Era il 26 agosto 1998.
Tre giorni prima avevo dato il primo bacio a quella che sarebbe diventata mia moglie.
Non c'erano i cellulari e chiamarsi era più complesso; mantenere una relazione clandestina pressoché impossibile. A meno di non concordare gli orari di chiamata e poi, all'allprossimarsi del tempo stabilito, fare la spola tra cucina e bagno come un anziano con la prostata infiammata in modo da passare "casualmente" davanti al telefono quando, infine, avrebbe suonato.
Con Silver era facile, tutto sommato: la sorella era già maritata ed in dolce attesa e i fratelli ancora troppo giovani per le lunghe telefonate. Quindi l'orario stabilito quello era e quello rimaneva.
Ma non il 26 agosto.
Sto studiando non mi ricordo cosa e mia mamma mi chiama: "C'è una che mi pare si chiami Luciana".
E adesso chi cazzo è Luciana?
"Ciao sono Silver: è nata Alessia"
Qualche tempo dopo con Silver ci spiegammo sul perché io fui così freddo nel recepire quel messaggio: un po' la chiamata inaspettata del pomeriggio, un po' Luciana, un po' il "cazzoadessomiamadrefaràmilledomande", un po' non avevo ancora fatto esercizio di vita di coppia, dove gli imprevisti e le sorprese sono moltiplicati per due.
Fatto sta che quel giorno diventaii zio, anche se era solo tre giorni che avevo baciato Silver e anche se, scaramanticamente, ho sempre preferito che mi chiamasse con il mio nome.
È bellissimo essere zii giovani è un'esperienza da provare. Sei quello che ti vizia, che ti porta alle giostre, ti chiama "bella ragazza" fin da quando hai un anno, che ti fa le sculture di palloncini, che ti insegna a suonare la chitarra, che ti regala i libri fichi.
Almeno fino a quando diventi zio vecchio, che non dipende dalla calvizie o dalla barba grigia, si sa, ma dall'arrivo dei figli tuoi; quando il compagno di giochi, a quel punto, diventano i cuginetti e tu, in quella dose di proibizionismo genitoriale che manifesti, perdi gran parte del tuo fascino e, verosimilmente, vieni archiviato nella cartella "Rompicoglioni adulti" in compagnia dei nonni, mamma e papà.
Invece tu, nipotona mia, di fascino ne hai acquistato ogni anno che è passato (ahimè così velocemente da essere scandaloso).
E oggi c'è la prima prova dell'esame che per fortuna non si chiama più di maturità perché, l'ho scoperto molto dopo, la maturità non si raggiunge mai (anche se ci vuole scienza, ci vuole costanza, cantava Guccini).
Altri consigli non ho da darti. A conti fatti sei diventata molto più brava di me.
In bocca al lupo, Bella Ragazza!
Grande pezzo, Gae.
RispondiEliminaTua nipote ne sarà felice. ;)
Nipote fortunata!
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