martedì 14 giugno 2016

Je suis ou peut-être pas

In America lo sai che i coccodrilli vengono fuori dalla doccia cantava Samuele Bersani e, mi vien da dire, non è neppure la cosa peggiore che capita in America.
Ad esempio chiunque, anche persone con qualche problemuccio psichico, possono recuperare un fucile mitragliatore ed entrare senza problemi ovunque a fare una strage.
Banale dirlo, quasi qualunquista, direi.
Infatti è successo anche in Francia, no?
A conti fatti non credo che le stragi di camorra e mafia vengano fatte con armi acquistate al negozio di caccia e pesca.
Ma non parliamo d'armi, che mi mette ansia.
Parliamo di Orlando però e vi spiego perché: io non sono uno che si tiene tanto informato, non in modo sistematico, almeno.
Non guardo i tg e non leggo i giornali a meno che qualcuno non mi segnali qualche articolo. Sono una vera capra.
Però passo spesso su facebook e twitter e lì capita di leggere un sacco di cose linkate. Mica sempre sono articoli da pulitzer, ma dopo un po' si affina la capacità.
Mi ha sempre colpito molto, ad esempio, il cordoglio prêt-à-porter dei social networks: muore Dalla? Tutto il giorno a postare canzoni di Dalla. Muore Bowie? Giù di Under Pressure fino a sera, che altre canzoni dove c'è Bowie non te le ricordi o forse non le hai mai sapute.
E fino a qui niente di male.
Poi c'è l'attentato a Charlie Hebdo. Je suis Charlie anche se sono un pelino beceri einfondoselasonounpo'cercataperòlaviolenzamai.
Poi gli attentati di Parigi ed è un fiorire di app per fare i nostri bei faccini bianco rossi e bleu.
E anche fino a qui, niente di male. Emotivo, tenero, ma niente di male.
E, ma Orlando? 
"I'm Orlando" non suona bene?
Cosa ci potevamo mettere?
Ah, erano omosessuali? Ah beh, allora! 
"Mamma, Papà! Sono gay?"
È poco rispettoso?

Io non ho mai cambiato la mia immagine del profilo; un po' perché sono pigro, un po' perché sono bastian contrario. Un po' perché è una cazzata, dai. Almeno mi tolgo dall'imbarazzo di non averlo fatto questa volta. Poi penso che alla fine qui figli lì lasciano ai genitori un dolore uguale a quello di Valeria Solesin, morta negli attentati di Parigi. E allora, appena ho un secondo, vado a cambiare il mio status: Mamma, Papà, sono gay.

6 commenti:

  1. Quando sono andato in vacanza in Florida, ho passato una serata in un locale gay di Miami (ad agosto la vita notturna è scarsa, e quello era l'unico con un po' di movimento).
    Per me era un locale come un altro, e sinceramente mi sentivo piuttosto a mio agio. C'erano tanti ragazzi tranquilli, mediamente più belli e curati della norma, e l'atmosfera era piacevole.

    Pensare che un povero scemo (da come ho capito probabilmente gay lui stesso, ma incapace di ammetterlo), abbia potuto rovinare un posto simile, poco distante da quello, mi addolora davvero.
    Ci rifletto, ci ragiono, magari penso a come potrò aiutare nel mio piccolo il ripetersi di episodi del genere... ma di mettere bandiere colorate sui miei profili proprio non ci penso.

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    1. Ti dirò che alla fine non l'ho messa neppure io.

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  2. UN POST DAVVERO CONDIVISIBILE GRAZIE SANDRA

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  3. Dopo la notizia che un alligatore ad Orlando ha trascinato via un bambino di due anni nel laghetto del resort di Disneyland il tuo incipit è davvero agghiacciante. Non per colpa tua, ovviamente, ma per quanto è incredibile la realtà...

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    1. Dio mio! Ho visto la notizia dopo aver scritto il post. Terribile

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