venerdì 28 ottobre 2011

Le 12 Fatiche di Babbofix (part 1)


Disclaimer: questo post parla molto poco di paternità

Sono sommerso dalle pratiche. Ma mica al lavoro, nooo, nella vita! 
Prendiamo un esempio a caso: il trasloco (ho parlato qualche volta del fatto che abbiamo traslocato?). Di per se il trasloco è un'esperienza divertente... (?!?)
Il problema sono le pratiche burocratiche. Sembra quell'episodio delle 12 fatiche di Asterix dove i nostri eroi vengono spediti di ufficio in ufficio a cercare una risposta che nessuno è in grado di dare. 

Pratica n° 1: il cambio di residenza. Il cambio di residenza è un casino se per qualche mese ti fai ospitare dai nonni. In ben due comuni c'hanno sconsigliato di formalizzare il cambio per così poco tempo e di aspettare il trasferimento nella nuova casa. Si ma le tasse? E se si va a votare? Come lo esercito il mio dovere di cittadino? Mi hanno guardato come se fossi un alieno. Mah!
Senonchè siamo senza fissa dimora. Per entrare meglio nella parte sto leggendo un libro sulla cultura Rom e Sinti.
Di per se la cosa non crea particolare problemi. Però c'è il censimento... vaccabò!
Non ho ancora deciso cosa fare, si accettano consigli.

Pratica n° 2: la chiusura delle utenze. La chiusura delle utenze è un dedalo intricatissimo di call-center, uffici, carte da compilare e rispedire, bollettini postali e fotocopie di carte di identità (scaduta, oltretutto... in che comune la rinnovo?). Nella maggioranza dei casi vale la pena fare il subentro.
Il subentro è una pratica che manco a Guantanamo. Per farti subentrare devi fornire tutti i dati possibili: numero di fornitura, indirizzo, nome cognome, orientamento sessuale, cibo preferito, religione, gruppo sanguineo, se fai uso di droga (se si quale?).
Fortunatamente me la segue il truzzo dell'agenzia immobiliare (in realtà segue l'acquirente). Ieri mi chiama e mi dice:”Serve una tua firma per il subentro del GAS, se vuoi faccio uno scarabocchio io”. Nooo!!!
Ma l'utenza migliore da chiudere è ad oggi quella telefonica: quella che è tutta intorno a te ma che in particolare ti sta proprio dietro e, se fossi in te, non abbasserei troppo i pantaloni. Per qualsiasi pratica chiama i call center o consulta il sito. Buona la seconda. Che ti dice di chiamare il call center. Che non sanno nulla. Ma nulla.
Mi son fatto l'idea che l'assistente telefonica sia una sbarbina neolaureata (povera) che cerca su internet le informazioni che tu già non hai trovato su internet. Infatti se la chiami con il pc collegato al sito, puoi vedere passo passo quello che ti sta leggendo. Così ho ripiegato su un tecnico dei punti vendita che qualche dritta me l'ha data: o paghi la penale o paghi qualche mese per niente. Ecco, le ho abbassate troppo....
(continua...)

p.s. Massimo rispetto per i poveri operatori del call center... non volevo essere offensivo. Sapete, sono quello che non riaggancia mai quando mi chiamate, anche se lo fate alle 9 di sera che sto addormentando Pee... sono con voi, ragazzi

martedì 25 ottobre 2011

Amici, romani, concittadini

Qualcuno mi ha segnalato problemi di visualizzazione del mio blog.  Ancora?
E ora? ... e adesso?
A me non succede, nemmeno da altri computer
dicetemi

venerdì 21 ottobre 2011

2011 Odissea tra le spezie


Di per se tre figli piccoli sono già un bel passatempo, non servirebbe nemmeno il lavoro a tempo pieno per arrivare stanchi a sera. Il trasloco è stato il carico da 11 anche se, tutto sommato e ad essere onesti, la nuova sistemazione è molto più che dignitosa e decisamente comoda dal punto di vista gestionale (Un esempio a caso: mi scappa da cagare, mamma, me li guardi un secondo?)
La cosa che rimpiango di più dell'appartamentino non è gli Aristogatti, che Mari-chan ama ricordare come una cosa che si faceva nella casa vecchia e ora non si può più (l'ha deciso lei). 
È il minimarket davanti all'ingresso del condominio. Era della misura giusta, ne piccolo ne grande. Non spostava mai le cose. Riuscivo a fare la lista della spesa in armonia con l'ordine degli scaffali. 
Ora ci sono due supermarket belli forniti più o meno equidistanti, uno a nord e l'altro ad ovest. 


