la fissa per i Teletubbies.



Alla salute!



Alla salute anche a te, Gae! E muchas gracias!

venerdì 15 marzo 2013

L'emancipazione maschile

Per anni non ho mangiato verdura. E nemmeno frutta. 
Non lo so perchè. Un po' tutti i bambini fanno fatica a mangiarle e, molto probabilmente, quando sono nato e poi, nei primi anni, ero così piccolo e magro e pigro nel nutrirmi, che mia madre ad un certo punto potrebbe essersi stancata di insistere e si sarà accontentata di quello che mandavo giù. 
Aveva strategie non proprio ineccepibili, dal punto di vista pedagogico, ma erano efficaci. Ad esempio per anni ci ha propinato il risotto ai funghi. Aveva ogni domenica un gusto diverso a seconda che fosse stagione di melanzane o di radicchio... ma se stiamo lì a guardare tutto. 
Non è escluso che i nonni abbiano avuto un ruolo fondamentale. Se penso che anche per noi, quando mangiamo con i nonni (soprattutto i nonni maschi), è impossibile insistere con gli alimenti meno "attraenti". "Asseo stare poareto, perchè te voi chel piansa?" 
"Dei, nol ga magnà la pasta? El sarà pien..."
E gli stronzetti subito a correre in braccio, sotto l'ala protettiva, dell'avvocato difensore. 

Ma non volevo parlare di questo. 
Parlavo del fatto che, ad un certo punto, verso i sedici anni, mi sono imposto di mangiare la verdura. Non tutta in un colpo, naturalmente: un po' alla volta. Ho inziato da zucchine e melanzane. Poi sono passato all'insalata, al radicchio crudo (cotto, come detto, lo avevo sempre mangiato).  Poi i broccoli, i cavolfiori.
Ora quasi tutto. A parte la cipolla (a meno che non sia frullata o "mimetizzata" dentro altre cose).
Ma non voglio farvi un trattato sulle verdure che mangio
E di che minchia vuoi parlare, oggi, Gae, che sei qui che ce la smeni? Direte voi.
Vogli dire che ancora oggi, mi madre, le mie zie e alcuni amici storici sono convinti che io non mangi verdura.
Le convinzioni sono dure a cambiare, anche se abbiamo sotto gli occhi ogni giorno un esempio diverso.

Prendete mia suocera; ogni sera viene a salutarci, abita proprio qui a fianco. Bacia i piccoli, si fa una parola assieme. E magari sono lì, che lavo l'insalata o che salo l'acqua per la pasta. "Cosa vi cucina la mamma stasera?"
"Come li cucini gli gnocchi alla romana, Silver?"
"Ma diocristo, sono anche bello grosso, vedrai che sono io ai fornelli?"
Invece no. Ma non è lei il problema... è tutto il nostro mondo che è così. Le maestre mi chiedono di parlare con la mamma, al limite, vanno bene anche le nonne, quelli che ti telefonano per l'ADSL chiedono di parlare con me...
Sono categorizzazioni difficili da superare, che semplificano la nostra lettura del mondo. Se torni una volta tardi dal lavoro torni ad essere uno dei padri "gran lavoratore" che delega l'educazione, se ti vedono al bar, poi è finita.
C'è un rimedio?
Si, c'è: fregarsene, per quanto possibile, del giudizio degli altri. E non allontanarsi mai da quel cazzo di fornello, a meno che non tocchi a Lei cucinare

lunedì 11 marzo 2013

The Blair Parents Project


Sssshhhh!!!
C'è un rumore... si stanno avvicinando” Quasi piangeva dalla disperazione
Oddio... l'ho risentito” tremava ora.
No, non preoccuparti, non può essere” cercava invano di rassicurarla lui... ma la voce era incrinata, prossima alle lacrime
Ma si, ma si” Ho sentito il cancelletto delle scale che cigolava, sono loro ti dico, sono ancora qui... vai a vedere tu, io non ce la faccio, aiuto, non ne posso più”
Ma no, ma scusa, sempre io... porc...”

Sembra il dialogo di un B Movie. Uno di quei bruttissimi horror che mandano in seconda serata d'estate, dopo l'ennesima replica di Bud Spencer e Terence Hill o di un film dei Vanzina.
Invece non si discosta molto da una normalissima scena serale a casa nostra. Si mettono i bimbi a letto, si finisce di riassettare, si cerca conforto sul divano... qualcuno si sveglia... Mannagg....
Sempre meno, però. La notizia è proprio questa: le cose stanno andando bene! 
Meglio, per lo meno.

I bimbi hanno orari abbastanza regolari ma non muoiono se li si cambia un po': riescono a reggere qualche ora la sera, se ci sono amici a cena. Se siamo fuori, non è più necessario pisciarli e cambiarli prima di risalire in macchina. Non serve più trasformare il tavolo della pizzeria nella nursery di Ostetricia.
Non è indispensabile farli dormire al pomeriggio. Certo, se non lo fanno non te li puoi portare al rave party la sera; a qualcosa devi pur rinunciare.
Però, se tutto è a posto, alle 20,45 dormono. I notiziari più belli sono già finiti ma rimane ancora una mezz'ora per valutare i millibar delle labbra di Lilli Gruber.

