giovedì 23 gennaio 2014

R.I.P. Carlo


Per la prima volta nella mia vita, giuro, ho capito cosa passa nella testa di chi, quando muore qualcuno, cambia la propria immagine del profilo su facebook.

Ieri sera ho saputo che è morto Carlo Mazzacurati, regista padovano, forse il mio cineasta preferito per quello che riguarda la produzione italiana degli ultimi 20 anni.

Che poi, preferito. Le preferenze dipendono dallo stato d'animo, non dal regista. Ma io non ho mai trovato nulla nella produzione di Mazzacurati che mi facesse cambiare canale.

Credo dipendesse da quella capacità di raccontare il Veneto, con le sue miserie e i suoi tic, senza però tralasciare anche le cose belle, quelle che ci fanno comunque rimanere qui, a guardare le montagne ed anche il mare, nonostante le zone industriali infinite e i vari Porti Marghera disseminati qua e là. 
Il fascino cadente della laguna a Pellestrina, il mesto piattume del Polesine, la Vicenza che c'è sempre meno de "Il prete bello".  
E poi i personaggi: gli emarginati perché perdenti, perché incapaci di essere all'altezza di un mondo che cambia senza aspettare nessuno: il timido muratore di "Vesna va veloce", il Cristo obeso de "La Passione", i tristi antieroi Willy e Alain Delon de "La lingua del Santo".  

Un amore per la sua terra che lo aveva spinto a tornarci, lasciando Roma e le sue opportunità. 

Mi sono sempre chiesto se i suoi lavori fossero amati anche altrove.

Oggi non ha importanza.

Chiaramente non ho messo la sua foto sul profilo; sono pigro e comunque non credo che lui avrebbe gradito. Riposa in pace. 
Spero che lassù qualcuno apprezzi il tuo amaro senso dell'umorismo e sennò porta pazienza, qualcuno arriverà. 
 

Quando uscirò di prigione andrò da Patrizia, ho un sacco di cose da dirle, se mi vorrà ascoltare. Sennò pazienza, le dirò a qualcun altra. È così bello il mondo se lo guardi negli occhi di una donna”.

9 commenti:

  1. Mi è dispiaciuto. Lo conoscevo poco come regista, lo ammetto.E' stato però presidente della Cineteca di Bologna ed ha fatto tanto. Per questo lo ricorderò con affetto.RIP

    RispondiElimina
  2. Un peccato, avrebbe potuto ancora dire molto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ne sono convinto anch'io. Non era particolarmente prolifico, dava l'idea di uno che mostrava solo quando ne valesse davvero la pena.

      Elimina
  3. Mi è dispiaciuto davvero tanto. Un regista che sapeva dipingere la realtà come pochi.
    RIP

    RispondiElimina
  4. Del bellissimo "La lingua del santo" ricordo soprattutto un Fabrizio Bentivoglio incredibilmente bravo a parlare con l'accento veneto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. È vero, l'accento veneto non è quasi mai reso bene, soprattutto perché si tende ad enfatizzare la parte più grezza e meno quella musicale. Bentivoglio ha dimostrato di essere un bravissimo professionista, in questo film.

      Elimina
  5. Abbiamo perso un grande. Mi spiace sinceramente.

    RispondiElimina
  6. La lingua del santo, film culto del dr che si rivede nei due ladri da strapazzo…

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il dr ne capisce, è uno dei miei film preferiti ;)

      Elimina

Scrivi quello che vuoi, in questo blog non si censura un ca##@