 
Il riferimento va dato rigorosamente con i punti cardinali perchè una bussola è l'unica chance che avete di uscirne. Sabato vado in quello più nuovo. È gestito da tal Grosta (simpatica locuzione dialettale che significa Crosta) e, a dispetto del soprannome del capo, è bello e ben fornito. Solo che io non ci sono abituato e mi sono perso. Stessa cosa martedì in quell'altro, nonostante ci andassi anche anni fa, prima di sposarmi. 
Più o meno accade così: entro, ho la lista in mano. C'è la frutta e la verdura. Ok, uguale. Leggo sul foglio biscotti... no, non li vedo, forse provo con la carne, uff è laggiù! Il laaaattteee no, zioccaro era prima torno indietro, il grana eccolo. Il pane, ziolan la fila, prendo quello confezionato dov'è. Ah, no, magari dopo, uh le merendine, le prendo anche se non sono scritte, dicevo il prosciutto... l'avevo visto, ah, si, torno indietro di due corsie. Uff uff. Yogurt yogurt yogurt... dove cazzo è, in teoria vicino al latte, no. Dall'altra parte. Fagioli. Uh! Si , puff puff. Carta igienica, shampoo, pannolini, plasmon, bibite, spruss per i vetri, formaggio.... 45 minuti netti. 3 km e 800 metri a piedi. Comprato un sacco di schifezzuole pochissimo salutari e dimenticato il latte. Me lo presti Mammaaaaa! (dicevo appunto che è comoda, la nuova sistemazione)


lunedì 17 ottobre 2011

Little men walking


Breaking news! I gemelli camminano. Entrambi!
La notizia è corsa veloce tra le mura di casa e per i 9,6 km che dividono l'attuale residenza invernale dei principini e la casa dei nonni “lontani”. Il dato sembra ora consolidato dopo che, a 11 mesi, il Moe aveva mosso i primi passi abbastanza sicuri per poi regredire inspiegabilmente, farsi superare dal Pee (che trotterella già da un paio di settimane), esibirsi in un fuoco fatuo una sera della settimana scorsa e “partire” definitivamente questo week end.
Ora i commenti sono vari e meriterebbero un'analisi accurata. 
Ma tutto sommato, chi ce lo fa fare? 
Meglio un po' di sano qualunquismo alla comevieneviene.
Gli ansiosi dicono: adesso si che viene il bello, hai finito di stare tranquillo, devi seguirli passo passo.
I pigri: è una benedizione, in braccio iniziano a pesare.
I fatalisti: anche se hai cento occhi quello che deve capitare capita.
Le guide alpine: li porto in giro dove voglio io così imparano il comportamento corretto, eccetera eccetera.

Credo che la verità stia nel mezzo (ogni buon qualunquista deve saper usare le frasi fatte a cazzo).
Personalmente sono contento, perchè Moe pesa quasi 12 kg che per la sua età è tantissimo. E poi mica sta fermo: si dimena, mena (ha un affettività modello piccolo australopiteco: a clavate), stringe (non immaginate il dolore quando strizza i capezzoli). Meglio vederli tutti e tre trotterellando.
Ieri, mentre Mari-chan dormiva e Silver stirava ci siamo concessi la prima domenica tra maschi di casa a giocare a pallone. 
Hanno riso come dei pazzi per mezz'ora nel cercare di calciare il pallone. 
Alla fine erano talmente stufi che non stavano in piedi, sembrava il tuffo sotto la curva del glorioso Vicenza di Guidolin. 
Anche io ho avuto il fiatone fino a sera, ulteriore prova dell'urgenza di una ripresa in mano della mia situazione fisica. 
Comunque è vero che i pericoli sono sempre in agguato. Sabato Pee è saltato fuori dalla culla, dio solo sa come! Illeso.
Fortunatamente abbiamo un nuovo alleato: la Peggy Sue. 



La Peggy Sue è un Bovaro del Bernese femmina che è nata lo stesso giorno dei gemelli. È il cane dei miei. In tre settimane è già capitato almeno tre volte che abbia bloccato le fughe del Pee (sempre il più discolo).Lo segue, lo fa sedere e gli si accovaccia davanti.
Se qualcuno cerca il cane adatto a stare con i bambini non pensateci due volte.
Silver, che ha sempre odiato i cani, la usa anche come aspirapolvere: quando i pargoli hanno finito di mangiare il pavimento sembra reduce dal passaggio dell'Uragano Irene. Fai entrare Peggy ed in un biz pulisce tutto. (Poi dateci di lisoformio che la Peggy c'ha un alito che piega le rotaie del treno)

mercoledì 12 ottobre 2011

Inserimento


Sono nel bel mezzo dell'inserimento al nido di Pee e Moe (si l'ho fatto io). So che questo particolare fa aumentare le mie quotazioni presso il genere femminile e lo cito apposta.
Comunque non voglio creare false speranze tra le mie ammiratrici e preferisco fare delle considerazioni psico-pedagogiche sull'utilità del percorso di inserimento in qualsiasi scuola di ordine e grado. Citando alcuni importanti autori di cui non ricordo il nome, ma tanto non li conoscereste, direi che l'inserimento è una pratica che ha preso piede negli ultimi anni ma che, in buona sostanza, non serve ad una beneamata minchia.
Intendiamoci: non voglio fare il campione* che dice che “ai miei tempi ci lasciavano là e tanti saluti”. Al massimo potrei dire che ai miei tempi c'erano le suore, scorbutiche e con i baffi, e ora invece le bellefigheire delle maestre. Ma questo non centrerebbe nulla. 