Mangiano quello che trovano. In pizzeria, ad esempio, la pizza. Che è più facile trovare la pizza in pizzeria che perdere la sera a cercare una papperia per le pappe.
Inoltre sono belli cicciotti, se una sera mangiano meno, non succede nulla, hanno una certa riserva.
Non servono più i seggioloni, le seggiole per mangiare, il passeggino (abbiamo avuto momenti con tre passeggini (il gemellare nel bagagliaio e l'ultraleggero sotto il sedile), la borsa con il cambio, il sacchetto per i pannolini sporchi, il bibe per bere... Praticamente un trasloco ogni volta. Poi dice non vi muovete mai.

Se hanno una ruspetta giocattolo ed un libricino potrebbero litigarseli per ore ma, piano piano, stanno imparando che si può giocare assieme, fare cambio, raccontarsi le storie.
Ieri Maria litigava con l'amichetta G.: entrambe volevano interpretare Aurora. Dopo dieci minuti di pianto l'illuminazione: “Ma ascolta G, che male c'è se facciamo tutte e due Aurora?”
Bella mia, sei tutta tuo padre, un genio della mediazione relazionale... quantotevojobene.

Ma se noi ci siamo riusciti, perchè non mettere tutto il mondo a parte della nostra tecnica, del nostro metodo infallibile, della nostra teoria, approfondita nel dettaglio teorico e sapientemente applicata nella pratica?
Perchè tenercelo per noi?

Facile mi direte: basta sapersi organizzare.
Ma no, ma dai... certo, aiuta, io lo consiglio, ma ci siete arrivati tutti, che segreto è?

Siete pronti?  
Ve lo dico?

I bimbi crescono. 
Banale? Mah, non so: Ogni giorno passa un giorno ed ogni giorno aggiunge stanchezze. 
Ma se vi fermate un attimo e aprite la vostra mappa, vi accorgerete che non siete al punto di partenza e non state girando in tondo. Forse la meta è ancora lontana ma i passi fatti in avanti, quelli, non ve li toglie nessuno.

Questo post partecipa al blogstorming di GenitoriCrescono

venerdì 8 marzo 2013

La Festa della Donna aumenta il mio sconforto

Non c'è ancora un governo e forse dovremmo tornare a votare. Questo aumenta il mio sconforto. Continua a piovere e non posso andare a correre e questo aumenta il mio sconforto. Quando sono sconfortato mi viene fame ma non posso mangiare. Questo manda alle stelle il mio sconforto. Non mangio perchè ho il metabolismo di un brontosauro: butto giù un cioccolatino e va a puttane un mese di dieta. Il mio sconforto tende a + infinito.
In più oggi, nonostante quanto scritto da me medesimo lo scorso anno, è di nuovo la Festa della Donna. Anche questo aumenta il mio sconforto.

D'altro canto non può essere altrimenti, no?
Come non lasciare acceso il faro su questi aberranti numeri? 100 donne l'anno uccise in modo violento dal compagno o ex compagno. Cifre assurde, ancora troppo poco conosciute.
Ma facciamo finta che da domani non succeda più, che chi grida venga finalmente ascoltato. Credete che il lavoro sia finito?
Naturalmente no!
Guardate bene, al margine di quello spot di luce, proprio appena fuori dal cerchio luminoso, c'è un'altra forma di violenza, più silenziosa, meno cruenta, certo, ma non per questo meno abbietta.
È quella che relega le donne a serve, strumenti di gestione della casa e dei figli. Che non possono esprimere le loro potenzialità per un sistema culturale vecchio e stupido, per un marito ottuso che non si scosta da modelli obsoleti per pigrizia, comodità o paura del giudizio degli altri.
Dirò di più, facciamo lo sforzo di guardare anche oltre a questo cerchio in penombra: cerchiamo nell'oscurità là dietro. Il lavoro finirà quando la dignità, la realizzazione e la felicità del compagno o compagna non dipenderà da quanto l'altro sia disposto a sgomitare ma da quanto ciascuno di noi si sentirà responsabile del percorso dell'altro.
Parlo per me: ogni tanto ci casco anch'io nel tranello: piccoli giochi psicologici, leve agite sul senso di colpa... tutto questo fa di me un violento contro mia moglie... anche se non le ho mai alzato un dito contro. Questo aumenta il mio sconforto. 

