I figli crescono e non gliela racconti più.
Non riesci più a guardare un telegiornale senza che loro facciano domande. Non riesci nemmeno a scambiare una parola che sono lì, apparentemente distratti, a chiederti: "Chi?" "Chi è?" "Di chi parlate?".
E sospetto che la risposta "Uno che lavora con la mamma" tra un po' non sarà più sufficiente.
Va da sé che se si svegliano al mattino e vedono la tv aperta, cosa che non succede mai, già è un motivo di curiosità. Se poi ci sono immagini di macerie e le nostre facce sono preoccupate, figurati.
Però io il terremoto non lo so spiegare proprio.
L'ho provato poco, nel 2012, quella volta che è tremata l'Emilia e sono ballati i vetri anche qui. Che poi per giorni avevo un tuffo al cuore quando qualcuno faceva tremare il tavolo con le gambe.
E quel tuffo al cuore o l'hai provato o non l'hai provato. E, immagino, sia lo stesso con le crepe nei muri, i calcinacci che cadono e il non sapere se i tuoi cari, nella casa di fianco sono sotto o sopra il cumulo di macerie.
Quindi che gli spieghi?
Non so.
Magari gli racconto la solita vecchia storia, quella di nonna nel 1976, con mia mamma incinta di mio fratello che mi prese in braccio, avvolto in una coperta, e mi portò giù in strada. E là c'erano tutti.
Me l'ha raccontata così tante volte che quasi la ricordavo sul serio anche io.
E stamattina, quando ho letto la notizia, mi sono rivisto in braccio a mia madre, avvolto in una coperta fatta a mano, con mia nonna con il foulard nero in testa, ad aspettare che passasse il peggio, protagonista di un ricordo d'altri.
Quella storia non mi ha mai trasmesso paura. Chissà, magari funziona anche con loro.
i miei il terremoto lo han vissuto per fortuna senza troppi danni, solo una gran paura, nel 2012, abbiamo dormito in 4 nello stesso letto per un mesetto. Poi la paura se ne é andata, oggi han fatto qualche domanda, ma pare per il momento nulla di più, forse ho più il batticuore a dormire io di loro..
RispondiEliminaPenso sia inevitabile, l'infanzia a più risorse di noi.
EliminaEro piccolissima quando fummo terrorizzati dal terremoto in Irpinia. Poi ne ho sentiti altri, anche se meno intensi. Bisogna imparare a conviverci, l'Italia è un Paese a rischio. Bisogna imparare a prevenire i danni con strutture idonee e a reagire con accortezza e sangue freddo. Ne dobbiamo parlare con i nostri figli. È giusto parlarne, anche attraverso le esperienze come le tue.
RispondiEliminaKetty
La mia esperienza è piccola ed insignificante, per fortuna. Grazie della tua, invece.
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