Dice
il proverbio che chi si scotta con l'acqua calda ha paura anche di
quella fredda.
Qui
a Vicenza diciamo che chi è stato allagato dall'acqua alta ha paura
anche di quella bassa.
Non
che non sia alta, a dire il vero e, come potete notare dalla foto, fa
anche abbastanza impressione. E manca davvero un niente perché
raggiunga i livelli del 2010, quando allago gran parte della città e
un paio di paesetti del circondario, in uno dei quali c'è scappato
pure il morto.
Eppure
il fiume corre in città da secoli e fino a quel tragico primo di
Novembre nessuno aveva mai gridato allarme per nulla. Si guardava
questo biscione d'acqua strisciare per le vie del centro, qualcuno
passava le notti a svuotare le cantine, papà veniva buttato giù di
notte dal prete dell'oratorio dove si trova la “sua” piscina per
andare a tamponare l'acqua che allagava la sala macchine, costruita
praticamente dentro all'argine del Bacchiglione, non una gran pensata
architettonica, con il senno di poi.
Adesso,
anche giustamente, se volete, ci si sta più attenti, così papà non
va più neppure a letto, per non farsi buttare giù nel pieno della
notte e probabilmente così faranno anche tutti gli abitanti del
quartiere lì attorno.
Il
problema è che ogni volta che piove per due giorni scatta la
“Sindrome di Studio Aperto”.
Sui
social network (ormai sono la principale fonte d'informazione anche
per i giornalisti) è tutto un allarme. C'è chi ha addirittura
aperto siti di meteorologia amatoriale dove spiega in toni belli
caldi il rischio ora per ora.
C'è
anche un sito del comune dove mettono il livello del fiume in tempo
reale. Che io mi immagino il pensionato che si piazza davanti allo
schermo e attende l'aggiornamento: è sceso di dieci centimetri, no,
ora è salito... da perderci la testa.
Sul
Ponte degli Angeli, dove ci sono le telecamere fisse ed è un posto
facile da raggiungere dalle troupe mettono i sacchi di sabbia modello
trincea, arriva l'esercito con i mezzi anfibi, ci si fa una cultura
sulle uniformi di tutte le principali divise dei vari corpi
operativi, mancano giusto i cavalli di Frisia e pare di stare in
guerra. Il tutto dà l'idea che si sia pronti a tamponare il colpo, a
reagire prontamente all'emergenza.,
A
Ponte Pusterla, invece, deserto assoluto. Un po' perché è
strettino, un po' perché non si saprebbe dove parcheggiare i mezzi,
un po' perché l'altra volta è lì che ha esondato, hai visto mai
che prendendo le precauzioni dove servono si finisca per andare con i
“pie in moja”.
Poi,
sarà che è prossima la campagna elettorale, ma ho letto in giro che
ci sono anche assessori di paesi dove al massimo passano delle
roggette innocue che fanno le ronde per capire lo stato di allerta
della rete idrica.
No,
ma dico, stiamo scherzando? Giusto per far allarmare anche un povero
nonnino che fino a lì era felice che il primo corso d'acqua degno di
questo nome fosse a 5 km. Ma vogliamo far aumentare la spesa pubblica
di ansiolitici?
Dai,
cerchiamo di concentrare l'allarme dove serve assieme alle misure di
sicurezza. Non è garantito che siano posti vicini alle telecamere o
connessi ad internet
La sindorme da Studio Aperto: il freddo si chiama "vortice artico", la pioggia "bombe d'acqua" e le buche nelle strade (causate dalle bombe d'acqua, ovvio) sono sempre "voragini" :-)
RispondiEliminaE vogliamo parlare della genialata del caldo (o freddo) percepito versus quello misurato?
EliminaQua a Genova e in particolare nel mio quartiere, Marassi, si convive ormai con gli allerta dopo l'ultima alluvione.
RispondiEliminaE' una situazione insostenibile ma come sempre il problema dopo le elezioni viene dimenticao
Qui non critico l'allerta, che ci può stare, quanto il fatto che a volte pare ci sia più voglia di farsi notare che di fare davvero qualche cosa
EliminaQui da noi è stata chiusa l'intera città per un giorno. Per carità tutto sensato. Noi del comune accanto invece non abbiamo avuto nessuna allerta. Incontravo per strada altri genitori che mi dicevano: hai preso i bimbi a scuola? il fiume ha esondato a **. Io: quando? sono appena stata lì a vedere l'argine e non è esondato per niente, è semplicemente in golena...
