lunedì 7 dicembre 2015

Pee mi amplifica

Pee amplifica le emozioni.
Se fosse un X-Man sarebbe questo il suo potere: farti impazzire con emozioni esagerate, più o meno come quel balletto di Giselle, dove gli spiriti delle giovani spose morte per amore costringono i giovani malcapitati a danzare fino alla morte.
Pee è intelligente, furbo, paraculo fino allo sfinimento. Riuscirebbe a far andare Gandhi fuori dai gangheri e poi farlo sentire in colpa. Sarebbe in grado di far bestemmiare San Francesco in chiesa ma anche di portare Re Erode a coccolare un neonato, in barba alla corona.

Pee si alza sempre per ultimo, ci mette una messa cantata in gregoriano a mangiare tre biscotti per colazione, riesce a bere mezzo bicchiere di latte con la cannuccia in mezz'ora pur dandoti l'idea di stare sempre succhiando.
E quando tu sei li che ti stanno prudendo le mani e già ti partirebbe lo scapaccione, lui si volta e ti guarda con quegli occhioni azzurri a metà strada tra il gatto di Shrek e Bambi e ti scioglie e il massimo che riesci a dirgli è: "Paraculo che non sei altro!"

Pee corre veloce; in un manuale sulla corsa alla pagina "Come impostare la corsa perfetta" potreste trovarci la sua foto. Un punto esclamativo leggermente inclinato in avanti. E lui corre, sempre! Dal divano al tavolo? Corre. Da letto al bagno? Corre.
Corre come se non ci fosse un domani. Nemmeno gli ostacoli lo fermano. Qualche volta l'ostacolo è uno dei fratelli e lui ci passa sopra, quasi senza accorgersene.
E salta e fa capriole a ripetizione, l'unica cosa su cui non teme il confronto con i fratelli. 
Pee prende le difese dei più fragili a scuola, difende dai bulletti i bambini "piccoli e medi" dice la maestra.E poi a casa nemmeno lo racconta, quasi che si vergogni di questa sua "debolezza".
Pee si accorge se gli altri stanno male, se hanno dei pensieri. Parte dal suo posto e gli si aggrappa addosso, per fargli una coccola, o per farlo ridere facendo l'imitazione di D3BO. Poi esagera, esasperando il consolato.
"Ma io volevo solo farlo ridere!" "Magari non aveva voglia di ridere" "Allora gli faccio un abbraccio" 
Così è Pee, il più sensibile dei miei figli. La sensibilità è difficile da maneggiare, vive molto più sereno chi non è sensibile. È ancora più difficile da educare.
Credo di non esserne capace.
Spero che la vita gli renda il ricordo di un padre che almeno ci ha provato. 

3 commenti:

  1. La sensibilità è una bestia difficile da gestire.
    Ma sono sicuro che un padre come te, per quello che conosco, si ricordi a vita.

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  2. sembra la descrizione di mia figlia. Uguale
    Solo che lei ha 9 anni e mezzo. Ma è ancora così, grazie al cielo!

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