giovedì 20 novembre 2014

Il giro di Do (di stomaco)

Ieri sentivo una gag su un programma radio che parlava del "giro di Do".
Chiunque sappia strimpellare quattro accordi, sicuramente sa cos'è il "giro di Do", semplicemente perché è la prima cosa che ti insegnano quando ti mettono in mano la chitarra.
Almeno una volta era la prima cosa che ti insegnavano.
Il fatto che una quantità smodata dei brani '60, '70 sia costruita sul giro di Do, fa pensare che molti musicisti pop e rock di quegli anni non fosse andata molto oltre le prime lezioni di chitarra. Altro che X-Factor.
Ma non divaghiamo!
La gag radiofonica, per l'appunto, asseriva che il giro di Do sia adattabile ad ogni canzone. Ben di più, rilancio io: è adattabile a qualsiasi situazione della vita.
Infatti, appena arrivato a casa, trovo Silver e Jack in piena crisi gastrica.
Nel week end era toccato a Pee e la settimana prima a Mary.
Proprio un giro, insomma. Il famoso giro di Do di stomaco.
Con i tempi che corrono, stressati al bisogno (in veneto "al bisogno" significa "quanto basta" o anche "tanto") un giorno di malattia non è neppure visto male, dalle nostre parti. Quasi come un giorno di ferie. Tanto che ci si prende proprio ferie, nella maggioranza dei casi, perché l'influenza dura giusto un giorno e mezzo, ma se vai dal medico ti lascia a casa fino a Natale e non è proprio il caso.
A casa nostra ci siamo sempre malati poco, a dire il vero ma vale comunque la pena avere alcuni accorgimenti.
Se avete figli, cercate di ammalarvi quando è passata a loro. La pace della casa, il silenzio che di solito non c'è, è particolarmente apprezzabile.
Silver su questo è un disastro e becca sempre la simultanea con uno o più figli. E non sono mica di quelli sempre a casa con la febbre, eh? Uno o due giorni massimo all'anno.
Forse non dovrei scriverlo che pare che me la voglio chiamare.
Io invece sono un grandissimo paraculo: da quando ho figli mi sono malato due volte, sempre in solitaria.
Un'occasione unica di riassaporare la pizza pasta in bianco sul divano, con dvd impegnato tamarro, in mutande con copertina sulle gambe.
Insomma a finire il giro manco solo io.
A questo punto potrei farmi un week end di merda (di solito a me prende di là) oppure tener duro (è proprio il caso di dirlo) fino a domenica e cedere lunedì, giorno di solito bello pieno, al lavoro.
E allora si che sarebbe un capolavoro, come Stand by me, Il cielo in una stanza e Grazie Roma.

4 commenti:

  1. Vero, non bisogna dirlo perché uno se le tira addosso...
    Ma un lunedì passato sotto le coperte, finendo di guardare tutte le serie TV arretrate e senza nessun altro in casa... un po' ci vorrebbe :P

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  2. Complimenti, 'sto titolo è un capolavoro.

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    1. Grazie. So che non elargisce complimenti a vanvera, per cui sono ancora più graditi

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