La giornata non è iniziata al meglio. Mia mamma, nel mettere la giacca a Pee, mi fa: "bene, mi ha detto tuo fratello che domani viene anche lui a suonare".
"Uhm! Si, però non è domani, è stasera"
Panico moderato.
La situazione poi si è risolta con il Bubu (così lo chiamava qualcuno tanti anni fa) che si è chiuso tutto il pomeriggio in cantina a ripassare come gli scolaretti che vessa quotidianamente con le interrogazioni di matematica.
Poi è iniziata la fase preparatoria; ogni uscita di casa deve essere sapientemente gestita: ho imboccato Pee, ho cambiato i gemelli, ho lavato i piatti.
Ho preso la chitarra e sono uscito.
Si suonava su questa osteria sui colli berici: un buchetto piuttosto carino con il gestore appassionatissimo di musica (ha un palchetto fisso, l'impianto sempre montato e un tot di chitarre appese alle pareti assieme alle copertine di 33 giri mitici).
È la tana dei Fat Bottomed Boyz, il gruppo più numeroso e fluido della storia.
La serata è partita benissimo: già al primo pezzo, White Room dei Cream, che suonavo anche io, il cantante di turno si dimentica una strofa. Saltano gli schemi e ci si rilassa.
In mancanza di un filmato decente, posto la foto del momento più alto della mia serata: una "Can't Find my way home" davvero ben eseguita (i compagni di viaggio erano così bravi che sarebbe riuscito a fare bella figura anche Moe con la chitarra in mano).
Verso la metà della serata, una ragazza afroamericana (ma un vero bluesman direbbe negra, senza nessuna accezione razzista) che era lì a cena, chiede di cantare Stormy Monday. Cazzo, peccato non averla registrata... In quel momento ero tra il pubblico, con la fotocamera scarica.
Da lì in poi, complici alcune birre e l'entusiasmo che fa più o meno lo stesso effetto, la qualità ha iniziato anche un po' a scendere.
Al penultimo pezzo, "People get Ready", il tipo che si fa il mazzo ad organizzare queste serate mi fa: "La tipa che si era iscritta tira il pacco: canta tu"
Oh my god.
Rod Stewart lo chiamavano il galletto scozzese.
Io sono stato aderente al modello ma l'ho personalizzato da par mio: avete presente un tacchinone castrato di fresco....
Eccolo lì
Mamma che figura di merda, ragazzi.
Ma in fondo, chissenefrega. Abbiamo suonato, ascoltato qualche vecchia canzonaccia che ascoltavamo da ragazzi, abbiamo bevuto qualche birra, parlato di chitarre (che i bluesmen mica parlano di calcio o di figa)... siamo tornati a casa stanchi ma felici, come quando eravamo bambini.
"Uhm! Si, però non è domani, è stasera"
Panico moderato.
La situazione poi si è risolta con il Bubu (così lo chiamava qualcuno tanti anni fa) che si è chiuso tutto il pomeriggio in cantina a ripassare come gli scolaretti che vessa quotidianamente con le interrogazioni di matematica.
Poi è iniziata la fase preparatoria; ogni uscita di casa deve essere sapientemente gestita: ho imboccato Pee, ho cambiato i gemelli, ho lavato i piatti.
Ho preso la chitarra e sono uscito.
Si suonava su questa osteria sui colli berici: un buchetto piuttosto carino con il gestore appassionatissimo di musica (ha un palchetto fisso, l'impianto sempre montato e un tot di chitarre appese alle pareti assieme alle copertine di 33 giri mitici).
È la tana dei Fat Bottomed Boyz, il gruppo più numeroso e fluido della storia.
La serata è partita benissimo: già al primo pezzo, White Room dei Cream, che suonavo anche io, il cantante di turno si dimentica una strofa. Saltano gli schemi e ci si rilassa.
In mancanza di un filmato decente, posto la foto del momento più alto della mia serata: una "Can't Find my way home" davvero ben eseguita (i compagni di viaggio erano così bravi che sarebbe riuscito a fare bella figura anche Moe con la chitarra in mano).
