venerdì 26 agosto 2011

Papi-blues

Non trovate che il blues sia una cosa grandiosa? No? Nemmeno io, a dire la verità. Lo ascolto sempre volentieri ma fatico a dedicargli troppo tempo, ad un certo punto viene a noia.
Suonarlo è diverso, di solito ci si diverte a suonare il blues e, teoricamente, permette di fare molti live e poche prove se sei uno bello tosto (che però non è il mio caso)




Ma non volevo parlare di questo;
Ho scoperto di recente che il baby-blues non è la depressione post-partum ma (cito dalla cara vecchia zia Wiki): “è un disturbo frequente e transitorio dopo parto che associa inquietudine volta nei riguardi del neonato, irritabilità e umore depressivo di lieve intensità. Preannuncia talvolta l'inizio di una psicosi da puerperio”.
Vorrei dire che capita anche agli uomini. Per lo meno a me è capitato. 
Delle due l'una: o ha ragione A.L. la collega che sostiene che io non faccio testo perchè ho la sensibilità di una donna e che le dispiace che io non abbia l'utero per provare l'esperienza del parto o i papà, ancora una volta, non se li fila nessuno.
Non sono qui a fare piagnistei, o a lamentare ingiustizie. Mi piacerebbe capire perchè la cosa non viene sviscerata sul versante maschile. 
Mi sono dato tre risposte: 
La prima risposta è sociale: il maschio può reagire fuggendo e non è (ancora, spero) considerato un grosso problema. Se la mamma fugge si trova addosso gli occhi di tutti. E per fuga non intendo solo scappare di casa in senso stretto.
La seconda risposta è clinica. Forse nel maschio non si modificano gli ormoni o altre cose così.
La terza è che la ginecologia/ostetricia è una dei posti più sessisti che mi sia mai capitato di frequentare. Suggerirei uno slogan da scrivere sulla porta del reparto: “Il cazzo ha già fatto danni, resti fuori da questo corridoio”.
La mia esperienza, comunque è questa:
Quando è nata Maria, un po' sono andato in tilt. Non tanto e non esteriormente. Però ero leggermente in ansia al pensiero che tutto sarebbe inevitabilmente cambiato, ora, con un bebè. L'ansia mi ha accompagnato durante la degenza in ospedale di Silver, mi ha lasciato un attimo quando Mari-chan ha visto il mondo fuori dall'auto (lo so che i bimbi non vedono così lontano, ma sembrava curiosa di guardare fuori), mi ha ripreso lo stomaco un attimo dopo. Era sabato. Poi domenica è arrivata, chissà da dove, la pasta all'acqua. In un centinaio di scomode buste campioncino. Silver (genio) ha recuperato un barattolino di crema vecchio, l'ha lavato e mi ha detto: “Svuota tutte le bustine in questo barattolo che poi è più comodo utilizzarla”. È così, con le mani sporche di pasta bianca, che ho smesso di pensare di esser diventato un padre e lo sono diventato.

15 commenti:

  1. Bellissimo finale, Gae.
    Hai "suonato" alla grande.

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  2. Beh, IlMioAmore usa solo la pasta all'acqua: se non c'è, borbotta a tutto spiano :)
    A parte gli scherzi, è verissimo, a voi non vi caga nessuno, eppure i figli vi cambiano la vita tanto quanto a noi, se non di più, perché noi abbiamo avuto due cuori che battono nel nostro corpo per lungo tempo, e questo un po' aiuta ad abituarsi all'idea...

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  3. Anche cantarlo è più divertente, il blues... ;)

    Sono perfettamente d'accordo sulle tue tre risposte... e bellissimo finale, in cui si capisce tutta la poeticità anche dell'essere papà. :)

    "You don't know what love is until you've learned the meaning of the blues..." ;)

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  4. Credo che alcune ostetriche lo slogan che hai detto tu ce l'abbiano scritto sulla fronte!

    Hai ragione, i papà non se li fila nessuno però è anche vero che hanno più possibilità di "fuga" senza essere accusati di nulla.

