venerdì 31 gennaio 2014

Quando cucina lui #liberericette


Niente, mi spiace, mia moglie ha tirato pacco!

È abbastanza internazionale “tirare il pacco”, come espressione, vero?

In realtà, vi raccontavo, che mi sono preso tardi, poi io non è che sia proprio un asso della programmazione dei post... al massimo carico la sera che appaia al mattino, senza neppure stare lì a contare bene le ore...


Ma questo non c'entra, Silver ha un problema di lavoro ed io mi trovo da solo ad organizzare la ricetta. Però mangiare bisogna e quindi, quando vedi girare il tuo pizzaiolo di fiducia in Lexus, ti viene il dubbio che forse è il caso di iniziare ad imparare qualche fondamentale della cucina di sussistenza.

A dire il vero, da figlio di madre lavoratrice, dopo la morte di nonna (avevo 14 anni, per completezza di informazione), se alla sera volevo mangiare mi dovevo necessariamente organizzare. Il motto di mamma, infatti, che lavorava sotto casa, era: “Co xè pronto ciama” (quando è pronto chiama).

I primi tempi te la cavi con il prosciutto ed altri insaccati. Poi evolvi e passi ai surgelati: sofficini, bastoncini, panatine. Tutto rigorosamente fritto.

A 20 anni andai a donare il sangue e trovarono le transaminasi in zona Uefa (all'epoca in Coppa dei campioni ci andava solo la prima in classifica). Alla domanda “Mangi spesso fritti o insaccati?” capii che era il momento di andare a scoprire il mondo.

Ma non perdiamoci d'animo, ok... c'è una cena da preparare.

Se non siete di quelli che fanno la spesa programmando il menù settimanale, non stoccate viveri in congelatore per tutto l'inverno e non vi piace o non avete tempo andare “in botega” tutti i giorni, premuratevi almeno di avere sempre in casa quelle due o tre cose da sfoderare alla bisogna: i cubetti di pancetta, un cartone di panna da cucina, la passata di pomodoro, la pasta. A proposito ho esagerato con l'ordine della pasta del gruppo d'acquisto ed ora ne abbiamo in ogni dove, sembra la casa di Fantozzi quando la pina si innamora del panettiere.

Fatevi guidare dall regola d'oro “Queo che non sòfega ingrassa”



Ricetta:

Oggi vi propongo una cazzatina che probabilmente farà rizzare i peli agli amici di Roma e dintorni ma che qui è poco conosciuta nonostante sia facile da fare ed i bimbi la adorino: la pasta “Cacio e pepe”.

Quindi, amici romani, turatevi il naso, mentre gli altri che non la conoscono aprano ben le orecchie.

Intanto, se avete bimbetti sui due/tre anni, vi consiglio vivamente di farglielo pronunciare: sono impagabilmente pucciosi quando dicono “caciepeppe”

Ingredienti:

Pecorino romano: un bel po' (per 5 persone io riempio mezza scodella da colazione di pecorino grattuggiato). Non so se si possa fare anche con il pecorino tradizionale... se provate io declino ogni responsabilità. 
Comunque il pecorino romano lo si trova anche già grattuggiato nei supermercati vicentini.  

Pepe: poco o tanto, dipende se vi piace piccante. “Che beca” diciamo noi.

Pasta: quanta ne magnate? Fate voi. Che tipo di pasta? Chennesò, siamo in emergenza, non stiamo a fare i preziosi, ok?

Fate bollire l'acqua e buttate la pasta. Mentre cuoce, con un cucchiaio, prendete dell'acqua di cottura e versatela sul pecorino. Piano, un cucchiao alla volta, e mescolate. Deve diventare una specie di crema.

Quando ha una consistenza morbida (che poi che cazzo vorrà dire?) mettete un po' di pepe. Io poi il pepe lo metto pure in tavola perché a Pee e a me piacciono i gusti forti, agli altri tre è già troppo piccante nominarglielo.

Buon appetito e, come diceva un mio amico “Anche oggi ci è passata la paura di morire senza mangiare.

Le storie sono per chi le ascolta, le ricette per chi le mangia. Questa ricetta la regalo a chi legge. Non è di mia proprietà, è solo parte della mia quotidianità: per questo la lascio liberamente andare per il web”

Perché bisognava aderire a #liberericette anche se non ho nulla di memorabile da consigliare? Perché è collegata ad un'iniziativa benefica in favore del Centro Astalli

Sono le dosi che mi fregano 



Se non ne avete a sufficienza di leggermi oggi mi trovate anche qui

16 commenti:

  1. Pancetta, panna, ma Dio bono tu sempre roba grassa eh! Ahhhh sospirone.
    Magari cacio e pepe la farò, sempre sentita nominare, e mai mai assaggiate, nè a Roma nè fuori. Bacione Sandra che come sai è a dieta, potrei liberare una ricetta dietetica. Mi spiace per i problemi di lavoro di Silver

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    1. No, ma io non mangio quasi mai quelle cose: dicevo di tenerne in casa per le emergenze ;)

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    1. Eh, pure io. Solo che vorrei vivere ancora qualche annetto ;)

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  3. Bono caciepeppe!
    (Solo un'obiezione: lo scenario è lo stesso di quando cucina LEI, qui da me...)

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  4. Viola Emi da Twitter consiglia pasta lunga per il cacio e pepe. Ops, se mi avessero chiesto di indovinare avrei sparato maccheroni ;)

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  5. mai fatta! e "Le storie sono per chi le ascolta, le ricette per chi le mangia" me la imparo a memoria! super super gnam

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  6. Pensi, di tutte le schifezze che ha elencato ho solo la pasta. Mi scusi, devo fuggire, c'è un tanfo insopportabile di formaggio, qui.

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  7. Non sarà come la vera ricetta (forse).... mi sembra sfiziosa.... mi blocca un pò il pecorino.... ma magari la provo.

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    1. No no... È proprio così la ricetta originale, anche se, come per il ragù, ci sono varie versioni

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  8. Forse ho perso un pezzo: la quantità della foto esattamente per quante persone è? Non eravate 2 adulti e 3 bambini in famiglia?

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  9. Minchia! Ma che c'hai la cucina industriale? E pure le pentole! Oppure è la mensa dell'esercito.

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  10. Ah ah, ho fotografato le pentole della cucina al lavoro... facciamo circa 400 pasti al giorno ;)

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