Ah, no?
Verso la metà della serata, una ragazza afroamericana (ma un vero bluesman direbbe negra, senza nessuna accezione razzista) che era lì a cena, chiede di cantare Stormy Monday. Cazzo, peccato non averla registrata... In quel momento ero tra il pubblico, con la fotocamera scarica.
Da lì in poi, complici alcune birre e l'entusiasmo che fa più o meno lo stesso effetto, la qualità ha iniziato anche un po' a scendere.
Al penultimo pezzo, "People get Ready", il tipo che si fa il mazzo ad organizzare queste serate mi fa: "La tipa che si era iscritta tira il pacco: canta tu"
Oh my god.
Rod Stewart lo chiamavano il galletto scozzese.
Io sono stato aderente al modello ma l'ho personalizzato da par mio: avete presente un tacchinone castrato di fresco....
Eccolo lì
Mamma che figura di merda, ragazzi.
Ma in fondo, chissenefrega. Abbiamo suonato, ascoltato qualche vecchia canzonaccia che ascoltavamo da ragazzi, abbiamo bevuto qualche birra, parlato di chitarre (che i bluesmen mica parlano di calcio o di figa)... siamo tornati a casa stanchi ma felici, come quando eravamo bambini.
Grandissimo!
RispondiEliminaHo sempre saputo che Bubu ce l'avrebbe fatta.
RispondiElimina...Bubu???
Susibita
Ma si, mio fratello ha sempre avuto una serie di soprannomi che però non hanno mai attecchito. Ho rispolverato questo perchè è quello che mi piaceva di più. È quello di schiena...
EliminaGrande Gae! Felice che ti sia divertito!
RispondiEliminaCe ne saranno altre di Jam?
Sicuramente si! Di solito se ne organizzano tre-quattro all'anno. Anche se io ultimamente vado di rado
EliminaGrandissimi!!! Ma caricare un file audio???
RispondiEliminaBesos!
Se ci fosse stato....
EliminaSì sì, il file audio di quando suoni e anche di quando canti!!!
RispondiEliminaTe prego... Di sicuro si rideva... su People get ready mio fratello in prima fila era sotto il tavolo dalle risate.
Eliminauh signur avrei voluto esserci con mio marito!
RispondiEliminaDi solito ci si diverte più a suonare che ad ascoltare (anche se la maggior parte dei pezzi è venuta molto bene). La prossima volta vi avviso, portate la chitarra ;)
EliminaDai, dai, diccelo prima, che veniamo anche Fil ed io!
RispondiEliminaOk! Però io con Fil non ci suono, è troppo bravo... Lo lascio a Bubu. ;)
RispondiEliminaLo sapevo, lo sapevo che sarebbe stata una cosa emozionante!!! Vero che è stata catartica? Vero che ti ha caricato, che ora ti senti un pochino meglio? :) Complimentoni, grandissimo!
RispondiEliminaUna tournée a Verona, no?
RispondiEliminaLa prossima volta ci sarò (a costo di portarmi dietro la Purulla)!
RispondiEliminaStanchi ma felici, come quando si era bambini.
RispondiEliminaNon c'è niente di meglio, a volte.
Hai suonato, cantato, bevuto... e vinto!
RispondiEliminahttp://un-conventionalmom.blogspot.com/2012/02/mike-cake-per-il-compleanno-di-chiara-e.html
Ma la chitarra che tieni in mano nella foto (andando per esclusione tu sei quello con i capelli)è la stessa che vedo lassù???
RispondiEliminaChe effetto strano! Ma allora sei vero? :)
O yes, che occhio! Certo che sono vero, perchè? Dubitavi della mia esistenza?
EliminaEcco, io non conosco nessuno dei titoli che hai citato, ma mi sarebbe strapiaciuto sentirti!!
RispondiEliminaNOOOO il pezzo dell'afroamericana era almeno da registrare con il cell. immagino che voce straordinaria!
RispondiEliminaNon ci crederai ma avevo scarico anche il cell (non sono un asso dei moderni devices)
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