venerdì 18 novembre 2011

De rerum paesi (cronache vulgari)


Anno domini MMXI
In codesti giorni, in cui breve è il meriggio ed il clima si confà al riscaldar i propri corpi in pennuta trapunta, due historie colpiscon mente e cuore di chi narra forse perchè il calore suo corporeo s'è trovato in settimana a superar la quota del trentotto. 
Colpiscon invero per la crudezza del modo circostante che, pur in avverse circostanze, non rinuncia a dar mostra del lato suo pejore.
Non trattasi del Monti scalar le vette di governo e nemmanco della guerra finanziaria e di nomenclatura sua astrusa..
Penso invece che a final di settimana accadrà nel mio villaggio un evento nominato Music Festival sottotitolato senza alcun pudore: la tua occasione per diventar famoso. Faraonica organizzazione, tutto gratis per cantanti ballerini e spettatori. Cos'è che di questa iniziativa il mio cuor fatica a tollerare? Forse le tardo adolescenti, ormai culone, che il povero palcoscenico con i loro salti mettono in apprensione? Forse i bimbetti che scimmiottano quegli altri che, scotti come il riso in televisione, scimmiottan a loro volta i big della canzone?
No, senz'altro. Due cose mi fanno schiumar la bocca e l'ano: la prima è che si tramandi alle nuove generazioni l'idea che per brillare non serva farsi il culo ma un colpo di fortuna. La seconda che in periodo di così misere finanze, si decida di buttare palanche per far cantar ragazzi che, a ben guardare, si saprebbero certamente accontentare anche di più umile settaggio, se il risparmio fosse dedicato a coetanei o nonni in situazione di maggior svantaggio.

Secondo raccontino non meno interessante:
Penso ad una amica che, in procinto di lasciar il proprio marito e padre dei tre figli, si senta accusar da vegli e giovini di esser donna di poca sopportazione. Che considerar l'ipotesi del portar pazienza fosse, da madre di tre bimbi, un suo dovere. E che sia un capriccio tutto moderno il considerar un grave oltraggio che lui attualmente con diversa topa si sollazzi.
Che la crisi del matrimonio possa non esser imputata al sol corniglio, in coscienza, ai vegli lo concedo. Ma qual madre sarebbe fiera con i suoi figli di aver lasciato al padre, poveretto, lo spazio per pucciar ovunque il suo biscotto?

In questi pensieri si perde la mia mente in un freddo venerdì ancor convalescente.
E non sarà un linguaggio colto o un poema destinato ad esser longevo: voleva essere un augurio che finisca presto il medioevo.

17 commenti:

  1. Niente male questo stile medioevale, Gae.
    Molto apprezzato in questi che paiono proprio Secoli Bui.

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  2. intanto ti arrivino i miei sentiti auguri.
    E tutti insiem si lavori, perchè passino i secoli bui..

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  3. Ma guarda qui che bravo bardo
    delle umane genti a raccontar
    senza tema né riguardo
    le più misere viltà...

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  4. Mi garba questo stile, chissà che con la rima la detestata febbre sparisca quanto prima.

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  5. A commentar in rima non son bravo
    ma anche io condivido dubbi su questo arcano.
    Parità dei sessi vogliamo
    e ancora in taluni modi le donne giudichiamo..
    La felicità di una donna non importa a nessuno
    basta che il marito non metta incinta alcuno.
    Evviva le donne e la loro voglia di felicità
    e speriamo che almeno loro sian capaci di cambiare queso mondo quà..

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  6. Ragazzi ho liberato le bestie poetiche che sono in voi... bravi cazzarola. Mi sento una merda perchè il mio non è nemmeno in rima. La prossima volta mi impegno di più.

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  7. eheh, stavo giusto chiedendomi se nel buffo google translator avessero aggiunto il medievalese... :)

    però "schiumar la bocca e l'ano" non è medievale, è geniale! :D

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  8. Ohibò, dimenticavo, parlando di quel vile,
    mi offro per pigliarlo a colpi di badile.

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  9. @ zio: per come funziona google translator questa potrebbe essere una traduzione dall'inglese ;)

    @ mafalda: mi sa che trovi la fila

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  10. Non me ne parlare: ho provato a far fare un piccolo giro del mondo alla strofa centrale della mia ultima poesia, e mi è tornata indietro non solo stravolta e irriconoscibile, ma addirittura coi significati ribaltati. Ti dico solo la più gustosa:
    "Il martello grigio
    Ti schiaccerà"
    è diventato
    "Martello grigio
    rotto"

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  11. Medioevo tecnologico, ci siamo immersi fino al collo. Branca, branca, branca ...

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  12. ... Eheheh... grande, Gae! Bellissimo post, spassosissimo e che fa riflettere! :)
    Anch'io su "schiumar la bocca e l'ano" sono morto... ahahah... :D

    Comunque... c'è qualcuno che oggi dice che siamo nel "Mediaevo" (cfr. M. Morcellini); valla a capire, poi, la reale differenza, al giorno d'oggi, con il Medioevo.
    Saremo, come dice qualcuno sopra, in un "Medioevo tecnologico"?!?

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  13. mi piace questo post! dà un tono "alto" anche alla mesta storia del tradimento ;-)))

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  14. A calci nel culo, lo deve mollare (che io son poco aulica ma assai pragmatica).

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  15. @ pellons: già mollato, per questo la gente ne dice male

    @ economista: grazie

    @ Vince e Alligatore: proprio così, mi sa che la tecnologia non segna proprio la differenza fra ora ed il medioevo

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  16. Le tue riflessioni erano già belle di loro, ma dette così.... sono affascinanti! dopo aver letto questo, capisco che il "seguimi se non hai troppe aspettative e non ti spaventano gli errori di grammatica" è falso come i soldi del monopoli!!!!! sei più astuto del demonio ;)

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  17. Barbara,magari. Sono sempre stato un somaro...

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