RispondiEliminaCioè anziché andare a piedi al fiume, tutte le persone del mio paese si sono messe davanti alla Tv o a internet. Così noi che avevamo visto coi nostri occhi che tutto era tranquillo venivamo smentiti da quelli con la sindrome di cui parli tu...
(che poi se arriva l'estate sapete no che è tutto un "caldo africano"...)
E sarà sicuramente l'estate più calda degli ultimi 12 mesi
EliminaNon avevo fatto mente locale, effettivamente la piscina e il fiume sono a pochi metri di distanza! Suggestivo e inquietante allo stesso tempo.
RispondiEliminaNel 2010 Elisa era nata da una settimana e io non avevo lo smartphone per controllare l'andamento del meteo. Un altro pianeta :)
Anche io quella volta l'ho saputo a tarda serata. I gemelli erano appena nati e non si guardava la tv. Mio padre, per non disturbarmi, neppure mi aveva avvisato.
Eliminauè Gae, dal Corriere.it pare esondi a momenti, preparati!!!!
RispondiEliminaQuesto allarmismo sta rompendo le palle
EliminaVedi Gae, a volte leggo il tuo blog e ci trovo molte cose interessanti ma questa volta, permettimi di dirlo, ti sei inoltrato in questioni che mi pare di capire non essere di tua competenza, screditando il lavoro di chi fa il possibile (con mezzi e uomini ridotti) per ridurre al minimo i disagi di tutti. Innanzitutto diciamo che una volta non esistevano questi allarmi perché le precipitazioni erano meno abbondanti. I recenti dati dell’ultima allerta meteo, dicono che son caduti circa 175 mm di pioggia in 6 giorni, due volte e mezza quella che cade in un mese invernale (circa 70mm la media di febbraio) con conseguente messa alla prova di tutta la rete idrica. Le nostre “roggette”, hanno una portata d’acqua non da sottovalutare e avendo molti ponti da attraversare si rischia che, nel caso un ramo o del materiale di metta di traverso (cosa già successa), si possa creare un tappo con conseguente innalzamento del livello dell’acqua a monte. Inoltre, sempre le nostre “roggette”, fanno parte di un sistema idrico più ampio e se i grandi fiumi non ricevono, anche i più piccoli non riescono a far scorrere via velocemente l’acqua che gli arriva. Questi sono solo un paio degli aspetti che devono essere considerati, tanto per far capire che non si tratta di “allarmare” per divertimento, questo lo afferma solo chi non è a conoscenza che la Protezione Civile si è molto evoluta negli anni e non si lavora più solo per “l’emergenza” quando il disastro è avvenuto. Alla collettività costa molto meno se si lavora per la prevenzione. Per i non addetti ai lavori, è giusto che si sappia che esiste un Piano di Protezione Civile Comunale e un a Prefettura che coordina le emergenze a livello provinciale. La stessa Prefettura che, con una comunicazione del 3 febbraio ci avvisa che “Le SS.LL. valuteranno l'opportunità di attivare i Centri Operativi Comunali per il coordinamento delle operazioni di soccorso, quali la messa in sicurezza delle persone e dei beni che potrebbero essere interessati da eventuali esondazioni”. Le procedure vengono attivate quando c’è una potenziale situazione di pericolo in modo da essere pronti nel caso ci fosse qualche problema, non si può dare l’allarme quando la calamità si manifesta altrimenti, oltre ad avere danni e spese maggiori, si viene accusati (giustamente) di essere inetti e incapaci. Per quanto riguarda l’uso dei Social Network, ritengo che se ne possa fare anche un uso che va al di la del semplice utilizzo ludico, possono essere impiegati molto semplicemente per tenere informati gli abitanti sull’evolversi della situazione. D’altra parte anche le decine di telefonate che arrivano all’ufficio tecnico per capire la situazione dimostrano che le persone sono interessate a conoscere il reale pericolo e non quello “di cronaca” dei giornali, ed è compito del Comune (che risulta essere ancora l’istituzione più vicina al cittadino) cercare di tranquillizzarli. (continua)
RispondiElimina(continua) Io sono l’Assessore (o uno degli Assessori) che la notte fanno le ronde alle “roggette”. E sono lo stesso che un paio di anni fa, precisamente nel novembre 2012 (ovvero distante dalla campagna elettorale visto che sembra che il motivo del darsi da fare sia quello) ha passato una giornata con l’acqua sopra le ginocchia in quanto nel quartiere di via Adige – via Po, a pochi metri da casa tua, lo straripamento di una “roggetta” ha causato oltre 50 cm d’acqua nella zona con conseguenti allagamenti di case e scantinati. Ti assicuro che il divertimento è altra cosa.
