venerdì 6 dicembre 2013

Chiedilo ad una ragazza di 15 anni di età


tu chiedi chi erano i Beatles e lei ti risponderà... ...la ragazzina bellina col suo sguardo garbato, gli occhiali e con la vocina

Ma che cazzo di quindicenni conosce il mio omonimo leader degli Stadio?
Posto che ormai la ragazzina potrebbe essere prossima alla menopausa... no, forse esagero.
Io ho una nipote di 15 anni ed è oggettivamente carina (si coglie una somiglianza con la prima Kirsten Dunst, mica pizza e fichi), ma non ha la vocina, non ha lo sguardo garbato e non ha la treccina.
È un femenòn di quasi un metro e ottanta con una criniera di capelli biondi e crespi che non pettina praticamente mai.
Io le voglio un bene dell'anima. Arrivata prima che potessimo essere genitori (anche se i suoi sono, ad onor del vero, miei coetanei), è la bambina che abbiamo tutti viziato, la prima che abbiamo portato alle giostre, al cinema, in piscina. Quella per cui abbiamo imparato a scolpire i palloncini, a giocolare con le arance.
Mi fa un certo effetto che entri in casa mia senza bussare, saluti in modo un po' scontroso ma poi giochi con i piccoli e prima di uscire mi chieda se ho un libro da prestarle o qualche DVD fico.
Ancora più effetto mi fa che abbia iniziato a prestarmeli lei. Ha disegnato il titolo del mio blog, anche.

Ma non volevo parlare di mia nipote. Volevo parlare di Mandela.
Stamattina su facebook c'era un dibattito su quali saranno i Mandela dei nostri figli, che pare non ce ne siano.
Ma ho avuto un rigurgito di speranza e credo che non sia vero.
Pur ammettendo che i tempi erano diversi e la comunicazione un minimo meno immediata, credo che mio nonno non sapesse chi fosse Mandela.
Forse trent'anni fa non lo sapeva neppure mio padre.
Voglio dire: magari i Mandela di ora non ci vengono in mente, però ci sono. 
E allora mi sforzo e penso ad Aung San Suu Kyi (che ho scritto il nome quasi giusto al primo colpo), a Rigoberta Menchu, per dire quelle famose.
Penso a Suor Fausta, che mi ha insegnato all'asilo e che da trent'anni soffre in Guatemala.
Penso ai padri Gianni, Maurizio, John, Bruno e Mario che in Sierra Leone sono stati picchiati e torturati dai ribelli del RUF ed anche dai mercenari assoldati dal governo, ma sono rimasti lì, a prendersi la malaria, ad accorciare le messe per costruire pozzi nei villaggi e quando te lo raccontano, ancora gli scappa di far brillare gli occhi d'amore. 
 
Credo che il miglior omaggio che possiamo fare a Nelson Mandela sia ricordare ai nostri figli chi era. E raccontare anche che ce ne sono tanti, di Mandela, e che non tutti è necessario conoscere ma non per questo li dobbiamo dimenticare.
 
Buon viaggio Madiba

19 commenti:

  1. Bravo, sono d'accordo. Il maestro di mio figlio oggi ha spiegato loro chi fosse Mandela. E questo gli fa onore.
    Io ho una nipote di 17 anni che sta facendo il percorso della tua...e mi insegna ad usare facebook...E gli Stadio mi piacevano assai.

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    1. a me piacevano musicalmente. I testi così così.

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  2. Giustissimo, Mandela deve essere ricordato, ma accanto a lui vanno ricordate tutte quelle persone che ogni giorno sono disposte a dare la vita x garantire un mondo migliore agli altri.
    Bridigala

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  3. Bello 'sto post. Semplice, asciutto, senza fronzoli o retorica superflua. Gli autentici grandi, o gli eroi, spesso non sono neppure famosi.

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    1. Di mio non sono mai uno che fronzola. I fronzoli me li magno ;)

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  4. Bravissimo d'accordo con te. Per citarne una Suor Gabriella la mia suora che da 20 anni è in Perù ad aiutare i più bisognosi.

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    1. Credo che ognuno di noi abbia la sua Suor Gabriella. Brava tu a ricordarla. ;)

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  5. Quando ho sentito che era morto, mi è venuta in mente la frase di John Lennon, "la donna è il negro del mondo".
    Ecco, forse un personaggio che se ne ricordi oggi sarà apprezzato tra cinquant'anni.

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    1. Si, forse. Speriamo che nel frattempo ne escano altri da ricordare fra 100

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  6. Hai detto delle grandi verità.
    Fortunatamente i Mandela silenziosi sono tanti; il mio esempio: suor Giuseppina che in Brasile si è trovata la porta della missione crivellata di colpi di pistola, perchè il suoi aiuto non era gradito. E' ancora lì.

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  7. che dire... hai ragione... di mandela ce ne sono molti ma magari un po' nascosti o che non si fanno pubblicità, come dicevi ad esempio Suor Fausta che ogni tanto ritorna a raccontarci la sua vita in guatemala, o altri padri o volontari.. esempio medici che lavorano nell'ombra per aiutare chi ne ha bisogno.

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    1. Secondo me, nel nostro piccolo, potremmo essere tutti dei piccoli Mandela. Credo che a questo servano gli esempi di persone come lui.

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  8. Sante parole ! Il ricordo è importante, il ricordo si tramanda e tiene vivo chi non c'è più. Di eroi piccoli e grandi il mondo ne è pieno (io penso a Di Matteo e a tutti i pm dell'antimafia che lottano da soli contro la criminalità organizzata e lo stato), il fatto è che quasi a nessuno importa più che esistano. Pance piene, telefonini e facebook. E alla fine diventa un eroe anche Steve Jobs.Quando torneremo a soffrire e a morire di fame, torneranno a essere importanti anche tutti gli altri Mandela.

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    1. Infatti questo è quello che mi preoccupa di più: i grandi emergono dove ci sono le ingiustizie e la fame. La cosa triste è che la miseria è la conditio sine qua non per diventare grandi. Se farebbe volentieri a meno. O no?

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  9. Sono molto d'accordo con quello che dici: il disfattismo spesso è qualunquismo .

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    1. Non vorrei accusare nessuno di qualunquismo, per carità. Dico che alle volte la grandezza di una montagna getta ombra su montagne altrettanto belle ma solo un po' più piccole.

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  10. D'accordissimo su tutto, anch'io ogni tanto ho un rigurgito di speranza e come te credo che ci saranno dei Mandela anche per i nostri figli!

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  11. E ci metto anche Suor Tecla, in Bangadesh da più di trent'anni, o la sua consorella Ottilia, in India prima e Bangladesh poi dal 1957. Di eroi silenziosi ne abbiamo, anche se abbiamo molto bisogno di eroi che trascinino un po' 'sto giovani morti, più che sdraiati.

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