    Ancora oggi che son grandi (una inizia la scuola a settembre e l'altra l'ultimo anno di asilo) ci sono amiche di mia madre che, se mi incontrano (che mi sto divertendo al supermercato) senza figlie mi chiedono "da sola? e le bambine???" se rispondo "a scuola" passi... ma se rispondo "sono col papà" la reazione è "ahh" e lo sguardo è lo stesso con cui guarderebbero la madre di Cogne!

    Riguardo al blues non so un granchè, ma ho letto la biografia di Billie Holiday "la signora canta il blues"
    te lo consiglio

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  5. Più che da ostetrica è da moglie, la frase =D.
    Però come ti capisco, per il tilt...!

    Susibita

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  6. @ Ford: grazie

    @ Mafalda: a me è servita per tenere la mente occupata e adesso l'odore mi ricorda quel momento di passaggio. E prima non sapevo nemmeno cosa fosse.

    @ Vince: Until you’ve loved a love you've had to lose
    You don't know what love is. E grazie per i complimenti

    @ Monica: Grazie del consiglio

    @ Susibita: Eh! Ehm! Cof Cof!

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  7. di blues non capisco molto, ma per il resto quoto Mafalda1980...e con il secondo non cambia..bella la frase della ginecologia/ostetricia!Pensa che la pensavano così anche i miei medici, entrambi uomini...

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  8. Ahahah, lo slogan... :)
    Trovo stranissimo che il problema del baby-blues non venga ampiamente trattato anche dal punto di vista maschile, specie dopo che ci hanno ripetuto N volte che "l'uomo è più debole della donna", "la donna sa affrontare prove incredibilmente difficili, sia fisicamente che mentalmente", ecc... dunque, se l'uomo viene ritenuto più "debole", perché non facilitargli la vita e dargli qualche indicazione di massima??
    Forse perché si pensa che il padre tenda a passare molto meno tempo della madre in compagnia dei figli... eppure io conosco coppie nelle quali il padre spedisce la moglie a letto a riposare, per approfittare della sua assenza e potersi spupazzare i nanetti. E di tempo con loro, non ne passa assolutamente poco. ;)

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  9. Io credo fortemente al baby blues dei padri. Bimbi che piangono, che non si capisce cosa vogliono, attaccati perennemente a quello che dovrebbe essere l'oggetto delle "sue" fantasie erotiche. L'oggetto delle sue fantasie erotiche che pensa solo a quale sia la posizione + comoda per allattare...
    no, a Paul non é ancora passato ...

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  10. @ Corie: oh! My Dear! Un abbraccio a Paul, allora

    @ Pri: confermo: l'uomo è più debole

    @ New: si si, anche i medici di reparto entrano nel vortice.

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  11. Se posso spezzare una lancia (o un'arancia) in favore della ginecologia/ostetricia, trovo davvero che al 90% i padri in sala parto diano noia e basta, e soprattutto che si trovino lì controvoglia. Cioè visto che tutti assistono alla nascita dei propri figli, è un must sociale cui non si possono sottrarre, ma cui si sottrarrebbero ben volentieri. E in questo senso, se fossero aiutati a starne fuori senza essere mal giudicati (in primis dalle loro partner), tutto filerebbe meglio. Oltre a questo, poi, sì, anche loro sono scombussolati dall'arrivo di un figlio, anche se non devono subire quel fottuto calo ormonale che io ricordo come l'unico motivo per non fare un altro figlio. E comunque deve essere difficile vedere che la donna che prima si dedicava a te in maniera incondizionata, adesso si dedica solo al mostriciattolo. Per questo io dico: non abituiamoli a troppi vizi prima, sti uomini!!! ;-)

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  12. Pellon: ecco la ginecologa! Il mio è un blog bipartizan ;-)

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  13. Ciao Gae! Il mio blog per un po' sarà privato... Ma se hai voglia di continuare a seguirmi segnalami un indirizzo mail a cui posso mandarti l'invito. :)

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  14. Io veramente non sarei ginecologa...:-) Forse sarebbe stato meglio, avrei fatto più soldi, ma no...

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  15. A no? Chissà perchè l'avevo evinto da alcune battute sul tuo blog sulla sala parto... Non capisco proprio mai niente al volo, mannaggia

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