Il nostro nido prevede un inserimento di 3 settimane. Diconsi tre.
Tre settimane dove il tuo posto di lavoro è seriamente a rischio perchè, naturalmente, gli orari sono sempre gradevolmente scelti ad hoc per fottervi l'intera mattina. Si inizia con un'ora. Poi due, poi due e mezza, poi tre, poi aggiungiamo il pranzo, poi aggiungiamo il sonnellino, poi facciamo tutto al contrario, a testa in giù, giocolando con i tre figli in aria come clavette.
Tutti i passaggi per tre giorni ciascuno.
Per fare l'inserimento al nido o sei una desperate housewife o, come me, chiedi dispensa per servizio militare, o per editto papale, o ti iscrivi alla CIGL che non si sa mai.
Fortunatamente lavorare praticamente con sole donne aiuta a ricevere una certa comprensione.
Detto questo torno a dire: non serve a niente, sto inserimento.
Pee, dopo un quarto d'ora del primo giorno si era già scordato di me e ci provava con una compagna (questo ragazzo mi preoccupa, a che età è opportuno affrontare il punto sulla contraccenzione?). Moe dope tre giorni era ancora incollato ai miei pantaloni. All'alba del quarto giorno la maestra mi fa: a sto punto è meglio se te ne vai. Cosa che, visti i risultati, avrei potuto fare già il secondo giorno (volevo dire il primo, ma concediamogli il beneficio del dubbio). E poi non è più cambiato nulla: Moe piange ogni mattina ma si calma appena me ne vado. Nonostante questo il programma va rispettato...
Quindi il percorso è ancora lungo ma da domani proseguono le nonne (che dio o suo delegato le conservi sempre in salute)

Chiudendo una nota di folklore: nell'elenco dei siti di riferimento che portano al mio blog ho trovato un sito porno. Chissà come c'è finito. In ogni caso non lo conoscevo... c'è sempre un aspetto positivo.
I miei parenti ed amici hanno scoperto il blog (finora clandestino). Chissà se la risposta alla domanda precedente risiede in questa seconda considerazione. 

* nella cultura contemporanea dei paesi pedemontani della provincia alto vicentina il campione è quello che Benni definirebbe come "tennico": colui che sa tutto di qualsiasi argomento ed ha una parola buona per tutti.

mercoledì 5 ottobre 2011

Vuoi un cartone? (tutorial)


Prendo spunto dalla bellissima Blog war di questa settimana proposta dai miei amici virtuali Ford e CannibalKid per raccontare la mia avventura nel mondo dei Cartoons.
In parte un po' lo aveva già fatto in passato ma ora mi sento pronto per l'evoluzione del percorso. Infatti, se ai tempi di Aristocaz, il governo della programmazione era pienamente in mano a Mari-chan, complice anche un nostro sostanziale disinteresse per la programmazione televisiva e la scarsità di tempo per guardare dignitosamente un film, oltre che, ammettiamolo, il fatto che se la cucciola maggiore sta lì buona mezz'oretta si riesce a preparare qualcosa di commestibile per tutti, ora... il governo della programmazione è ancora in mano a Mari-.chan.
Eppero il papi è furbo, oltre che psicologo e un po' cantante e sempre meno chitarrista. 



Ed il papà ha sviluppato una tecnica che permette a tutta la famiglia di cambiare l'antifona dopo che, alla ennesima visione, i titoli d'ingresso fanno da sottofondo al rumore delle palle che si infrangono sul pavimento.
Breve premessa. Prima c'erano gli Aristogatti. Visti e rivisti, anche in tedesco (che non parlo), una volta, per rompere la monotonia. Poi un mesetto di DVD dell'asilo con Povia e Cristina D'Avena sadicamente messi nella colonna sonora (ma vi rendete conto?). Poi Anastasia ed Il Principe d'Egitto, intervallati raramente da Ponyo (solo dai nonni materni se piove), Biancaneve e Il Re Leone (con la canzone “Ha una patata”).
Mari-chan raramente vede un film intero: quasi sempre si accontenta di un pezzetto, spesso è una canzone.
Ed è proprio la canzone la chiave di volta che ci permette di intervenire.
In sostanza inizio in modo subliminale a proporre il pezzo cantandolo nelle ninne nanne o nei momenti di relax; è necessario impararlo bene perchè ti sgamano. Quando Silver aveva iniziato a proporre “Quando viene dicembre” io non la sapevo ancora. Dopo un po' Mari-chan si è rotta dei miei “na na na na na na na dicembre” e mi ha detto: “Papà i cavalli, papà!” Così è diventata “na na na cavalli na na dicembre” ma anche lì è durata poco.
Comunque, una volta che inizia ad affezionarsi fatte un giro su e-mule i-tunes e scaricate comprate la traccia che vi interessa. Ascoltatela nei tragitti in macchina.
Poi, quatti quatti, dite: “Vuoi che la ASCOLTIAMO anche in tv dopo?”
Ed il gioco e fatto.
Imparerete un sacco di belle canzoni.
Io sto cercando già di capitalizzare l'investimento: sto corrompendo mio fratello e mio cognato per creare un super gruppo musicale di sole cover di cartoons. Secondo me ai festini dell'asilo si spopola. Saremo i re delle Milf.