Ho la sensazione che la Festa della Donna servirà anche l'anno prossimo. Questo aumenta il mio sconforto.
Ma sai che c'è? Che quasi quasi mi prendo avanti ed inizio a lavorare alla mia parte, qui, al buio, sperando che piano piano dentro al cono di luce non ci sia più nessuno. 

martedì 5 marzo 2013

5 marzo 2013

Il primo non me lo ricordo, nemmeno il secondo ed il terzo, a dire la verità.
Non so nemmeno che numero portasse con sè, quello che ha iniziato a lasciare tracce nella memoria: sfocato, un po' sovraesposto, con i colori caldi di una taverna ricoperta di tavole di abete ed un camino acceso. E noi bimbi tutti nell'angolo della panca, con la torta accesa davanti.
C'erano sempre vestiti nei pacchetti. Capisco ora, da papà, che le espressioni felici dei miei genitori non erano di circostanza, come le mie. 
Solo la Ziamaria, che allora non era ancora sposata, anche se era più vecchia della mamma, si distingueva sempre. Portava sempre dei bellissimi libri illustrati: "Gli Egizi", "I Romani", "I Dinosauri", "Gli Animali".
Bellissimi. Ci si lasciava gli occhi.
Un anno è arrivato anche "Il Corpo Umano": ho scoperto lì, come si fanno i bambini, da autodidatta. Avrei anche avuto delle domande da fare, ma all'epoca non si usava. 
Poi tanti confusi, sto invecchiando...
Il primo con Silver: un bacio ed un live di Guccini, qualche giorno prima del concerto vero. Ed era già un quarto di secolo. 
Poi i bimbi, e passa tutto in secondo piano: solo dentro continua a scavare il tempo, ed anche un po' fuori.
Ed oggi, ad aspettare sera, per trovarci tutti assieme a festeggiare, anche con i miei perchè è invecchiando che ti rendi conto di quanto ti abbiano dato.
E quelli di domani a sperare di stare bene, di essere ancora tutti qui.
E quelli di dopodomani, ad augurarsi di avervi ancora qui ad abbracciarmi, almeno oggi che compio gli anni, almeno nel cuore, anche se sarete grandi, piccole, meravigliose pesti.


Oggi un piccolo regalo di compleanno, per così dire, me lo ha fatto "Sale & Pepe Kids", pubblicando una mini recensione di Stratobabbo.
La trovate in edicola e qui:
Per sfogliare Sale&Pepe digitale 
con iphone e ipad: http://bit.ly/App-SALEePEPE

venerdì 1 marzo 2013

Febbre Febbraia

Febbario è un mese di merda.
Sia in senso figurato che letterale.
Me lo faceva notare Silver l'altra sera: "A Febbraio succede sempre qualche cosa" ha detto. E giù, con l'elenco delle sfighe. 
Purtroppo non posso nemmeno raccontarvi il perchè, mi spiace. Non è per tirarmela, è che ci sono persone che non sanno nulla ed è meglio così.
Vi basti pensare che la prima di queste notizie febbraine è stata, nel 2010, l'arcangelo Gabriele che ci ha annunciato la nascita dei gemelli.
Era proprio lui, lo abbiamo riconosciuto da quella nausea che aveva Silver e dall'inequivocabile doppia striscia rossa che usa portare nei suoi test di gravidanza.
A conti fatti, anche se lì per lì ci aveva sconvolti, era stata la notizia migliore, tutto sommato. Ma anche la seconda si è poi risolta...
Per cui probabilmente si risolverà anche questa terza, no?

Nel frattempo siamo alle prese con il corpo umano che, come diceva Guzzanti:"Seccerne Muco".
Passato quasi indenne Gennaio, che lo scorso anno ci ha falciato come Gentile a Zico nel Mundial '82, la coda di Febbraio ci ha preso in pieno.
Giacomo, ribattezzato l'Espectore Callaghan, febbricitante, pieno come un uovo di catarro e, soprattutto, impossibile da curare.
Non si lascia aspirare il naso, non si lascia misurare la febbre, non prende la tachipirina, non accetta le supposte. 'Na Guera.
Ogni volta, ma mica solo ora che ha la febbre, anche per tagliargli le unghie, per dire, bisogna placcarlo a terra, tenerlo in tre, uno per le braccia uno per le gambe ed uno "che opera", far finta di nulla, canticchiare una canzone, parlargli di qualsiasi cosa, nella speranza di distrarlo.
E niente, lui che si dimena come un cinghialino appena catturato, strilla così forte che al centralino del Telefono Azzuro devono averci messo uno sordo, singhiozza, fa gli sforzi di vomito, il muco che scende dal naso e le lacrime che tengono tutto ben amalgamato.
Alla fine siamo tutti da lavare ma lui si incazza anche per quello (diciamo che quando è così ogni pretesto è buono) e la giostra ricomincia.
Ma a tirarci su è arrivata la cacherella di Pee e, breaking news, anche mia.
Sono qui che sto domando il mio intestino come un incantatore di serpenti... finora funziona.
Se tutto continua così domani non avrò bisogno di scuse meschine per saltare la messa.