lunedì 26 settembre 2011

Probabilmente uscì, chiudendo dietro a sé la porta verde....


Abbiamo salutato la nostra vecchia casa. Era un piccolissimo appartamento dove ultimamente non si riusciva a camminare tanto eravamo stretti. 
Ma era casa nostra.
Lì si è parlato, litigato, amato... si è vissuto
Lì sono passate tantissime persone: prima perchè “dai venite da noi che stiamo tranquilli, tanto la signora di sopra è sorda”, poi perchè “ragazzi, non riusciamo più a preparare grandi cene, ma se vi va una pizza, venite pure così mettiamo i piccoli a letto presto”.
E sono proprio le persone che lo avevano reso speciale e, senza falsa modestia, credo che noi lo abbiamo reso speciale. Credo che mi mancherà, soprattutto nei primi mesi, ora che siamo un po' in prestito. 
Mi mancheranno i vicini pugliesi dal cognome impronunciabile (il che purtroppo autorizza il circondario leghistoide a chiamarli terroni) che facevano casino a tutte le ore, ed il loro figlio che ci teneva ore a parlare sulla rete di cinta usando solo la t (Tao, Taetato, tutto tene? Tato tale, to problemi ton le tarole). Mi mancheranno i saluti rumorosi di Daniela dal secondo piano, che li sentivano in piazza. Mi mancheranno le figheire dell'altra palazzina con il quale facevo il daddy-cool quando Mari-chan era piccola.
Mi mancherà Emilio, che trovavo in garage a fumarsi la sigaretta di nascosto dalla moglie. Emilio che sta male e forse non ce la farà. E sua moglie che passa ogni giorno giù da Silver, a chiedere un consiglio ma soprattutto a piangere senza che lui la veda. 
Mi mancherà il garage lunghissimo che sembra quello dei film horror, la neve spalata da solo per tutto il palazzo, la luna e le stelle sopra la chiesa che si vede dal cortile, il profumo del gelsomino in primavera, il rosmarino condominiale, la spesa a piedi.
Sabato, facendo l'ultimo giro, per assicurarsi che fosse stato raccolto tutto (ma proprio tutto), il groppo è stato inevitabile. Come è stato inevitabile pensare a quanti momenti (soprattutto belli, fortunatamente) si sono vissuti lì dentro...
Ma non siamo gente che vive di ricordi, semplicemente ci piace ricordarli.
perciò avanti tutta.... 

mercoledì 21 settembre 2011

Al servizio del cittadino

Segnalo questa circolare INPS che da evidenza di fondi stanziati in favore dell'occupazione dei giovani genitori. Se non ho capito male (io fortunatamente non rientro nella casistica) è la possibilità per le aziende di ricevere un incentivo in caso di passaggio a tempo indeterminato di una giovane mamma o giovane papà che è già in organico come precario.

Megli saperlo che non saperlo. Sapetelo!

Circolare INPS

Baideuei, ho scoperto che non mi considerano più un giovane genitore. Posso sempre rifugiarmi dietro all'idea che in realtà sono escluso perchè già lavoro a tempo indeterminato 

lunedì 19 settembre 2011

Assenz(i)a

Sono assente e lo sarò, penso, per un po'. Non me ne vogliate se non passo nei vostri blog e se non scrivo per un po' (questa magari è più facile da sopportare ;-)
Stiamo traslocando. Nella parola tras-loco io calco sempre il "loco" con accezione spagnola del termine. C'è da uscire pazzi.

