martedì 21 gennaio 2014

Lazzaro '14


In quel tempo Gesù andò a trovare il suo amico Lazzaro e lo trovò morto. Affranto dalla notizia si recò al sepolcro dove trovò una folla radunata. C'erano tutti: le sorelle Maria e Marta, i loro mariti, i figli, i cugini di primo grado con i figli e le mogli, gli amici del calcetto, i colleghi di lavoro, i compagni della band.
Nessuno piangeva, tutti avevano preso atto che Lazzaro era morto e, anche se non era vecchio, pareva che fosse tutto molto normale.
C'era qualcosa che non andava, in tutto questo, Gesù, pure onniscente, non se lo riusciva a spiegare.
Era come se tutti aspettassero il miracolo, come se credessero davvero che Lazzaro potesse tornare in vita e cercavano un momento per stare con il povero Lazzaro portando ciò che pensavano amasse di più: la band aveva collegato i microfoni e aveva messo una cassa dentro al sepolcro e stavano suonando un bluesaccio minore molto coinvolgente tra gli sbuffi e i malumori degli astanti che non vedevano l'ora che si togliessero dai coglioni. La squadra di calcetto, in pantaloncini e calzettoni lunghi, improvvisò un “torello” lì, davanti al pietrone della tomba tirandoci anche qualche sonora pallonata per far sentire a Lazzaro che era ancora uno di loro. I figli, ed i figli dei figli ed i figli dei loro figli (se non scrivi questa frase non ti accreditano la fonte biblica) si intrufolavano nel sepolcro passando davanti alla fila, stavano dentro parecchio tempo, senza luce l'iphone non fa ste gran foto, e poi la connessione non prendeva bene e per mettere la foto sul profilo facebook ci vuole una vita.
Le mogli degli amici, che in vita lo avevano sempre criticato perché organizzava un sacco di serate portando via di casa quei debosciati dei loro compagni, gli carezzavano le mani e sussurravano parole dolci all'orecchio.
I colleghi di lavoro lo aggiornavano su quanto era successo in officina, e sul capo che era ogni giorno più stronzo e, adesso che non poteva prendersela più con Lazzaro, se la prendeva di più con gli altri. Lo dicevano piano perché il capo era lì che aspettava di abbracciare il defunto.
Alla fine tutti se ne andarono. Gesù rimase solo sul sagrato davanti al sepolcro. “Bei tempi, quando i miracoli li chiedevano a me. Ora tutti lo aspettano e nessuno lo chiede, pare solo che sperino che avvenga mentre sono nei paragi”. Ma poi Gesù disse che pensare male è un peccato e non sta bene che il figlio di Dio lo faccia.
Così entrò dall'amico Lazzaro e non lo tocco, in vita era una persona molto riservata e non gli piaceva essere baciato e toccato. “Senti amico mio, non credo molleranno l'osso facilmente, io quasi quasi ti resuscito, se vuoi”. E così fece. E se ne andò prima di capire le intenzioni dell'amico (che il libero arbitrio non si discute mica).
Capì solo il giorno dopo, leggendo un giornale che citava la bacheca Facebook di un cugino di quarto grado: “Lazzaro è risorto, noi ci abbiamo sempre creduto”.


15 commenti:

  1. Niente male davvero.
    Voglio altre "rivisitazioni". :)

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    1. Mah, sai... in realtà è la rielaborazione di un fatto di cronaca... mi sarebbe piaciuto vedere Gesù cosa avrebbe fatto..

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  2. ...e in 14412 cliccarono su Mi piace!
    :-)

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  3. Sul vangelo di Saramago Gesù non lo resuscita per non dargli il dolore di morire un'altra volta! Il che peraltro ha un suo senso cogente.

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    1. In effetti anche il nostro Lazzaro si è risvegliato e già qualcuno si chiede se sia stata la cosa migliore... ci lamentiamo dei miracoli come della qualità di una maglia acquistata con i saldi

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    1. Cronaca familiare che è diventata cronaca locale. Il passaggio tra i due livelli è stata la fonte di ispirazione ;)

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  5. Per quanto ne so, un cugino di primo grado (il figlio di uno zio, per dire) è parente del IV grado. I suoi figli sono parenti del VI grado. Oltre il sesto grado non esiste parentela. Quindi il cugino di quarto grado ce l'ha solo lei, è bene che lo sappia.

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    1. Guardi vorrei dirle che ho capito ma mentirei. Grazie comunque per averci provato.

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    2. http://it.wikipedia.org/wiki/Parentela

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