Mi sono sognato un titolo per i vademecum (diciamo la verità, vademecum fa molto eighties). Tutorial è più era informatica, dà un tono (assolutamente falso) di professionalità... la mena meglio, insomma.
Unplugged è un po' il mio stato: sconnesso, di palo in frasca, frammentario...
Poi me la voglio tirare. Cazzo se la tirano tutti, perchè io no?
Un po' mi spiace non averci pensato prima; mi sa che mi sono bruciato già i pezzi migliori (spesa, pappa, ninnenanne)...
Ma veniamo a noi: la macchina
Parecchia gente ironizza sulla necessità di dover cambiare macchina quando arrivano i figli o, al contrario, se compri un monovolume, ti invita a riempirlo di bimbi.
Personalmente la trovo una cosa fastidiosa come i ricci nelle mutande. Un po' tutte queste frasi mi fanno mediamente incazzare e spesso non è facile resistere alla tentazione di una rispostaccia. “quandotilaurei?” “quandotisposi?” “aquandoilprimofiglio?” “aquandoilfratellino?” “nonhaivogliadiunafemminuccia?”. Tipi di risposta: (politically correct): Zia, sarai di sicuro la prima a saperlo!
La macchina, dicevo. Un paio di anni fa ho comperato con gli incentivi una C-max supervalutando la vecchia Panda di Silver. All'epoca, ignari del (non unico) frutto dell'amor ci sembrava prudente aver un po' di posto per un eventuale secondo figlio, non si sa mai!
Alla gemellare notizia (esposta la settimana scorsa) i pensieri sono stati nell'ordine:
- cazzo il contratto di Silver
- cazzo la casa piccola
- fiuuu la macchina ce l'abbiamo già
Non è comunque mancata qualche apprensione grazie ai gufi che giuravano che non sarebbe bastata. I gufi di solito sono quelli che alla notizia del primo figlio vanno dal concessionario SCANIA ad ordinare la nuova macchina.
Io, che sono bastian contrario da generazioni con tanto di pedigree, per onore (€) non avrei mai cambiato auto, a costo di fare due viaggi per portare in giro la famiglia.
Ho fatto così:
Quatto quatto sono andato da mio fratello e mi sono fatto prestare tutti i seggioloni che usava per la figlia. Un po' a forza sono riuscito a farli entrare nel sedile posteriore e, sempre un po' forzando a chiudere le porte. Ok! A suo tempo ne recuperiamo di leggermente più stretti ed il gioco è fatto.
Il passeggione: ho passato l'estate su internet a cercare il migliore. Trovato usato a Trento. Il proprietario mi fa:”Prova a vedere se ti sta in macchina, che altri due c'han provato e me l'han lasciato qua”. Ma allora è una congiura!
Invece ci sta, non largo ma ci sta. Per Maria recupero un passeggino ultraleggero e lo metto nello spazio tra i sedili (tanto i nanetti c'hanno le gambe corte)
La settimana scorsa ho superato la prova carico ferie: spazio tra i sedili riempito all'inverosimile, vestiti distribuiti in valigie piccole per farle stare nei buchi lasciati dal passeggione, dietro, caricare in altezza. Consiglio di partire sempre dalle cose più grandi e poi riempire i buchi. Sono un maestro jedi del carico-scarico (Silver mi affida anche lo stoccaggio nel freezer dei puffi che abbiamo in casa).
Tutti al mare. Certo io e Silver avevamo roba per due giorni, mica per quindici. Ma i piccoli cresceranno e col tempo non avranno più bisogno di tutti quei castighi a quattro ruote (oltre che di 4 cambi al giorno, due che metti che fa caldo caldo e due che metti se invece fa freddo freddo). L'alternativa è il suppostone sulla cappotta che però vi costerà un rene. E poi io sono legato al ricordo del portapacchi sulla A112 di papà: coperto col nylon che, per quanti legacci e cordini ci mettesse, riusciva sempre a liberare un lembo e accompagnarti per tutto il viaggio con il suo romantico:
frrrfrrrrrprrrrrrfrrrrrprrrrrrfrrrrrrpffrrsblatsblatpfrrrrpfrrrrpfrrrrfrrrrpfrrrrrpffrrrrrrrsblatslbat
vi segnalo questa campagna di Greenpeace che mi pare in tema (anche perchè, c'abbiamo anche una VW Polo).
E il mio link all'iniziativa (leggete e capite cos'è)