martedì 1 luglio 2014

Waiting for Summer, his pastures to change


Siamo tutti un po' giardinieri, nostro malgrado, anche se non sempre conosciamo di che tipo siano le sementi che si sono state affidate. E quindi non sappiamo bene quale sia il terreno giusto, se vogliano la luce o l'ombra, se gradiscano tanta acqua o poca. Andiamo un po' a tentativi, un po' facendoci aiutare, anche se magari gli altri non avevano i semi uguali ai nostri.

E ci viene l'ansia se non cresce in fretta e ancora di più se una volta cresciuto c'è una foglia secca.

Li ho piantati ed ora vediamo cosa viene”, dice mio suocero ogni volta che non è sicuro del risultato, e poi, con premura ed attenzione, cerca di trovare le vie di mezzo, fino a quando non ci capisce qualcosa di più e allora diventa più preciso, più specifico.

Io credo di non essere un buon giardiniere, nemmeno in senso figurato (di non esserlo in senso letterale ho la certezza): semino un sacco ma poi non è che sono sempre bravo a starci dietro.

Prendete questo post, ad esempio, che son tre giorni che l'ho iniziato e poi la pausa pranzo finisce e lo lascio lì ed il giorno dopo non mi piace più e lo cambio quasi tutto.

Ieri ascoltavo James Taylor e pensavo a due persone care che non ci sono più e mi veniva da piangere in macchina, come uno scemo. Così ho preso la Vespa e mi canto la canzone a memoria: “Deep greens and blues are the colors I choose. Won't you let me go down in my dreams”, le lacrime scendevano uguale, ma potevo sempre far finta che fosse l'aria negli occhi.

E credo sia quello che mi fa essere un pessimo giardiniere: troppe cose, troppe emozioni, troppi investimenti affettivi.

Eppure mio suocero ha tante piante ed un orto che sfamerebbe il Burkina Faso e riesce a stare dietro a tutto. Eh, ma lui è bravo, c'ha il pollice verde. Poi lui mica ha tante altre passioni: ne ha coltivata una (bene, pure quella).

Invece io pianto tanti semi e poi mi dimentico di dare l'acqua, di togliere il seccume, di raccogliere quando è ora. E se mi ricordo magari non c'ho voglia e poi sto andando dietro ad un'altra nuova passione.

Qualche tempo fa sono passato al cimitero, non ci vado spesso, sebbene non manchino i motivi per farlo; a tradimento mi ha notato la tomba di Franco, il mio vecchio maestro di chitarra. Se n'è andato prestino anche lui, in fretta, pure.

Non era un vero maestro di musica, ma aveva tanta passione e suonava bene (ed io non ho ancora capito come riuscisse a far sentire così tanto la chitarra senza amplificarla mantenendo anche un tocco lieve).

Insomma, un giorno mio padre o mio zio gli hanno chiesto se avesse avuto voglia di insegnare a noi ragazzini a suonare la chitarra. Lui ci portò in un piccolo negozio che non c'è più e comprammo tre chitarre uguali da pochi soldi. Ci sono ragazzini che cantano nel coro oggi che neppure sanno come si chiamava, ma è lui che ha innescato quella reazione a catena, quel pomeriggio di primavera, in un piccolo negozio di periferia. E non ha mai avuto un euro in cambio. C'è solo una statuetta di bronzo con un cowboy che suona la chitarra sopra la sua lapide. Ecco credo che lui per quel seme sia stato un buon giardiniere.

E non so perché tu sia finito in questo post, caro Franco, avrei voluto avere parole migliori per te ma ultimamente va così. Ed io spero che ti arrivi almeno la mia voce, mentre cerco invano di sovrastare il rumore della Vespa e la malinconia cantando con improbabile accento veneto una canzone di James Taylor che, ora che ci penso, non ti ho mai neppure chiesto se ti piacesse.

12 commenti:

  1. Bello questo post.
    Casca a fagiolo in questo periodo in cui ogni giorno faccio un piantino per Luis, che era il mio capo ma non era un "datore di lavoro", ma una persona straordinaria che mi ha insegnato tanto, e se n'è andato talmente in fretta che chi mi chiede di lui al telefono riceve la notizia e piangiamo tutti, omoni maturi che mi si mettono a piangere al telefono e ricordi che corrono attraverso una cornetta.
    Scusa per lo sfogo.

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    1. Non scusarti, se non ci si sfoga qui... un abbraccio!

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  2. bello tutto. Anche il commento di Mafalda.
    Anch'io ho un sacco di passioni , e disperdo molto il mio poco talento ...
    Però rispondo così a chi mi chiede "suoni da quarant'anni e sei ancora così tecnicamente indietro ? " " si, ma io mi sono goduto il viaggio..."

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    1. Bravissimo, ottima risposta! E godiamocelo sto viaggio, che poi magari la meta non è tutto sto granché.

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  3. Gran bel post.
    Te lo dico da non dotato di pollice verde. ;)

    Bella anche l'immagine delle lacrime su James Taylor.

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  4. Come mi pungola questo post . La saccoccia piena di semi sconosciuti. E la sensazione precisa di stare sprecando tutto quanto.

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    1. No, non preoccuparti, dai. Già essere positivi aiuta a partire con il piede giusto.

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  5. davvero un bel post, che dire... credo che le passioni siano uno dei motori della nostra esistenza, non potremmo farne a meno, al di là di fare bene o male.

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    1. Grazie Ernest, concordo in pieno, senza passioni avremmo una vita vuota.

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  6. "Siamo tutti un po' giardinieri, nostro malgrado, anche se non sempre conosciamo di che tipo siano le sementi che si sono state affidate. E quindi non sappiamo bene quale sia il terreno giusto, se vogliano la luce o l'ombra, se gradiscano tanta acqua o poca."

    Parli per sé. Il suo problema è l'ignoranza, molto banalmente. Non conosce le caratteristiche di quello che semina e quindi non sa come starci dietro. È pieno di gente che si improvvisa a cazzo, con le piante come con gli umani, e non si prende la briga di andarsi a studiare le caratteristiche di ciò che accudisce. Probabilmente curerà male anche tutte le altre sue passioni. La chiamano superficialità. Ha effetti devastanti. In ogni campo.

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    1. Probabilmente! Chissà se riusciremo mai a scoprirlo.

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