E pazzi stiamo uscendo. Non c'è nessuna proporzione tra lo spazio e ciò che c'è dentro... viviamo in 60 mq? C'è roba per il doppio del posto...
Poi la logistica è un casino: serve qualcuno che bada ai pupi, uno che guida il furgone, una che decide dove va cosa, uno che inscatola, due-tre energumeni che portano gli scatoloni...
Io mi sono trovato a coprire almeno tre ruoli...
Risultato: "passaggio" alla nuova soluzione temporanea (ex garage dei miei, rimesso a nuovo) sabato prossimo.
Intanto restiamo dove siamo con un setting che sembra una piece di teatro minimalista: no mobili, no soprammobili, no libri, no riviste, no cd, no dvd, no elettrodomestici inutili, qualche scatolone, letti.
Moe ha pure l'ernia inguinale da operare. E Marichan la febbre
Che si diceva la settimana scorsa sulle bestemmie?

mercoledì 14 settembre 2011

Blasphemy teraphy


Ci sono cose inconfessabili...
Che nemmeno su un blog bisognerebbe dire. Una di questa è il fatto che capita di avere istinti aggressivi verso i figli. È normale, credo.
È meno scontato riuscire a controllarsi... ognuno ha le sue tecniche. Io mi sfogo sguinzagliando il peggior turpiloquio di tutto il campionario. 


E dire che arrivo da una famiglia dove praticamente non si diceva nessuna parolaccia (a parte l'intercalare “casso” che in veneto non significa proprio “cazzo”, significa.... no, significa “cazzo”! Però detto in veneto non sembra, ha una accezione più morbida (è un cazzo inoffensivo, in sostanza).
Torniamo al dunque: mi sfogo con le parolacce. Ma vado giù di brutto. Soprattutto durante l'imboccamento e l'addormentamento/risvegli notturni.
E sapete qual'è il bello.
I piccoli si divertono. L'altra sera, dopo l'ennesimo tentativo fallito di appoggiare Jack sul letto (non ne voleva sapere di dormire e l'ho cullato per circa un'ora), l'ho seduto sul seggiolone e gliene ho dette di tutti i colori. E lui giù a ridere. Avrei voluto registrarlo.
E sapete qual'è l'ancora più bello?
Ridendo lui ha fatto ridere me, mi sono calmato e sono riuscito a farlo dormire (se sei agitato non si addormentano mai).
Per cui sotto di Porcoterapia.
Di seguito alcuni estratti dal dialogo di ieri sera:

El_Gae: “Somaro”
Jack: “Ah ah ah”
E:”Suino”
J:”Ah ah ah (più acuto)”
E:”Stronzetto”
J:”Iiiiiiih”
E:”Sei arrivato per sbaglio! Lo sai, vero?”
J:”ah ah ah, iiii, ghhh (estasi)”
E:”Ti propongo per la pubblicità dei preservativi, sai?”
J:”ah ah ah, pa pa ppppa!”
E:”Maledetto quel divano infingardo e la programmazione deludente della rai”
J:”eh eh eh eh eh eh (quasi con le convulsioni dal ridere)”
E:”Sei una figarella, con te non ci parlo (ma già fatico a reggere)”
J:”gggghhhhhh, pa pa pa pa pa pa (e manate sul tavolo, che Jack è un po' cavernicolo, esterna la felicità a clavate).

Approvato dall'associazione genitori di casa mia, aut min ric, può dare dipendenza leggere attentamente il foglietto illustrativo