RispondiEliminaVedi Gae, c’è chi fa per passione o professione l’Amministratore Locale, il Meteorologo, il Giornalista o l’Educatore ma penso che ognuno conosca la propria professione ed è quantomeno sconveniente parlare di argomenti che non si conoscono o si conoscono poco sparando sentenze che possono venire molto semplicemente respinte . Ma l’Italia è il Paese dove, quando gioca la nazionale di calcio, tutti diventano commissari tecnici o giocatori tanto poi, chi ha la responsabilità, sono altri. Questo per dire che non si dovrebbe cadere nel vortice della saccente tuttologia in quanto si rischia di parlare a vanvera, colpendo l’attenzione solamente chi non conosce l’argomento e sminuendo il lavoro di chi cerca, per lo meno, di darsi da fare per la collettività.
Per quanto riguarda i vecchietti che usano il computer, possono dormire tranquilli, nel Piano di Protezione Civile sono inseriti anche coloro che non sono autosufficienti nei movimenti e, in caso di allarme, saranno i primi ad essere soccorsi. Invece quelli che il computer non lo usano, possono partecipare a uno dei corsi che tengo da circa 3 anni (lontano dalla campagna elettorale) al Centro Anziani e dove si può imparare a scrivere una lettera, utilizzare internet e la posta elettronica.
Ti saluto senza rancore e spero tu comprenda la mia polemica ma, se vuoi, sarò felice di parlarne di fronte a una birretta (che naturalmente offrirai tu )…
Ci siamo chiariti di persona per cui credo che non serva stare qui a ripetere tutto.
EliminaMi preme soprattutto scusarmi con te, che giustamente ti sei sentito chiamato in causa perché ho messo in dubbio il tuo zelo e la tua passione.
Chiaramente no intendevo farlo ma è stato comunque un colpo basso da parte mia.
Come ti ho detto niente consigli per il futuro se non l'attenzione, di entrambi però, a cercare di spendere una parola in più o una in meno, a volte serve anche ridurre, per spiegare meglio le situazioni e non apparire come quelli che hanno solamente smania di visibilità o sputano sentenze a cazzo.
Avanzi comunque una birra.
E ripassa quando vuoi, anche a criticare...
Assolutamente senza rancore, fra noi non è mai successo. Purtroppo, come già detto, questi mezzi di comunicazione sono un pò freddi e non puoi capire espressioni e tonalità. Si legge e si trae delle conclusioni e non sempre sono corrette. Mi fa sempre piacere fare una chiacchierata con persone intelligenti e, fra l'altro, era da tempo che non ci sentivamo. Un abbraccio...
RispondiEliminaUna settimana di pioggia... sono venuti fuori anche i fossetti in certe zone... alla zona di pd è andata peggio, vicenza l'ha schivata... in piscina ci son stati danni?
RispondiEliminaNo, danni no, per fortuna. Dopo l'alluvione del 2010 in quella zona si sono attrezzati un po' tutti per evitare situazioni peggiori. Molta apprensione, qualche notte insonne e nulla più.
EliminaL'unica cosa che non capisco è perchè adesso la sindrome da Studio Aperto per possibili esondazioni non ancora avvenute, o per 20 cm di acqua a Roma, e 15 giorni fa appena nominata l'esondazione a Bastiglia e Bomporto (MO) con 1,5 mt e oltre di acqua, un morto e un sacco di danni alle famiglie (tutto quello che c'era ai piani terra è da buttare, così come le auto in un metro e mezzo di acqua) e alle aziende, alcune delle quali si erano trasferite in quei paesi dopo aver perso gli immobili e i macchinari nel terremoto del maggio 2012...che tristezza...
RispondiElimina