giovedì 30 giugno 2016

Caro Anticalcio

Caro Anticalcio,
ti scrivo queste righe, sperando di trovare il tuo favore e senza alcun intento polemico.
Dunque, premetto: a me il calcio piace. L'ho giocato per un sacco di tempo da ragazzino e poi anche da più grande, fino a quando mi sono trovato la morosa. Non è che lei mi abbia fatto mollare il calcio, ma ero talmente scarso che non valeva la pena rubarle del tempo per stare a scaldare panchine di campi di periferia.
Nonostante il calcio continui a piacermi non riesco a seguirlo più di tanto. Vale un po' per tutti gli sport che mi piacciono, in particolare per il ciclismo: dopo le varie vicende di calciopoli, doping e cose così mi sono rotto di divertirmi con il retrogusto di sospetto.
Mondiali, Europei e Olimpiadi, però, continuano ad appassionarmi perché non è solo sport: c'è una dimensione folk che mi fa tornare bambino. I colori delle maglie, gli inni nazionali... insomma, non mi lasciano insensibile.

Fine della premessa.

Ora: tu sei Anticalcio ma paradossalmente ho avuto la certezza che c'erano gli europei leggendo un tuo messaggio su facebook. C'era un astronauta sulla luna con una didascalia "Nemmeno da qui si coglie l'enormità del cazzo che me ne frega degli Europei".
Ed io ho fatto il conto che l'ultima volta ero al mare, nel tal appartamento del tal villaggio e si, era il 2012 "Eh si, è ora di Europei".

Poi, tu sei Anticalcio e invece io qualche partita la guardo ma non riesco a vederne più di una al giorno, soprattutto quando giocano alle tre del pomeriggio, ma anche alle sei di sera. Soprattutto se non hai Sky, come me.
Però io, che il calcio quando posso lo seguo, non mi preoccupo, perché so che basta aprire un social network qualsiasi e tu hai già scritto: "Grande Islanda, non come l'Italia".
Certo, perché a quel punto se c'è un sogno condivisibile il problema non è più il calcio ma chi lo gioca. Tra i biondobarbuti della terra dei ghiacci, belli come dei norreni, giocatori part-time sottopagati e i fighetti italiani ricoperti di veline e tatuaggi, pure io sarei in crisi, al momento di tifare.
Però sempre di calcio stiamo parlando, e probabilmente qualche Thor da area di rigore il prossimo anno scucirà un contratto milionario a qualche club inglese, con buona pace del mito del boscaiolo che si allena facendo ripetute schivando i gheiser.

Ma questo distoglie dal nostro ragionamento, caro Anticalcio; il succo del discorso è uno solo: se non ti piace il calcio non lo guardare.
A me piace ma l'unica cosa che ho postato è stata una foto di spalle dei miei figli che giocavano sul prato invece che guardare la partita. Ha ricevuto un sacco di like perché è piaciuto agli Anticalcio, che pensavano che i miei figli fossero fighi perché non guardavano l'Italia e ai Procalcio, che hanno pensato guarda che patrioti (Jack ha la maglia di Cannavaro).
Ma giuro che non posto più nulla, per rispetto a te, Anticalcio.
Meglio se smetti anche tu. Oppure continua ma cerca di essere divertente. L'ironia fa bene a chi la legge e a chi la scrive, il livore invece fa male a tutti.
Se non segui il calcio ce ne faremo una ragione. Guarda che non parlo in astratto: mia moglie, mentre suonava l'inno di Mameli prima della partita con il Belgio, mi ha chiesto se è molto che Baggio non gioca più. Nonostante questo la amo.
Per fortuna lei non ha facebook, sennò toccherebbe indirizzare questa lettera pure a lei. 


2 commenti:

  1. Io amo il calcio, o meglio quello che vecchi di calcio. Ci sono ancora dentro al mondo del calcio come allenatore, andavo allo stadio ma da quando è cambiato non ci vado più, ho anche meno tempo devo essere sincero. Vorrei tornarci e prima o poi portarci anche mia figlia... ma la vedo molto difficile
    un saluto

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  2. Caro Gae, ancora una volta siamo d'accordo, ma so che già lo sai.
    Dal Baggio non gioca più - purtroppo - al bello di giocare e seguire questo sport senza pensare troppo ai milioni o a quello che aspetta gli islandesi il prossimo anno.
    Per il momento, mi godo il momento.
    E questi Europei.
    E il calcio.

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