lunedì 12 settembre 2011

Dieci anni dopo

Non ho scritto nulla ieri e scriverò poco oggi. Non sono bravo a ricordare le cose, tendo sempre a colorirle con foto, impressioni e dialoghi avvenuti dopo. Oppure li faccio aderire, non proprio consapevolmente, all'ideale.
Ma alcune cose che ho letto recentemente sui vari blog hanno risvegliato le sensazioni di quei giorni e di quelli successivi.
Come molti ero al lavoro e, quando l'ho saputo, ho acceso subito la tv. Le immagini mi hanno colpito subito e, contrariamente a quanto mi sarebbe piaciuto, mi sono sentito elettrizzato, quasi eccitato. Io sono fatto così: il panico non mi prende mai subito. Mi succede sempre: quando qualcuno mi comunica una gravidanza o, peggio, una grave malattia. In quel momento devo sempre fare il possibile per non sembrare inadeguato. A volte mi ha anche tolto dai pasticci, questa mia caratteristica (se penso al sangue freddo di certi interventi come bagnino).
Ma torniamo al 9/11.
Non riuscivo a capire perchè tutti si spaventassero così tanto... io la consideravo un'azione-reazione normalissima: gli americani hanno sempre fatto il cazzo che volevano, prima o poi qualcuno si incazza.
Però poi, alla sera, mi ha preso una tristezza sovrumana, passata l'elettricità dei primi attimi. Quei primi piani sfocati sulle persone che cercavano disperatamente di mettersi in salvo al di sopra delle fiamme. E che cadevano giù (o si lanciavano). E non centravano nulla.
Quella sera Silver mi è uscita con una perla che ricordo ancora: "Tutte le grandi civiltà del passato sono cadute in modo traumatico, forse sta capitando anche con gli USA".
E poi la politica che spara cazzate e i cretini che festeggiano in piazza...
Una ferita che si è riaperta ieri e che volevo condividere. Assieme al dolore, ancora più grande, per la guerra che purtroppo non ha ancora avuto fine. 


mercoledì 7 settembre 2011

Te lamenti ma che te lamenti?


Siamo nati per lamentarci,
vero o no?
Ha fatto un caldo atroce per mesi e al primo giorno di pioggia c'era già chi imprecava per il maltempo. Lo confesso: ero io! È che hanno aperto il cantiere della casa nuova e adesso ogni giorno di pioggia è un giorno perso di lavoro... Ma potrei anche non lamentarmi perchè, a ben guardare, non ho lo sfratto e non abito sotto un ponte. 



Lo stesso vale per il lavoro: chi non ce l'ha giustamente si lamenta. Io che ce l'ho mi lamento lo stesso, anche se farei meglio di no, nel rispetto di chi non ce l'ha.
Lavoro tanto. Ma tanto tanto. "Troppo!" direbbero quasi tutti, credo. A parte i folli che lavorano con me; che lavorano anche di più perchè non hanno la fortuna di avere tre figli sotto i tre anni da accudire alla sera. Pensate che ieri abbiamo scioperato. Però, siccome si protestava contro i tagli al sociale, non abbiamo voluto chiudere i servizi (Comunità e Centri Diurni) per non “accanirci” anche noi contro le persone che già subiranno i tagli. Per cui qualcuno è andato in piazza, gli altri, in meno, hanno fatto tutto il resto. Aggratis! Cioè: sia i piazzaioli che quelli che hanno garantito il servizio hanno deciso di rinunciare allo stipendio per solidarietà. E non c'è un capo che ha deciso, lo abbiamo deciso tutti assieme (quasi) all'unanimità (chi non ha aderito allo sciopero avrà la sua paga).
Va be, non volevo dire questo, volevo dire che sono leggermente stanco. Siccome sono stanco divago copiosamente. Capita.
Nessuno di quelli che lavora con me legge il blog (quasi nessuno di quelli che conosco, a dire il vero) per cui posso scrivere serenamente che vorrei lavorare a part time.
Io sono tarato sul part time. I giorni che faccio 6 ore combino di più di quelli in cui lavoro 12, Silver è felice perchè trova la cena, Mari-chan non ricerca la mia attenzione facendo il macaco, dopo tre giorni di fila i gemelli mi riconoscono.
Una moglie in carriera ed un padre part-time che segua i figli... si può fare?
Una volta ho fatto un conto: se lavorassi come psicologo potrei guadagnare gli stessi soldi lavorando metà. 
Perchè non ho fatto lo psicologo? Perchè inizialmente mi sembrava più bello restare qui, a cambiare il mondo. Poi non è facile trovare qualcuno che ti paghi per fare lo psicologo. Forse spero ancora che si possa cambiarlo questo mondo. Forse è sufficiente che i gemelli dormano la prossima notte. 

intanto vi segnalo questo link, se vi va di dare un'occhiata.

lunedì 5 settembre 2011

La storia di Biancaneve (tutorial per raccontare le fiabe)


Le fiabe possono farti uscire di testa. Lo dico a mo' di premessa.
Sapete qual'è la teoria delle favole, no? Un tempo c'erano molte più fiabe di adesso. Però i bimbi volevano farsi raccontare sempre le stesse (immagino a seconda delle latitudini e longitudini) e, tramandandole di generazione in generazione per via orale, un po' alla volta sono rimaste solo le più conosciute. Poi sono arrivati i Grimm, Perrault, Andersen, antesignani degli scrittori “copia-incolla da internet” ed hanno organizzato il tutto.
Penso che, a poterla recuperare, la versione originale, l'embrione di partenza della fiaba, risulterebbe molto diversa da quella che c'è arrivata. 



Per cui io non mi faccio particolari problemi a cambiarle.
Lo consiglio a tutti i genitori. I figli si divertono un sacco e voi guadagnerete in salute e prevenzione della demenza senile (che ripetere sempre le stesse cose non fa mica bene)
Ultimamente a casa nostra tira la Biancaneve e i sette nani
Nella mia versione la matrigna è una Milf ricchissima ma in evidente stato carenza di manico.
Biancaneve è Bianky una sciacquetta che fa gli occhi dolci al cacciatore, il quale cacciatore è proprio un tonto che non ci prova con nessuno: pazienza la minorenne, ma nemmeno con la Milfona della matrigna.
Comunque la Bianky rimane nella casetta nel bosco solo perchè è curiosa di scoprire se è valida la regola della L.
La Matrigna è assolutamente ignara delle regole del Marketing e comunicazione perchè per regalare la sua mela, invece di vestirsi da giovane rampante con il taileur, si cammuffa da vecchiaccia incartapecorita. Oltretutto, una volta riuscitaci, cosa fa? La uccide? No, la addormenta. Ma dico, già che c'eri cosa ti costava? Cercavi le attenuanti generiche?
E poi il Principe... No dico, il Principe. Un cretino vestito come Carla Fracci che si innamora di un cadavere. Parliamone: ma vermaente intere generazioni di ragazze sono sbroccate al pensiero che possa arrivare un individuo così a prenderle? 
Concludendo: i maschi ci fanno una figuraccia, a partire dal padre che, sfortunato a restare vedovo, per carità, si  sposa con questa stronza... è proprio vera quella del carro di buoi che tira meno... ecco.
In ogni caso la regola della L non vale, credo. Sennò perchè Bianky sarebbe andata col principe?

giovedì 1 settembre 2011

L'alba dell'anno dopo

Questo non è un vero post.
Solo che esattamente un anno fa, alle 10,29 nascevano Moe e Pee (nell'ordine). Allo stesso minuto. E, ad un anno di distanza, rimane l'unico punto in comune tra i due.



A seguire una breve lista dei commenti più "carini" delle persone che abbiamo incontrato in questo primo viaggio tutti assieme:

"Ma sono di sacchi diversi? Allora non sono gemelli!" (no, sono anche di padri diversi)
"Sono eterozigoti? Allora è come se non fossero gemelli" (venga lei signora a svegliarsi due volte a notte, allora)

"Sono proprio identici" (a parte gli occhi e i capelli di colore diverso ed il kilo e mezzo di differenza)

"Ma quando piange uno piange anche l'altro?"
"Ma secondo voi si sentono anche se non si parlano?" (e non sa i commenti che stanno facendo ora su di lei)

ma il masterpiece è in assoluto la frase che Silver ed io ci ripetiamo spesso, per buttare a ridere i momenti più duri (mi si perdoni il dialetto veneto ma in italiano perde la musicalità)

"Ah, cari! Tribolo de pi mi co uno" (trad. Cari amici, fatico molto di più io che ne ho solo uno) (ma vaffanculo, va!)

auguri ai miei ragazzi

(forse mi è venuto un po' acido ma non era intenzione... in realtà mi sto divertendo abbastanza a fare il padre)